Dal "manifesto" del 24 gennaio2001

Stop agli ogm
Schröder blocca le coltivazioni transgeniche in Germania
GUIDO AMBROSINO - BERLINO

Il cancelliere GeRhard Schröder ha tolto il suo appoggio al progetto di sperimentare per tre anni la coltivazione di piante transgeniche su superfici di centinaia di ettari. Gli esperimenti su grande scala, "primo passo verso la commercializzazione di sementi", erano previsti da una "Iniziativa congiunta" tra governo e industria "per l'ingegneria genetica verde", annunciata da Schröder nel giugno 2000. Un protocollo d'intesa con le industrie interessate, tra queste Monsanto, Aventis e Syngenta, avrebbe dovuto essere firmato oggi alla cancelleria. Ma all'ultimo momento l'incontro è stato annullato con una motivazione piuttosto drastica: visto il panico suscitato tra i consumatori dalla mucca pazza (ieri i casi accertati di Bse in Germania sono saliti a 19) meglio non irritarli ulteriormente con nuove manipolazioni della catena alimentare.
L'inversione di marcia è stata comunicata all'industria con una lettera del sottosegretario alla cancelleria Frank Walter Steinmeier. Il quotidiano Berliner Zeitung ne ha riferito ieri il contenuto e l'ufficio stampa del governo ne ha pubblicato il testo nel corso della giornata. Nella lettera si constata che, "in seguito all'emergere della problematica della Bse, la nostra società ha cominciato a interrogarsi sulla necessità di ripensare le condizioni di base della produzione di generi alimentari". Il governo ritiene che "solo un conseguente nuovo indirizzo della politica agraria possa ristabilire la fiducia dei cittadini nei prodotti alimentari". Il governo sta lavorando "intensamente" a questo "cambiamento di rotta".
Per Steinmeier occorre considerare "se e come l'iniziativa comune per l'ingegneria genetica verde possa essere ricollocata nell'ambito del nuovo indirizzo della politica agricola, orientato alla tutela dei consumatori". "Per il momento" il governo preferisce quindi "rinunciare alla firma a breve termine di un protocollo d'intesa" sulle piante transgeniche. In teoria, anche senza il sostegno del governo, le imprese di ingegneria genetica potrebbero ugualmente chiedere in primavera l'autorizzazione a sperimentare a loro spese le sementi. Mavista la svolta politica è assai improbaile che l'ottengano.
Tra le piante che avrebbero dovuto essere sperimentate su larga scala c'è il mais transgenico. Nel suo Dna è stata inserita una sequenza che produce la tossina elaborata dal bacillus thuringiensis. Questa tossina si accumula nelle foglie del mais e dovrebbe proteggere le piante dagli assalti dei parassiti. Molti esperti sono scettici sull'efficacia di questa strategia, che promette di ridurre l'uso di insetticidi: i parassiti reagirebbero sviluppando la loro resistenza al bacillus thuringiensis, e ci si ritroverebbe al punto di partenza.
Secondo fonti della cancelleria sembra che a far pressione per uno stop alle culture transgeniche siano stati proprio i rappresentanti dell'industria e del commercio agroalimentare, terrorizzati dal panico dei consumatori per la crisi della Bse e quella dei maiali infarciti di ormoni e antibiotici. I sondaggi che confermano il rifiuto delle culture transgeniche da parte della maggioranza dei consumatori vengono ora presi sul serio. E visto che le proteste stanno crescendo anche in America, verrebbe meno la preoccupazione di tener dietro all'andazzo transgenico degli Usa, per restare "concorrenziali".