XIX secolo. Il brigantaggio

 

RETROSPETTIVA DEL MALGOVERNO BORBONICO IN ABRUZZO IL BRIGANTAGGIO

Il brigantaggio politico ebbe inizio nel Regno di Napoli nel 1799, cioè con la fuga dei sovrani borbonici in Sicilia, ad opera delle truppe napoleoniche rinforzate da nutrite schiere di patrioti liberali che, giunti a Napoli, inalberarono il vessillo della libertà, proclamando la Repubblica Partenopea. 1 reali borbonici fuggiaschi, per tornare sul trono di Napoli, ebbero un uomo intraprendente: il Cardinale Fabrizio Ruffo, il quale, sollevando le classi proletarie ed analfabete dell'estremo sud e servendosi dei partigiani borbonici che a loro volta si servivano di gente audace come il famoso, Giuseppe Pezza, soprannominato Fradiavolo, aveva concepito il tentativo di riconquistare il Regno -ai Barboni. Infatti, partendo dalle estreme regioni meridionali, al grido di "Viva la Santa, Fede, Viva San Gennaro, morte ai Giacobini!" raggiunta Napoli, fece abbattere la nascente Repubblica Partenopea. Mentre il Cardinale Ruffo operava Del sud della penisola, Pronio e Rodio. due audaci avventurieri, operavano in Abruzzo; Mammone e Fradiavolo in Terra di Lavoro. Nel nostro Abruzzo le orde dei briganti disponevano di ottimo campo d'azione, specialmente nella zona dell'alta Valle dell'Aventino, perché favorite dalle accidenatlità del terreno montuoso e dai boschi, valichi e dirupi.

I MASNADIERI SULLE MONTAGNE DI PALENA

La posizione topografica delle alture di Palena favoriva il rifugio di queste ciurme che spesso irrompevano nei paesi circostanti, lungo i valichi di Coccia e di Forca Palena, itinerari obbligati per Napoli e Ronia. 1 nostri antenati ci hanno fra l'altro tramandato, il tragicomico episodio di Fra' Cipolla. Travestito da frate, per attirare l'ingenuità dei viandanti, aveva il suo campo d'azione lungo l'ombrosa Valle della Madonna dell'Altare, all'altezza dell'erta roccia sovrastata dal Santuario, già abbandonata dai Celestini per la legge napoleonica del 1807. Fra' Cipolla, al passaggio dei viandanti, sbucava dalla boscaglia ponendosi lungo il sentiero, in atteggiamento di chi attende il compagno per proseguire il cammino. Ma quando si trovava a pochi passi dai viandanti, per lo più mercanti di pannilana, con i muli carichi e col danaro addosso, dirigendosi verso il napoletano, il brigante barbuto, col pistolone spianato, tratto con fulminea rapidità dalla tonaca, intimava bruscamente l'Alt! con selvaggio atteggiamento aggressivo e con occhio bieco. 1 poveri viandanti restavano così esterrefatti dinanzi alla figura del penitente., trasformatasi, come da demoniaca magia in ceffo truce! Intimando con l'altra mano la sommità della roccia, aggiungeva con tono intimidatorio: " Li vedete? Ad un vostro minimo gesto sconsiderato vi riempiranno di piombo! ". Sollevando lo sguardo, con gli occhi sgranati di stupore, i malcapitati vedevano tre teste di banditi, con i loro caratteristici cappellacci e con gli archibugi spianati che si stagliavano nel cielo. Presi così all'improvviso, i poveracci erano costretti a lasciare sul posto tutto quanto portavano, volendo riabbracciare sani e salvi i propri cari. Spesse volte riuscì il colpo, ma le sue ardite imprese venivano immediatamente riferite al paese, provocando confronti, accertamenti e deduzioni che portarono a più approfondite indagini onde stabilire l'effettiva possibilità brigantesca del Alcuni paesani riuscirono, infatti a scoprire che i tre banditi, sempre in agguato sulla sommità della roccia, altro non erano che tre fantocci riempiti di paglia! Questa volta i mercanti, armati anch'essi di pistoloni e pugnali, quando si trovarono di nuovo al cospetto di Fra' Cipolla, con prontezza d'animo e destrezza rapida portarono a termine la loro, vendetta! Fra' Cipolla non era più!

IMPROVVISE IRRUZIONI SU PALENA

Simili ad uccellacci predatori, assetati di sangue e di preda, una sera del 1861 le orde piombarono improvvisamente sull'inerme periferica contrada del paese, a rompere bruscamente la tranquillità del sonno, ristoratore alla pacifica ed operosa gente dei campi, per rapinarla, ricattarla e seminarvi terrore e strage. Alle grida bestiali delle ciurme: " sangue! sangue! fuoco! ammazza! " seguivano raccapriccianti scene di panico e di implorazioni disperate. Fra gli abitanti sorpresi nel sonno, grida disperate di donne echeggiavano negli anfratti del monte vicino, confuse a cavernose imprecazioni di uomini e prolungati latrati di cani dei pastori e, a commoventi lamenti di bambini che straziavano le tenebre, mentre secchi e profondi colpi di archibugi laceravano, l'aria, provocando improvvisi sussulti. Nelle case, in un vertiginoso, trambusto, gli uomini si armavano dei loro medesimi arnesi di lavoro con i quali avevano sudato l'intera giornata. I familiari provvedevano a sbarrare frettolosamente porte e finestre, mentre i disperati fanciulli, piangenti e tremanti, seguivano nelle preghiere i loro vecchi. Fuori, i bagliori delle fiamme si sprigionavano altissime dai fienili, rendendo più terrificante la scena. Dopo la bufera, sull'aia antistante la misera abitazione giaceva esanime il corpo, dell'anziano pastore Panfilo Toppi trucidato dai briganti. falso frate.