Dal nanifesto del 26 gennaio 2001
"Embargo e uranio hanno fatto strage"
" G
L'Iraq del resto - ha sostenuto ieri il ministro della sanità di Baghdad- ha proposto
l'istituzione di una commissione internazionale di scienziati che indaghi sia sull'uranio
sia sulla cosiddetta "sindrome del Golfo", ma sino a questo momento senza
successo. Anzi -ha denunciato padre Benjamin- le autorità Usa avrebbero impedito al
professor Asaf Durakovic, uno dei massimi scienziati in materia di Du, di partecipare ad
un incontro sull'inquinamento radioattivo in Iraq che si terrà oggi a Roma presso il
convento dei Padri domenicani di piazza della Minerva. "In ogni caso -ha ribadito il
ministro della sanità di Baghdad- chiunque voglia venire in Iraq a consultare i nostri
dati e a verificare di persona quale sia la situazione è il benvenuto".
L'esponente iracheno ha poi inquadrato il problema uranio nel contesto più generale della
guerra e dell'embargo. "In base alle cifre del Pentagono -ha sostenuto Mubarak,
anche'egli medico, per quindici anni a capo dell'ospedale universitario di Suleimaniya-
dal 1991 sulla popolazione irachena sono state sganciate 940.000 tonnellate di bombe, con
335 tonnelalte di uranio impoverito". "E' come se - ha ricordato il dottor Baha
Marouf- fossero state sganciate sull'Iraq sette bombe atomiche come quella di
Hiroshima". Le conseguenze sono state devastanti: "Le leucemie sono aumentate
del 17% rispetto al 1989 -ha continuato il dottor Marouf- mentre nei ragazzi sotto i
quindici anni le malattie connesse all'uranio impoverito sono aumentate del 42%. Nella
zona più colpita, quella di Bassora, le malformazioni nei neonati sono quintuplicate, i
casi di mongolismo aumentati di ben sei volte". Questa drammatica situazione è
ulteriormente aggravata dall'embargo, dalla mancanza di generi alimentari, di energia
elettrica, di medicinali: "I tumori dei bambini -ha riassunto Mubarak- sono aumentati
di sei volte, il cittadino medio non riesce ad avere più di 1100 calorie al giorno, la
quantità di medicine che arriva in Iraq è appena il 42% di quelle che
servirebbero".
Contrariamente a quanto sostengono governi e media occidentali la drammatica situazione
della popolazione irachena non sarebbe per nulla migliorata in seguito al varo della
"risoluzione umanitaria" "Oil for food" nel dicembre 1996. Tale
risoluzione permette all'Iraq di esportare un certo quantitativo di petrolio in cambio di
generi alimentari, medicinali e merci essenziali ma in realtà l'ostruzionismo di Usa e Gb
nel Comitato per le sanzioni dell'Onu ha bloccato gran parte delle importazioni in Iraq di
merci essenziali. In tal modo Baghdad ha ricevuto merci per 10,3 miliardi di dollari pur
avendo esportato ben 38,6 miliardi di dollari di petrolio. Il comitato per i danni di
guerra, al quale va il 30% (ora portato al 25%) dei proventi del petrolio, ha invece
versato ben 11 miliardi di dollari agli emiri del Golfo, ai vari regimi della regione e
alle multinazionali. La "Oil for food" sarebbe così null'altro che un modo per
imporre a Baghdad il pagamento di astronomici, e non verificati, danni di guerra agli
alleati degli Usa. Ed è per questo che due degli ultimi capi del programma umanitario in
Iraq Danis Halliday e Hans Von Sponek si sono clamorosamente dimessi. In realtà, ha
dichiarato il ministro della sanità iracheno, la popolazione ha ricevuto ancor meno di
quei 10 miliardi di dollari in quanto i rappresentanti di Usa e Gb si limitano a bloccare
solamente le parti essenziali dei vari progetti. "Ad esempio - ha detto Mubarak- una
volta hanno permesso l'importazione di sacche di sangue ma hanno bloccato le relative
flebo. Quando sono arrivatre le flebo il sangue non era più utilizzabile. In un altro
caso avevamo chiesto sostanze medicinali per la chemioterapia e ci siamo sentiti chiedere
i nomi dei malati che ne avrebbero usufruito. Dei futuri malati di tumore. Altre volte
vengono bloccati solo quei pezzi essenziali per far funzionare una determinata
macchina". Gravissime le conseguenze di questo assedio: "Prima dell'embrgo la
mortalità neonatale era del 46 per mille mentre oggi è del 108 per mille. Prima del 1989
morivano 540 bambini al mese sotto i cinque anni mentre ora sono 7500. Sopra i cinque anni
i morti erano 1200 al mese mentre ora sono oltre 9.000. I bambini sotto peso prima erano
il 4,5% del totale mentre ora sono il 43%. Inoltre sono tornate in voga malattie infettive
che erano state debellate come colera, malaria e scabbia". E ora che impatto avrà la
nuova amministrazione Bush sulla situazione in Iraq?
"L'embargo si sta sgretolando. Non ci fanno paura le minacce di padri, nonni o nipoti
alla Casa bianca - sostiene sorridendo Omaeid Mubarak- L'Iraq è sempre pronto al dialogo
ma su un piano di rispetto reciproco e di parità".