Da "liberazione" del 13 marzo 2001

Rischio di leucemie infantili sotto le antenne 6 volte superiore alla norma
Inquinamento sacro
Slitta in autunno per un cavillo processuale il processo a Radio Vaticana. Il ministro dell’Ambiente si costituisce parte civile

Slitta al prossimo autunno il processo per inquinamento elettromagnetico a carico di tre dirigenti di Radio Vaticana. Non ha fatto in tempo ad aprirsi ieri mattina la prima, sudatissima, udienza al tribunale di Roma, che già il giudice Andrea Calabria dichiarava nullo, per vizio di notifica, il decreto dello scorso 27 novembre con cui la procura aveva citato a giudizio padre Roberto Borgomeo, direttore generale dell’emittente, padre Roberto Tucci, presidente del comitato di gestione e Costantino Pacifici, vicedirettore tecnico. Salvati in extremis da un cavillo giudiziario, quindi. Un cavillo che fa indignare molti, visto che per la prima volta si era riusciti a portare davanti a un magistrato i gravissimi danni all’ambiente e alle persone causati dalle cinquanta mega antenne della radio sparse alla periferia di Roma. Non solo citofoni che trasmettono rosari, telefonate interrotte dai notiziari radio, ma aumento vertiginoso delle leucemie infantili: i bimbi della zona si ammalano di tumori al sangue sei volte di più dei coetanei romani, lo dimostra un recente rapporto dell’Agenzia della sanità pubblica del Lazio. I responsabili dell’emittente non ne vogliono sentir parlare e da sempre oppongono alle accuse la pretesa incompetenza della autorità giudiziaria italiana a decidere in merito. Il terreno fuori Roma su cui si ergono le antenne è territorio vaticano, sostengono, invocando il principio di extraterritorialità. Argomentazione che lascia sgomento chi sotto quelle antenne ci vive. Centinaia di persone tra Cesano, Santa Maria di Galeria e Anguillara costrette alla minaccia del cancro da elettrosmog. Indignati e increduli alcuni di loro ieri mattina in tribunale hanno gridato contro l’inammissibilità di cavilli procedurale di fronte all’enormità dei rischi. Eppure l’opposizione del cavillo ha funzionato: gli atti processuali sono stati trasmessi ai pm Gianfranco Amendola e Stefano Pesci perché rifacciano le notifiche secondo le norme previste dal codice di procedura penale italiano nel caso di un imputato residente in uno Stato estero. Le prossime udienze sono state indicativamente fissate per il 25 settembre, 27 settembre e 23 ottobre. Intanto il ministro dell’Ambiente Bordon annuncia che si costituirà parte civile nel processo. «Lo faccio con riferimento al superamento per le radio frequenze in base alle disposizioni vigenti e alle possibili conseguenze sulla salute umana e sull’ambiente in generale», ha spiegato, sottolineando che è la prima volta che un ministro si costituisce parte civile per inquinamento elettromagnetico. Non è la sola iniziativa rilevante seguita all’udienza di ieri. Il coordinamento dei comitati di Roma nord ha presentato nel pomeriggio alla procura di Roma una denuncia per omicidio colposo nei confronti di Radio Vaticana. Riferendosi ai dati epidemiologici sull’aumento delle leucemie infantili i comitati hanno inoltre sollecitato il commissario straordinario del comune di Roma, Enzo Mosino, a sospendere la fornitura di energia elettrica all’emittente per «salvaguardare la salute pubblica». Indignato per il rinvio del processo anche Luigi Nieri, capogruppo uscente in Campidoglio di Rifondazione comunista che da sempre si batte contro le mega antenne. «I responsabili la spuntano e i cittadini rimangono sotto inquinamento elettromagnetico - commenta -. Il Vaticano si rifugia dietro discutibili interpretazioni di natura processuale per sfuggire alle proprie responsabilità». Non è sola a spargere veleni invisibili nell’aria, la potentissima emittente. A due chilometri delle sue installazioni a Santa Rosa è da poco tempo spuntato un altro mostro, un gigantesco radar della marina militare. Alla faccia del diritto alla salute dei cittadini.

Angela Nocioni