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La storia del CES

Breve storia a tappe del Commercio Equo e Solidale:

Helping by selling (aiutare vendendo) fu il primo motto inglese dedicato ai primordi del CES: alla fine degli anni '50 al direttore di una ONG inglese (Oxfam) in viaggio ad Hong Kong venne l'idea di vendere i prodotti di alcuni rifugiati cinesi.
Quasi contemporaneamente in Olanda fu fondata una cooperativa (SOS) per la commercializzazione di "prodotti alternativi"
Nel 1967 la SOS vendette il primo prodotto: giovani cattolici avviano l'importazione di prodotti di artigiani del Sud del mondo e li rivendono per posta, attraverso Chiese e gruppi missionari. Nascevano così le prime "Botteghe Terzo Mondo".
La prima "Bottega del Mondo"  fu inaugurata nell'Aprile del 1969 a Breukelen, nei Paesi Bassi. Dopo due anni le Botteghe in Olanda erano già diventate 120.
Nel 1973 cominciò ad essere commercializzato il primo caffè del commercio equo, "Indio Solidarity Coffee", importato da cooperative del Guatemala.
Dopo un inizio improntato alla discussione e alla riflessione ideologica, gli anni '80 videro il preciso desiderio di aumentare la gamma dei prodotti e migliorare la qualità.
Negli anni '90 le sfide sono state l'introduzione dei marchi di garanzia e l'apertura alle imprese della grande distribuzione e alla istituzioni pubbliche.

A livello istituzionale il Parlamento Europeo, con la risoluzione A3 373/94 (19/01/1994), afferma: "Consapevole che le inique relazioni commerciali fra Nord e Sud rappresentano un fattore determinante dello squilibrio strutturale tra il Nord e il Sud del pianeta; consapevole che un numero crescente di cittadini comunitari non è più disposto a tollerare tale ingiustizia; considerando che il settore del Commercio Equo e SOlidale può e deve essere sostenuto a livello comunitario, auspica che iniziative ed organizzazioni analoghe siano adeguatamente coordinate, sostenute e promosse sul piano comunitario".

Si propone  in futuro di considerare la questione del Commercio Equo e SOlidale con un occhio di riguardo; di preferire nei proprio acquisti prodotti provenienti da questo tipo di commercio; chiede che la comunità s'impegni per la conclusione di accordi internazionali più equi concernenti le materie e i prodotti dei paesi poveri del Sud con prezzi più giusti e remunerativi per i produttori.

Notizie tratte da ANDREA REINA - Un mercato diverso - EMI 1998

 

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Aggiornato il 22/06/01 .