Palazzo Chigi in Ariccia


Il Palazzo

Il palazzo ducale di Ariccia costituisce un esempio unico di dimora barocca rimasta inalterata nel suo contesto ambientale e nel suo arredamento originario, a documentare il fasto di una delle più grandi casate papali italiane: i Chigi, già proprietari dell'omonimo palazzo romano, oggi sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il palazzo, ceduto a particolari condizioni di favore al Comune di Ariccia il 29 dicembre 1988 dal principe Agostino Chigi Albani della Rovere, è adibito a museo di se stesso e centro di molteplici attività culturali (concerti, visite guidate, conferenze, convegni, etc.).

Sono stati effettuati importanti lavori di restauro tra il 1990 ed il 1993 per la parte strutturale (finanziati dall'ex Agensud), tra il 1996 ed il 1997 per le facciate esterne (Comune) e nel 1998 sono stati appaltati i lavori di completamento dei restauri interni ed adeguamento di tutti gli impianti tecnici (finanziamento Giubileo). Ulteriori contributi sono stati accordati dall'Unione Europea (1997-98).

Veduta frontale del palazzo

Iniziato nella seconda metà del sedicesimo secolo dalla famiglia dei Savelli, il palazzo fu trasformato su commissione dei Chigi in una fastosa dimora barocca tra il 1664 e il 1672 su un'idea progettuale di Gian Lorenzo Bernini, che si servì della collaborazione del suo giovane allievo Carlo Fontana.

Infatti Agostino Chigi, nipote del Papa Alessandro VII e principe di Farnese, con il cugino Cardinale Flavio e lo zio Mario, acquistarono il feudo di Ariccia dai Savelli nel 1661, per la vicinanza a Castel Gandolfo sede delle villeggiature pontificie, incaricando il Bernini della totale ristrutturazione urbanistica del borgo. Il più significativo intervento affidato al grande architetto dallo stesso Alessandro VII fu la sistemazione della Piazza di Corte, con la realizzazione della collegiata dell'Assunta, della teatrale esedra, dei casini laterali alla chiesa e del palazzo baronale.

Veduta posteriore del palazzo
Nel 1665 il Bernini dovette lasciare temporaneamente i cantieri romani, chiamato da Luigi XIV a progettare la facciate del Louvre a Parigi, ove propose come primo schema progettuale una soluzione identica al complesso dell'Assunta; tuttavia al ritorno l'anziano artista ideò per il palazzo di Ariccia una singolare composizione, sintesi tra lo schema ad "U" delle ville romane e quella a blocco rettangolo con torri angolari dei catelli francesi dell'Ile de France (castelli di Vaux, Maison). Il Fontana, come aveva fatto nella villa del Cardinale Flavio I a Cetinale presso Siena (1672), adottò per le facciate esterne il "colore dell'aria", una tonalità grigio-azzurrina diventata di moda nel settecento. Sicuramente si tratta di uno dei primi esempi in cui compare questa tinta, il cui scopo era quello di smaterializzare l'imponente massa architettonica conferendogli una dimensione quasi astratta.

L'altana,proggettata da Fontana con grandi arcate aperte, fu ampliata nel 1672 da Giovan Battista Contini, che peraltro tamponò le arcate ed inserì le finestre sovrastate dai titpici motivi ovali (B.A.V., A.C. n. 1098). L'ala del torrione nord-ovest fu completata, sempre secondo il progetto seicentesco, nel 1740, su commissione del principe Augusto Chigi, quando fu modificato dall'architetto Minelli anche il portale d'ingresso. Il palazzo vanta un'importante collezione di dipinti, sculture ed arredi, risalenti prevalentemente al XVII secolo, e provenienti anche da altre dimore di famiglia, tra cui lo stesso palazzo di Roma, venduto allo stato nel 1918.

Forse per le sue caratteristiche spagnoleggianti Luchino Visconti volle ambientare nel palazzo gran parte del suo capolavoro: "Il Gattopardo", girando tutti gli interni di Donnafugata, comprese le soffitte (1963). Il palazzo ha avuto illustri ospiti, tra cui papi quali Benedetto XIV, Pio VII, Gregorio XVI, Pio IX, reali come lo zar Alessandro III, Alfonso di Spagna (durante la dittatura franchista), Umberto e Mafalda di Savoia (anche per battute di caccia nel parco), Costantino di Grecia (in occasione delle Olimpiadi del 1960).

Le aree visitabili interne del palazzo sono il Piano terra ed il Piano nobile.


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