Dal "manifesto" del 2 gennaio 2001

L'imbroglio di Clinton e Barak
JOSEPH HALEVI
Robert Fisk svela sull'Independent del 29 dicembre la natura dell'imbroglio che Clinton e Barak stavano preparando per il vertice di Sharm el Sheikh. I discorsi sul trasferimento ai palestinesi del 95% dei territori illegalmente occupati da Israele dopo la guerra espansionista del 1967 sono falsi. Il calcolo clintoniano includeva la superfice della parte del Mar Morto che sarebbe diventato territorio palestinese, le zone cuscinetto in cui sarebbe rimasto l'esercito israeliano, nonché il territorio dell'insediamento di Kiryat Arba considerato come dato in affitto ad Israele. Anche per ciò che riguarda i luoghi di culto Clinton ha gettato fumo negli occhi. Ai palestinesi non verrebbe dato alcun diritto di sovranità ma soltanto il controllo della superficie delle moschee. Su questo punto il consigliere per la sicurezza nazionale di Barak , Danny Yatom, è stato esplicito: "Non firmeremo alcun accordo che trasferisca la sovranità (dei luoghi di culto, ndr) ai palestinesi". Una volta detratte le acque del Mar Morto, le zone cuscinetto e le zone prese in 'affitto' da Israele, ai palestinesi non rimane che il 64% del territorio effettivo, esattamente come voluto da Israele da Oslo in poi.
Che i discorsi clintoniani siano una manovra volta ad intrappolare I palestinesi di fronte all'opinione pubblica mondiale viene dimostrato da due ulteriori eventi. Il primo, denunciato perfino dal movimento Pace adesso su Indymedia di Israele consiste nella decisione del ministro dell'edilizia Ben Eliezer di conferire nuovamente agli insediamenti ebraici lo status di aree aventi priorità nazionale che già godevano durante il governo di Netanyahu. Tale status comporta enormi agevolazioni fiscali e sussidi allo sviluppo. Durante il governo Netanyahu l'86% degli insediamenti era incluse nelle zone di priorità nazionale ed ora Barak, mentre parla di concessioni, ripristina esattamente le aree di Netanyahu. Per queste ragione Galia Golan di Pace adesso ha chiesto l'annullamento della decisione del governo.
Ovviamente, dopo tutte queste 'concessioni' offerte da Israele ai palestinesi veniva chiesto, secondo evento, come contropartita l'abbandono la risoluzione dell'Onu 194 che prevede il rientro dei palestinesi - e dei loro figli - espulsi da Israele durante il 1947-1948.