SAN BENEDETTO MARTIRE

La città di San Benedetto del Tronto prende la propria denominazione dal quel Martire, Benedetto che fu perseguitato e quindi decapitato per aver abbracciato la nuova fede quella Cristiana.
Uno spaccato della vita e del martirio di Benedetto c è dato dalla descrizione fatta dall'abate Polidori intorno alla prima metà del settecento.

Tre diverse raffigurazioni del Santo Patrono


San Benedetto nacque a Cupra Marittima ed era sul fiore della giovinezza, quando incontrò il Cristo, e convinto dalla pura e santa dottrina del Vangelo, volle ricevere il battesimo. Di questo città era governatore un certo Grifo, che all'infuriare di una persecuzione nel Piceno, fece rinchiudere Benedetto in un oscuro carcere. E siccome apparteneva a famiglia di nobile sangue, lo stesso governatore volle con molta astuzia, prima di martirizzarlo, dissuaderlo dalla fede cristiana. Benedetto rifiutò ogni offerta, e preferì morire per Cristo: era il 13 Ottobre del 304 d.C. Martirizzato sul ponte del torrente Menocchia, il suo corpo fu gettato nel torrente in piena. Sospinto al vicino mare, l'onda dell'Adriatico lo adagiò sul lido a quattro miglia a sud di Cupra dove oggi sorge la città di San Benedetto del Tronto. Il corpo del martirizzato fu portato da un agricoltore, su di un carretto, sul colle antistante dove lo depose in un sepolcro ricavato nella selva, lontano da occhi indiscreti. Di lì a poco in seguito a l'editto di Costantino del 313, alcuni fedeli costruirono una cappella intorno a quel sepolcro.


Abbazia San Benedetto Martire

 
Abbazia vista esterna


L'abside prima della 2° guerra mondiale


Abbazia entrata

Oggi poco rimane di quell'antico sepolcro: l'attuale Abbazia di San Benedetto del Martire fu ricostruita ed ampliata intorno alla seconda metà del 1700 per volere dell'abate De Signoribus. La chiesa ha un struttura muraria in laterizio ed è in stile neoclassico a pianta regolare con abside a nord e con il campanile su fianco est. I bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno distrutto quasi totalmente l'abside; solo recentemente per volere dell'attuale parroco Mons. Romualdo Scarponi un attento restauro ha riportato alla luce alcuni degli affreschi preesistenti.

Home Page