Da RaiNews24

Roma, 24 gennaio 2001


"E' incomprensibile la psicosi che inutilmente si sta diffondendo nell'opinione pubblica" sul cosiddetto morbo della mucca pazza. Il ministro della Sanità Umberto Veronesi sottolinea l'efficacia del sistema di vigilanza realizzato dai 5.500 veterinari pubblici e dai tecnici degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e dei Nas, "elemento di garanzia per la sicurezza degli alimenti, carni comprese, che arrivano sulle nostre tavole. Nessun altro Paese ha un'analoga rete di tecnici ed esperti di grande esperienza, che controllano la catena alimentare".



Allarmismo esagerato


Secondo il ministero, "le indagini sanitarie e i conseguenti provvedimenti repressivi che oggi trovano, comprensibilmente, grande risalto sugli organi di informazione, rappresentano l'ordinaria amministrazione di una costante e capillare vigilanza messa in atto dai 5.500 medici veterinari delle ASL, dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e dal Servizio Nazionale Antisofisticazione per la prevenzione sanitaria e la sicurezza alimentare dei consumatori".

Questa sorveglianza, ricorda il ministero, si applica su tutte le filiere del settore agrozootecnico alimentare in ottemperanza a norme nazionali e comunitarie. Sequestri, denunce, sanzioni, frodi e ispezioni ne rappresentano la logica conseguenza.

Controlli capillari


"Ogni bovino allevato - assicura il ministero della Sanità - è controllato annualmente e negli allevamenti si effettuano prelievi di sangue. Ogni anno vengono abbattuti centinaia di capi malati o sospetti di malattia, come vengono distrutte tonnellate di prodotti non ottimali sia destinati alla alimentazione animale, sia a quella umana".



Alcuni numeri


Nel 1997, ad esempio, ricorda il ministero, sono stati effettuati dai Servizi Veterinari 69.873 accertamenti di cui 40.000 sulle carni; sono state effettuate 213.539 analisi di laboratorio su contaminanti di origine biologica, di origine chimica, difformità di etichetta e si sono riscontrate 1.418 irregolarità pari allo 0,7% sul totale; queste irregolarità hanno comportato sanzioni, sequestri con una media di oltre 4 casi per giorno lavorativo.



Test sicuri


"Il metodo di analisi utilizzato in Italia sulle farine animali - conclude il ministero della Sanità - è dieci volte più sensibile del test utilizzato negli altri Paesi europei. A questa attività va aggiunta quella esercitata dai NAS, un servizio di controllo e repressione che dipende direttamente dal Ministero della Sanità".



Tra polemiche e provvedimenti d'emergenza


"Non c'è nessuna guerra con l'Europa". Il ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Alfonso Pecoraro Scanio, ha cercato di arginare, ieri, la polemica con le istituzioni europee sulla crisi della mucca pazza. Alle accuse di disinformazione del ministro, Bruxelles ha risposto che l'emergenza attuale è originata dalla scarsa attuazione delle misure di sicurezza da parte di alcuni stati membri. Oggi a Roma i Cobas del settore incontreranno il governo per discutere dell' abbattimento dei capi, mentre la Cgil lancia l'allarme occupazione: l' emergenza ha ridotto al 60% l' attività delle industrie di lavorazione della carne. E 'mucca pazza' fa una terza vittima in Germania: ieri si è dimessa la responsabile della Sanità in Baviera, Barbara Stamm.



Mucca pazza. Veronesi, su bando bistecca si decide venerdì


Per far fronte all'emergenza il governo procederà ad un primo stanziamento di circa 700 miliardi: 100 miliardi per i test-rapidi, 100 per lo smaltimento delle farine, 150 per quello delle carcasse e il resto come indennizzo per gli allevatori. E' quanto ha riferito il dirigente del servizio agricoltura della Regione Marche, Sergio Bozzi, che ha partecipato a Roma alla riunione di ieri del comitato tecnico di coordinamento in materia agricola Stato-Regioni.



Avevo ragione io


"L'Unione europea ha esattamente confermato le mie osservazioni e non ha smentito che nell'ottobre del '90 c'era un documento ufficiale interno che diceva di disinformare sulla Bse" ha ribadito Pecoraro Scanio.



Scheletri (noti) negli armadi


Bruxelles, 12 ottobre 1990. E' la data del documento scomodo denunciato dal ministro Pecoraro Scanio. In poche pagine, la Commissione dell'Unione suggerisce di "fare disinformazione" sull'allarme mucca pazza per motivazioni commerciali. Il testo in francese è scritto a macchina su carta intestata del Servizio Politiche dei Consumatori ed è indirizzato a tre funzionari con il codice N/169. La lettera, in forma di scaletta a punti, ha come oggetto la dichiarazione del Comitato Veterinario Permanente del 9-10 ottobre 1990.


In apertura di riunione, il rappresentante della Commissione dichiara che "bisogna avere un atteggiamento freddo per non provocare reazioni sfavorevoli sul mercato. Non bisogna più parlare di Bse. Questo punto non deve figurare all'ordine del giorno". E ancora, "Chiederemo ufficialmente alla Gran Bretagna di non pubblicare più i risultati delle ricerche". Nella lettera si insiste sulla necessità di "modificare la decisione della commissione sulle carcasse senza nervi altrimenti l'Irlanda fallirà. L'elemento nuovo, infatti, è che l'Africa del Nord e altri Paesi terzi chiedono carcasse senza nervi, sia di provenienza britannica che dall'Irlanda. E il 40% delle esportazioni irlandesi sono dirette in Africa del Nord"

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Primo, minimizzare


"Sul piano generale - si legge nel testo della Commissione europea - bisogna minimizzare questo affare Bse praticando la disinformazione. Meglio dire che la stampa ha tendenza ad esagerare". Il caso scoppia grazie ad un'inchiesta del quotidiano francese Liberation, che nel 1996 porta alla luce il documento firmato da Gerard Castille, del Servizio protezione consumatori. La lettera è indirizzata a Peter Prendergast, il funzionario irlandese che oggi dirige il servizio politiche per i consumatori, a Karl Darlebo-Larsen e a D.Jimenes-Beltran che invece non risultano più in servizio.



Il business della crisi


Interessi rilevati, d'altra parte, sono in gioco anche in questa nuova crisi europea della mucca pazza, Italia inclusa. "A Roma i conigli non vengono piu' portati alla macellazione al mattatoio per poterli rivendere al dettaglio a prezzi esorbitanti, circa l'80% in più rispetto a prima" , denuncia il deputato verde Paolo Cento, unendosi all'allarme lanciato dal direttore del Centro Carni di Roma. "Ê' un vero e proprio sciacallaggio cui le autorità competenti devono porre un immediato alt. Per questo ho inviato una interrogazione al ministro dell'Industria al quale ho chiesto di attivare su tutto il territorio nazionale un controllo dei prezzi della carni, per evitare ulteriori situazioni di confusione e difficoltà".



Come ti uso la mucca pazza


Se la crisi in passato non ha risparmiato i vertici dell'Unione europea, oggi, in Italia, intorno alla 'mucca pazza' rimbalzano accuse e repliche polemiche. "Giunta Storace immobilista", è lo slogan di Michele Meta, capogruppo democratici di sinistra della Regione Lazio, al quale il silenzio del Presidente della regione Lazio e dell'assessore alla sanità di fronte alla richiesta di informazioni su alcuni episodi poco chiari (Fondi e Montalto) da parte dei consiglieri dell'opposizione. Secondo Meta "è evidente che la Regione Lazio ha abdicato alla sua funzione di controllo e di indagine. Se così è, intervengano le autorità nazionali per rimuovere il pericoloso immobilismo".



"Da Meta viene solo sciacallaggio. La questione della mucca pazza è seguita con puntigliosa attenzione dalla Regione e proprio dallo stesso assessore Iannarilli, attaccato per la sua assenza al Consiglio regionale di oggi, giustificata dalla sua partecipazione a riunioni sul tema" ribatte Francesco Storace. Per quest'ultimo siamo "di fronte a un'opposizione, quella diessina, che strumentalizza volgarmente una questione di estrema delicatezza, in cui chi fa pasticci è solo il governo".



Preoccupati i macellai


Dai macellatori, intanto, arriva la richiesta dello stato di crisi per tutta la filiera delle carni, dall' allevamento, alla macellazione, alla vendita e un incontro con il Presidente del consiglio. Ancalegacoop e Confcooperative lunedì hanno incontrato il sottosegretario alla Sanità Ombretta Fumagalli Carulli. "Tutto il settore è in grave crisi - ha detto Paolo Falceri di Ancalegacoop- e stiamo elaborando un documento di filiera completo che affronti tutti i nostri problemi". Le associazioni che per 3 giorni, fino a domani, hanno deciso il blocco delle macellazione degli animali di età superiore ai 30 mesi, decideranno anche se proseguire nello stato di agitazione. I macellatori chiedono al governo di prendere decisioni in armonia con quelle comunitarie. "Se si deciderà di eliminare la colonna vertebrale - sottolinea Falceri- gli aspetti tecnici non sono semplici. Potrebbe anche seguirsi la via francese che prevede l'eliminazione di quella parte di colonna vertebrale che comprende la T-bone".