La chiesetta della Madonna del Carmine

 

 

E' ad un chilometro da Palena, là dove prende l'abbrivio l'ardita "Tagliata". In una grotta rocciosa del monte il venerato tempietto è là ad indicare la devozione ed il voto di quanti lavorarono per la realizzazione dell'imponente opera, tramandata ai posteri. L'amena località è avvolta dagli effluvi degli aromi alpestri che si sprigionano dalle mille erbe aromatiche della Maiella, quasi una fragranza che promana dal cuore della Vergine.

Qui, dove la natura ha profuso la selvaggia bellezza della montagna, fra irti precipizi e grotte lungo il canalone, sicure dimore di primitivi cavernicoli dove giunge il canto perenne dell'Aventino; al cospetto dei mesti cipressi, sotto le cui molli ombre dormono il sonno eterno i Palenesi che non sono più, la Vergine del Carmelo è là, assisa nella grotta, che sembra scavata dalla natura proprio per Lei, a vegliare col dolce sguardo misericordioso i viandanti che transitano attraverso l'ardito nastro d'asfalto serpeggiante lungo il dorsale del monte.

 

I transitanti la salutano con reverenza e devozione, affidandosi alla sua alta protezione, prima di affrontare l'ardita strada. La storia paesana non fa alcuna menzione della data di erezione di questo sacello, ma ci è possibile arguire che certamente dovette essere espresso desiderio di quanti concorsero, alla realizzazione di questa imponente opera: tecnici napoletani, siciliani e maestranze della Valle Aventina, a cui fece eco l'encomiabile consenso di re Ferdinando Il di Borbone, allorquando il 15 ottobre 1832 inaugurò questa strada.

Il tempietto non ha subito mai danni rilevanti, né ad opera delle orde dei briganti, che dopo la caduta dei Borboni infestavano le nostre Contrade e neanche dalle spietate truppe naziste che quivi terrorizzavano la popolazione. Fu questo un altro prodigio operato dalla Vergine del Carmine, volendo restare là, assisa nella grotta, a protezione dei viandanti e alla devozione del popolo di Palena.