Dal "manifesto" del 22 agosto.
Macedonia, l'oleodotto va alla guerra
La guerra nascosta di Washington in Macedonia mira a consolidare la
sfera di influenza americana nell'Europa sud-orientale. La posta in gioco è il
"corridoio" strategico per i trasporti, le comunicazioni e gli oleodotti che
attraversa Bulgaria, Macedonia e Albania collegando il Mar Nero alla costa adriatica. La
Macedonia si trova a uno snodo strategico di tale corridoio.
Al fine di proteggere queste rotte petrolifere, l'obiettivo di Washington è installare un
"patchwork di protettorati" lungo i corridoi strategici nei Balcani. La promessa
della "Grande Albania" usata da Washington per fomentare il nazionalismo
albanese fa parte della manovra militare e di intelligence. Questa manovra, come
ampiamente documentato, consiste nel finanziare ed equipaggiare l'Esercito di liberazione
(Uck) - prima del Kosovo poi "nazionale" - e tutte le sue propaggini, incaricato
di portare a termine offensive di destabilizzazione terroristica in Macedonia.
Lo sviluppo della sfera di influenza americana nell'Europa sud-orientale - complice la
Gran Bretagna - favorisce gli interessi dei giganti petroliferi tra cui la BP-Amoco-ARCO,
la Chevron e la Texaco. "Proteggere" le rotte degli oleodotti e assicurarne il
controllo è fondamentale per il successo di queste ventures multimiliardarie.
Un regime petrolifero internazionale di successo è una combinazione di accordi economici,
politici e militari per sostenere la produzione petrolifera e il trasporto ai mercati. (1.
Robert V. Baryiski, The Caspian Oil Regime: military Dimensions, Caspian Crossroads
Magazine, Volume 1, No. 2, Primavera 1995).
Il consorzio anglo-americano che controlla il progetto Ambo per un oleodotto
trans-balcanico che colleghi il porto bulgaro di Burgas a Valona, sulla costa adriatica
albanese, esclude in larga misura la partecipazione del gigante petrolifero europeo
concorrente Total-Fina-Elf. (2. Il riferimento all'Unione Europea in questo articolo va
interpretato come "l'Unione Europea meno la Gran Bretagna"). In altre parole, il
controllo strategico Usa sul corridoio dell'oleodotto è finalizzato a indebolire il ruolo
dell'Unione Europea e a tenere a distanza gli interessi commerciali europei concorrenti.
Il consorzio per l'oleodotto Ambo, con sede negli Stati Uniti, è direttamente collegato
alla sede del potere politico e militare negli Stati Uniti e alla società del vice
presidente Dick Cheney, Halliburton Energy. (3. Vedi Agenzia telegrafica albanese, Tirana,
28 luglio 1998 e Milsnews, Skopje, 23 gennaio 1997, disponibile all'indirizzo
http://www.freerepublic.com/forum/a379fb721329c.htm)
In base allo studio di fattibilità per l'oleodotto trans-balcanico Ambo, condotto dalla
società internazionale di progettazione della Brown & Root Ltd. (consociata
britannica della Halliburton), questo oleodotto... diventerà parte della infrastruttura -
comprendente autostrade, ferrovie, gasdotti e linee di telecomunicazione a fibre ottiche -
del cruciale corridoio est-ovest. (4. Milsnews, op. cit.)
Inoltre, completato lo studio di fattibilità da parte della Halliburton, un alto
dirigente della Halliburton è stato nominato "chief executive officer"
dell'Ambo. La Halliburton ha anche ottenuto un contratto per rifornire le truppe americane
nei Balcani e costruire in Kosovo "Bondsteel", che oggi costituisce "la
più grande base militare americana all'estero costruita dai tempi del Vietnam". (5.
Vedi l'incisiva analisi di Karen Talbot: "Former Yogoslavia: The Name of the Game is
Oil", People's Weekly World, maggio 2001,
http://www.ecadre.net/pages/news/stories/990197752.shtml. Vedi anche Marjorie Cohn,
"Pacification for a pipeline: explaining the US Military presence in the Balkans, The
Jurist, Legal Education Network, giugno 2001,
http://jurist.law.pitt.edu/forumnew22.htm).
Per inciso, la White and Case Llt - lo studio legale di New York in cui il presidente
William J. Clinton è entrato quando ha lasciato la Casa Bianca - ha anch'essa degli
interessi nell'affare dell'oleodotto Ambo.
Il progetto per l'oleodotto trans-balcanico Ambo andrebbe a collegarsi agli oleodotti
tra il Mar Nero e il bacino del Mar Caspio, che si trova al centro delle più grandi
riserve petrolifere inesplorate del mondo. (Vedi la mappa:
http://www.bsrec.bg/taskforce/SYNERGY/oilprojects2.html).
La militarizzazione di questi vari corridoi costituisce parte integrante del disegno di
Washington.
La politica Usa di "proteggere le rotte degli oleodotti" provenienti dal bacino
del Mar Caspio (e che attraversano i Balcani) era stata espressa dal Segretario
all'Energia di Clinton, Bill Richardson, appena pochi mesi prima dei bombardamenti sulla
Jugoslavia del 1999:
"Qui si tratta della sicurezza energetica dell'America... Si tratta anche di
prevenire incursioni strategiche da parte di coloro che non condividono i nostri valori.
Stiamo cercando di spostare questi paesi, da poco indipendenti, verso l'occidente...
Vorremmo vederli fare affidamento sugli interessi commerciali e politici occidentali,
piuttosto che prendere un'altra strada. Nella regione del Mar Caspio abbiamo fatto un
investimento politico consistente, ed è molto importante per noi che la mappa degli
oleodotti e la politica abbiano esito positivo". (6. George Monbiot, "A Discreet
Deal in the Pipeline", The Guardian, 15 febbraio 2001).
I giganti petroliferi anglo-americani, tra cui BP-Amoco-Arco, Texaco e Chevron - sostenuti
dalla potenza militare statunitense - sono in competizione con il gigante petrolifero
europeo Total-Fina-Elf (associati con l'italiana Eni), che è un importante attore nei
ricchi giacimenti di Kashagan nella regione del Caspio nord-orientale in Kazakistan. Gli
interessi in gioco sono grandi: i giacimenti di Kashagan sarebbero "così grandi da
superare perfino le dimensioni delle riserve petrolifere del Mare del Nord". (7.
Richard Giragosian, "Massive Kashagan Oil Strike Renews Geopolitical Offensive In
Caspian", The Analyst, Central Asia-Caucasus Institute, Johns Hopkins
University-Paul H. Nitze School of Advanced International Studies, 7 giugno 2000,
http://www.soros.org/caucasus/0059.html).
Il concorrente consorzio dell'Unione Europea, comunque, non controlla in modo
significativo le principali rotte degli oleodotti dal bacino del Mar Caspio fino in Europa
occidentale (attraverso il Mar Nero e i Balcani). I più importanti progetti di oleodotti
- compreso il progetto Ambo e il progetto Baku-Cehyan che attraverserebbe la Turchia fino
al Mediterraneo - sono ampiamente in mano ai loro rivali anglo-americani, che fanno
fortemente affidamento sulla presenza politica e militare Usa nel bacino del Caspio e nei
Balcani.
Il disegno di Washington è riuscire a distanziare tutti e tre i paesi Ambo - ossia
Bulgaria, Macedonia e Albania - dall'influenza euro-tedesca attraverso l'installazione di
protettorati Usa creati a bella posta. In altre parole, la militarizzazione e il controllo
geopolitico da parte degli Usa sull'oleodotto che dovrebbe collegare Burgas in Bulgaria al
porto adriatico di Valona in Albania mirano a minare l'influenza dell'Unione Europea e a
indebolire gli interessi petroliferi contrapposti di Francia, Belgio e Italia.
Negoziazioni concernenti l'oleodotto Ambo hanno ricevuto l'appoggio di funzionari
governativi americani attraverso la South Balkan Development Initiative (Sbdi) della Trade
and Development Agency (Tda). La South Balkan Development Initiative è "finalizzata
ad aiutare Albania, Bulgaria e Macedonia a sviluppare e integrare ulteriormente la loro
infrastruttura di trasposti lungo il corridoio est-ovest che le connette". (8. Vedi
la Trade and Development Agency (Tda) per regione all'indirizzo
http://www.tda.gov/region/sbdi.html).
La Trade and Development Agency esprime l'esigenza che i tre paesi "utilizzino
sinergie regionali per ottenere nuovo capitale pubblico e privato [dalle compagnie
statunitensi] sottolineando allo stesso tempo il ruolo del governo Usa "per avere
implementato l'iniziativa". Per quanto riguarda l'oleodotto Ambo, apparirebbe che
l'Ue sia stata ampiamente esclusa dalla programmazione e dalle negoziazioni. Con i governi
di Albania, Bulgaria e Macedonia sono stati già firmati "Memorandum d'intesa"
che spogliano quei paesi della sovranità nazionale sui corridoi dell'oleodotto e dei
trasporti fornendo "diritti esclusivi" al consorzio anglo-americano:
"...Il memorandum afferma che l'Ambo sarà il solo soggetto autorizzato a costruire
il programmato oleodotto Burgas-Valona. Più specificatamente, esso conferisce all'Ambo il
diritto esclusivo di negoziare con gli investitori e i creditori del progetto. Esso
impegna inoltre [i governi di Bulgaria, Macedonia e Albania] a non svelare certe
informazioni confidenziali sul progetto dell'oleodotto". (9. Alexander, Gas and Oil
Connections, http://wwwgasandoil.com/goc/news/nte04224.htm, ottobre 2000)
Il progetto per l'oleodotto Ambo è collegato a un altro progetto strategico denominato
"Corridoio 8", inizialmente proposto dall'amministrazione Clinton nel contesto
del "Patto di stabilità nei Balcani". Di importanza strategica sia per gli Usa
che per l'Unione Europea, il "Corridoio 8" include infrastrutture autostradali,
ferroviarie, per l'elettricità e le telecomunicazioni. Dal canto loro, le infrastrutture
esistenti in questi settori sono candidate alla deregulation e alla privatizzazione (a
prezzi stracciati) sotto la supervisione del Fondo monetario internazionale-Banca
mondiale.
Anche se approvato a occhi chiusi dai ministri dei trasporti dell'Unione europea come
parte del processo dell'integrazione economica europea, gli studi di fattibilità del
"Corridoio 8" sono stati condotti dalle compagnie Usa finanziate direttamente
dalla Trade and Development Agency. In altre parole, Washington sembra aver preparato il
terreno per prendere il sopravvento nell'infrastruttura dei trasporti e delle
telecomunicazioni di questi paesi. Le corporation americane - tra cui Bechtel,
Enron e General Electric (con il sostegno finanziario del governo Usa) - fanno concorrenza
alle compagnie dell'Unione europea.
Il disegno di Washington è di aprire l'intero corridoio alle multinazionali americane in
una regione situata nel "cortile dietro casa", in termini economici, dell'Unione
Europea, in cui il potere del marco tedesco tende a dominare su quello del dollaro Usa.
All'inizio del 2000, la Commissione Europea ha avviato con la Macedonia, la Bulgaria e
l'Albania le negoziazioni sull'ingresso nell'Eu. E nell'aprile 2001, nel pieno degli
assalti terroristici, la Macedonia è diventata il primo paese nei Balcani a firmare un
cosiddetto "accordo di stabilizzazione e associazione" che costituisce un passo
importante verso la piena appartenenza all'Ue. L'accordo fornisce la base per la
"liberalizzazione del commercio, la cooperazione politica, la riforma economica e
istituzionale e il recepimento della legislazione Ue". In base all'"accordo di
stabilizzazione e associazione", la Macedonia sarebbe (di fatto) integrata nel
sistema monetario europeo, con libero accesso al mercato dell'Unione europea. (10. In base
alle cosiddette "asymmetric trade preferences" con l'Ue).
Gli attentati terroristici hanno coinciso cronologicamente con il processo di
"allargamento dell'Ue", acquistando impeto appena poche settimane prima della
firma dello storico "accordo di associazione" con la Macedonia. Come ampiamente
documentato, gli Usa hanno consiglieri militari che lavorano con i terroristi. Una mera
coincidenza?
Inoltre Robert Frowick, "un ex diplomatico Usa", è stato nominato capo della
missione Osce in Macedonia a metà marzo, anche in questo caso appena poche settimane
prima della firma dell'"accordo di associazione". In stretto collegamento con
Washington e l'ambasciata Usa a Skopje, Frowick ha avviato un "dialogo" con il
leader ribelle dell'Uck in Macedonia, Ali Ahmeti. Egli ha anche fatto da mediatore a un
accordo fra Ahmeti e i leader dei partiti albanesi, che fanno parte della coalizione di
governo.
Questo accordo negoziato da Frowick ha ampiamente contribuito a destabilizzare le
istituzioni politiche, mettendo allo stesso tempo a repentaglio il processo di
allargamento dell'Ue. (11. Per ulteriori dettagli sul ruolo di Robert Frowick, vedi Michel
Chossudovsky, Macedonia: Washington's Military-Intelligence Ploy, giugno 2001).
Inoltre il deteriorarsi della situazione di sicurezza in Macedonia ha fornito un pretesto
per l'accresciuta interferenza politica, "umanitaria" e militare da parte degli
Usa, contribuendo allo stesso tempo a indebolire i legami economici e politici di Skopje
con la Germania e la Ue. Sotto questo aspetto, una delle "condizioni vincolanti"
dell'"accordo di associazione" è che la Macedonia si conformi agli
"standard dell'Ue sulla democrazia". (12. Vedi Afp, 10 aprile 2001). Non
c'è bisogno di dire che, senza un "governo funzionante" in Macedonia, il
processo di associazione all'Ue e a Bruxelles non può procedere.
I governi fantoccio installati a Tirana, Skopje e Sofia, mentre rispondono largamente ai
diktat americani, vengono attualmente sospinti in direzione dell'Ue. L'intento ultimo di
Washington è di tenere a freno il "Lebensraum" ("spazio vitale", ndt)
della Germania nell'Europa sudorientale. Mentre, a parole, si dichiarano favorevoli
all'"allargamento dell'Ue", gli Usa favoriscono in modo consistente
l'"allargamento della Nato" come mezzo per perseguire i loro interessi
strategici nell'Europa orientale e nei Balcani, mentre la Germania e la Francia si sono
opposte ad esso.
Mentre il tono della diplomazia internazionale rimane gentile ed educato, la politica
estera americana sotto l'amministrazione Bush è diventata chiaramente
"anti-europea". Secondo un osservatore: Nel cuore del team Bush, Colin Powell è
(considerato) l'amico degli europei, mentre gli altri ministri e consiglieri sono
considerati arroganti, duri e riluttanti ad ascoltare gli europei o a dare loro un
posto". (13. Secondo Pascal Boniface, direttore dell'Istituto per le relazioni
internazionali e strategiche di Parigi, Upi, 11 aprile 2001).
* docente di economia, Università di Ottawa. Traduzione di Marina Impallomeni
(1. continua)