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Kosovo. Riesplode violenza politica e etnica: 6 morti

Pristina, 3 Agosto
Agguati a dirigenti politici moderati, attentati dinamitardi contro zingari, un bambino ucciso in una sparatoria dalle motivazioni oscure: la violenza riesplode nel Kosovo.

L'odio etnico
Nelle ultime 30 ore sono rimaste uccise sei persone, un bilancio pesante. Ieri sera nel villaggio di Malikialis tre zingari rom sono rimasti uccisi, saltando su una trappola dinamitarda.

A Malikialis
I parenti delle vittime - di cui un ragazzo di 16 anni - hanno attribuito la responsabilità agli albanesi, che già in passato hanno minacciato le famiglie rom della zona, ritenute responsabili di crimini di guerra.

A Lipljane
Un bambino albanese di 12 anni è rimasto ucciso in una sparatoria avvenuta la notte scorsa nel villaggio di Magura nella zona di Lipljane. Il ragazzino è stato raggiunto da quattro pallottole in pieno petto mentre viaggiava in automobile con suo padre, vero obiettivo dell'agguato, che è stato gravemente ferito. La polizia ha fermato una persona, ma il movente del gesto non è chiaro.

Tra Istok e Pec
Altri due albanesi, una coppia di fidanzati, sono stati uccisi poco dopo la mezzanotte mentre a bordo di un'auto viaggiavano lungo la strada che da Istok conduce a Pec, nel Kosovo occidentale. I due, di 34 e 25 anni, sono stati falciati da raffiche di mitra in un agguato.

Gli agguati politici
Neanche l'offensiva terroristica contro il partito del leader moderato albanese Ibrahim Rugova dà segni di tregua. Ad appena 24 ore dall'attentato contro il leader della Lega democratica del Kosovo (Ldk), Agim Veliu, un altro esponente della stessa formazione politica è stato ferito in un agguato.

È Sejdi Koci, capo dell'Ldk nella città di Skenderaj, colpito da raffiche di mitra mentre viaggiava a bordo della propria autovettura. L'uomo è ora ricoverato in ospedale a Pristina, e secondo fonti dell'Unmik non è in gravi condizioni.

Dieci giorni fa inoltre a Istok era stato rapito l'avvocato Shaban Manai, anch'egli attivista dell'Ldk, e da allora non se ne è saputo più niente. Sia Veliu che Koci sono candidati con ottime speranze di successo alle elezioni municipali di ottobre, dove il partito di Rugova è dato ampiamente per favorito dai sondaggi.

Uomini dell'Osce accusati di spionaggio
Intanto rischia di costare cara a due istruttori di polizia britannici dell'Osce e a due loro amici canadesi la gita "fuori porta" che dal Kosovo li ha spinti a avventurarsi in Montenegro. Arrestati dalle forze armate di Milosevic sul monte Cakor, vicino al confine, sono ora in carcere accusati di essere spie infiltrate per compiere attentati terroristici.

I quattro sarebbero stati trovati in possesso di materiale militare e di esplosivo. Uno di loro sarebbe, secondo Belgrado, membro del Corpo di protezione del Kosovo, la milizia civile in cui sono confluiti molti guerriglieri separatisti albanesi dell'Uck, l'Esercito di liberazione del Kosovo.

 

da rainews24