VENEZIA COME BHOPAL
- Greenpeace interviene sullesplosione sviluppatasi ieri sera allinterno del
reparto TD5 di Porto Marghera:
Anche in questo caso, come nel disastro di Bhopal, (accaduto esattamente 18 anni fa,
la notte del 2 dicembre) lazienda non ha comunicato tempestivamente i composti che
si sono sprigionati, rendendo impossibile come a Bhopal un mirato intervento sanitario
qualora ce ne fosse stato bisogno- accusa Fabrizio Fabbri, direttore scientifico di
Greenpeace se il rogo si è sviluppato in un deposito di peci clorurate, che sono
pericolosi scarti di lavorazione, non si è liberato nellaria solo del toluene, ma
le sostanze più pericolose per la salute che si possa immaginare, come pcb, diossine,
furani ed esaclorobenzene
Per Greenpeace, questa corsa alla normalizzazione da parte della Dow è allarmante: Laccordo
sulla chimica, siglato tra tutte le parti sociali per migliorare la situazione ambientale,
è ormai carta straccia. Lo dicono gli operai, lo dicono il presidente della Regione ed il
prosindaco di Mestre che a Marghera si vive in una continua e permanente emergenza
ambientale, che il sistema industriale è prossimo al collasso e che bisogna
immediatamente ripensare il futuro dellarea, non lo diciamo solo noi
Si è appena chiusa a Venezia, lesposizione fotografica Bhopal a Venezia
organizzata da Greenpeace con la collaborazione del Centro Pace e Ambiente del Comune di
Venezia, alla Fondazione Querini Stampalia. In entrambi i casi, Bhopal e Venezia,
proprietaria delle industrie inquinanti è la Dow Chemical, che ha acquistato in Italia
dallEnichem la divisione poliuretani (plastiche per imbottiture) che ha impianti
oltre che a Porto Marghera a Brindisi e a Priolo dove continua ad utilizzare tecnologie
obsolete per la produzione di toluene diisocianato.
Eppure esistono, dalla fine degli anni 80 alternative che, se applicate, avrebbero
evitato la produzione di peci clorurate nello stabilimento TDI di Porto Marghera.
E assurdo parlare di una nube tossica che si è sprigionata ieri sera e, per
magia, è stata risucchiata nella lampada di Aladino, senza lasciare tracce- commenta
Fabbri- la Dow si assumerà la responsabilità dellaccaduto? Quanti altri incidenti
dovremo aspettarci a Venezia, o forse a Brindisi, a Priolo?
Per Greenpeace, la Dow, tra le principali multinazionali della chimica, si sta comportando
a Venezia come a Bhopal:
Nel 2001, In India ha acquistato gli impianti della Union Carbide (proprietaria
della fabbrica dei pesticidi al momento dellesplosione), senza bonificare larea
e tonnellate di rifiuti tossici sono ancora lì contaminando lacqua potabile e la
gente continua a soffrire. A Porto Marghera, larea che ospitava limpianto più
vecchio del TDI doveva essere bonificato dall Enichem, che non lha fatto,
lasciando la patata bollente alla Dow che continua a non farlo, non ottemperando ai minimi
impregni presi con laccordo sulla chimica