Omaggio a Gadamer

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Venerdì 14 Dicembre ore 17.00

Presentazione del volume: Dialoghi:”Omaggio a Gadamer

Palazzo Piacentini - Via del Consolato 14
 – “Paese Alto” -
San Benedetto del Tronto (AP)

Testi di:      Hans Georg Gadamer e Osvaldo Rossi
Poesie di:   Paolo Ruffilli, Eugenio De Signoribus, Enrico D’Angelo, Luciano Erba.
Incisioni di: Ruggero Savino, Silvio Lacasella, Lorenzo Bruno, Livio Ceschin,Paola Ginepri e C. Occari .

Nell’ambito della mostra grafica d’autore “Incisioni & C.” il 14 dicembre, presso Palazzo Piacentini, verrà presentato il libro d'arte Dialoghi: Omaggio a Gadamer , della COLLANA "Amici"  pubblicata dall'Associazione Culturale Autori Contemporanei e  patrocinato dalla Camera dei Deputati.

Si tratta di un saggio inedito, tradotto per la prima volta in italiano, dal titolo Musica e Tempo, preceduto da una lettura del prof. Rossi intitolata La forza della musica, in cui vengono sottolineati alcuni punti specifici dello scritto di Gadamer, come quello del rapporto tra musica e parola poetica. Il libro contiene, inoltre, poesie di Paolo Ruffilli, Eugenio De Signoribus, Enrico D’Angelo e Luciano Erba, seguono sei incisioni di Ruggero Savino, Silvio Lacasella, Lorenzo Bruno, Livio Ceschin, Paola Ginepri e C. Occari.

L’idea è nata in seguito ad un incontro avvenuto l’anno scorso ad Heidelberg, tra il filosofo tedesco, ultracentenario, e il prof. Rossi, amici da più di quindici anni.

Al centro della ricerca di Gadamer è la filosofia dell’esistenza, in particolare per quanto riguarda il rapporto che essa vive tra la forza del linguaggio come intuizione e l’elaborazione concettuale della filosofia; da qui nasce l’esigenza di un approfondimento del problema dell’ermeneutica, cioè di quella forma di comprensione filosofica della realtà storica e spirituale che si fonda sull’interpretazione dei significati impliciti nei testi scritti o nel linguaggio stesso.

Gadamer ha più volte affermato che è indispensabile considerare il problema della storicità dell’esistenza in quanto sintesi di passato e presente e contemporaneamente fusione di “orizzonti” diversi. Medium di questa fusione di orizzonti è il linguaggio, o meglio, il dialogo. Partendo dalla premessa che il linguaggio non è solo lo strumento del pensiero ma la dimensione insostituibile dell’esperienza umana.

Sono diverse le forme in cui il linguaggio si palesa, senza dubbio Gadamer nei suoi studi ha prediletto il linguaggio artistico: musica e poesia. Il dialogo dell’arte, infatti, è spesso intuitivo, immediato, si coglie col senso e con la ragione, riesce sempre a trovare le “parole” adatte per farsi comprendere dall’interprete, cioè da colui che si pone in un atteggiamento di ascolto. Ecco perché, secondo Gadamer, il linguaggio artistico rappresenta l’unico modello verso cui la speculazione filosofica deve orientarsi, in questo modo il pensiero non si fa più sistema ma diventa un filosofare poetico, aperto, vitale e, soprattutto, “in ascolto”.

Il dialogo, infatti, così come viene inteso dal filosofo tedesco, è un confronto aperto in cui il soggetto non impone le sue categorie alla realtà, ma si pone in un atteggiamento di ascolto dell’altro.

Per quello che riguarda la fruizione e la comprensione dell’opera d’arte, quale che essa sia, si può dire, dunque, che è l’interprete a porsi in una posizione di attesa: l’autentico obiettivo della comprensione, scrive Gadamer in questo saggio, è l’attuarsi espressivo (Sprechendwerden) dell’opera stessa che si ha dinanzi, l’interprete, quindi, non dovrebbe voler altro che scomparire dietro l’opera. Ogni passaggio conoscitivo si svolge nel tempo, avviene in esso e lascia, inevitabilmente, dietro di sé un tempo percorso e un vuoto: lo spazio che si è appena attraversato. Interpretare, che vuol dire anche comprendere, non lascia, al contrario, nessun vuoto. Nella comprensione, infatti, si ha come un “trattenersi” nel quale non solo il presente, ma il tempo stesso si ferma un attimo: è l’esperienza che si fa quando si è totalmente assorbiti da qualcosa e  si perde la nozione del tempo. Tutto ciò è particolarmente vero per la musica dove si attua, secondo Gadamer, la vera comprensione: “A volte mi sembra che l’enigma della musica e il suo elogio di fronte a tutte le forme d’arte si rischiari un po’. Nient’altro che uno stare vicino al compimento stesso”. Gadamer non nega  un’ esperienza simile per le altre forme d’arte; nella poesia ad esempio, il poter lasciar parlare un testo senza alcun intervento aggiuntivo dà atto ad una vera comprensione cioè ad un’interpretazione.  Così pure accade quando si guarda un quadro o si legge un libro. Tuttavia in questi campi la comprensione costruisce sempre qualcosa di fermo, si cristallizza spesso in un concetto come quando si percepisce il chiaro significato delle parole o il senso di un discorso; e anche nelle arti figurative: rimane sempre qualcosa in una successione di figure, nelle articolate sequenze di un quadro, di una scultura, di una costruzione. Nella musica, invece, non c’è nulla che rimanga se non il “trascinare” stesso, il movimento, il ritmo ed è proprio in questo che si attua la verità del compimento che Gadamer chiama gioco Spiel.

Non si afferma nulla che non sia già noto, quando si parla di Gadamer come il maggior filosofo vivente, ed è per questo che l’evento che si propone ha carattere nazionale, è un riconoscimento ad un maestro del pensiero del Novecento che più volte ha onorato l’Italia con la sua presenza e di cui la stampa nazionale ha riportato i dibattiti sulla situazione politica e culturale del nostro tempo.