Dal "manifesto" del 28 marzo 2001
Monsanto fuorilegge
OGM Lo dice il ministero della sanità italiano:
"Importa semi modificati". Ritiro della licenza?
LUCA FAZIO - MILANO
Grattacapi per la Monsanto Italia. Secondo il ministero della
sanità, la partita di semi di soia proveniente dagli Usa (3.136 quintali) bloccata nel
porto di Genova lo scorso 15 marzo contiene materiale transgenico. Dunque, la
multinazionale americana, a due settimane dalla semina, ha cercato di inquinare il
prossimo raccolto di soia violando la legge sementiera italiana. "Quando c'è una
grave violazione alla qualità dei semi - ha minacciato il ministro dell'agricoltura
Pecoraro Scanio - è previsto che il prefetto della zona competente, in questo caso il
prefetto di Milano, possa revocare la licenza commerciale per quanto riguarda le
sementi". La reazione di Monsanto Italia, affidata al presidente Jean Michel
Duhamel, è sprezzante. Duhamel si dice "sorpreso" dalle dichiarazioni del
ministro, sostiene che la sua azienda non commercializza sementi modificate e afferma di
"non aver ricevuto nessuna comunicazione ufficiale relativa ai test".
A chi conosce bene la Monsanto, potente multinazionale capace di influenzare le
scelte della Casa Bianca, non sfugge la portata che potrebbe assumere il provvedimento di
sospensione auspicato dal ministro: "Solo il fatto che se ne parli è di per sé
fantastico...". Il verde Pecoraro Scanio, forte di un documento che proviene da un
ministero non suo, sembra intenzionato ad andare fino in fondo. Se così fosse, la
multinazionale avrebbe 30 giorni per presentare ricorso, e la decisione finale spetterebbe
a tre ministeri (agricoltura, industria, commercio). Fantascienza? Si vedrà. Per Grazia
Francescato (Verdi) sono "gravissime le bugie della Monsanto che aveva
dichiarato che le sementi di mais e soia commercializzate in Italia non sono geneticamente
modificate". Francescato, per rispondere alle obiezioni di chi sostiene che solo con
la soia transgenica è possibile soddisfare il fabbisogno nostrano, indica un accordo
sottoscritto proprio ieri dal ministro Pecoraro Scanio: un'intesa con la Bolivia per
importare sementi ogm free (ma resta il fatto che l'Italia importa dagli Usa più
di due terzi del suo fabbisogno di semi di soia, 262.463 quintali). L'associazione Verdi
Ambiente e Società lancia un appello agli agricoltori: "Una semina libera da
inquinamenti potrà essere realizzata solo facendo rispettare l'obbligo di accompagnare la
vendita delle sementi con l'idonea certificazione che ne attesti l'origine".