Il burrascoso periodo durazzesco (1381-1442)
1a parte
LE REGINE GIOVANNA Ia E IIa D'ANGIO' Salita al trono di Napoli, la regina GIOVANNA I d'Angiò, giovane affascinante ma molto dissoluta, nata nel 1326 da Carlo duca di Calabria, i capitani di ventura trovarono aperto un vasto campo alle loro ambizioni. Fra essi vanno annoverati ALBERICO DA BARBIANO, MUZIO ATTENDOLO SFORZA, BRACCIO DA MONTONE e JACOPO e ROMONDACCIO CALDORA, questi due ultimi di Castel del Giudice, nella Val di Sangro. Le milizie di cui disponevano erano composte di ladri d'ogni risma e d'ogni colore, di avanzi di forche e di galere, d'assassini d'ogni specie, i quali si ponevano al servizio e agli ordini del maggior offerente. Il compenso che veniva corrisposto agli assoldati consisteva, per lo più, nella promessa spartizione del bottino. Sicché' essi si scatenavano su centri asserragliati sulle rocche, piombavano furenti sopra villaggi inermi. sorprendendo i poveri lavoratori della terra; appiccavano fuoco a tutto e trucidavano famiglie, rapinando nelle case e nelle capanne! Gli avanzi di castelli, specie di quelli situati nei punti nevralgici fra i valichi dei monti, costituiscono, il lugubre ricordo della loro opera di sterminio. Così fu forse nella nostra zona sempre tormentata; del Castello di Forca Palena, di Castel Cecum, di Castra joanni Alberici, di Pizzi inferiore e Superiore e di tanti altri di cui oggi sono ancora visibili rovine coperte da rovi e boscaglie. Le undici "Ville di Palena" subirono le sorti di questa violenza anarchica e furono distrutte dalla furia della guerra. La nostra immaginazione ci presenta queste scene desolanti e raccapriccianti: donne e bambini, laceri e scalzi che fuggivano terrorizzati, abbandonando definitivamente i loro casali, per trovare rifugio intorno alla roccaforte del Castello di Palena, unica ancora della loro salvezza. Carlo III di Durazzo detronizzò Giovanna I facendola sgozzare in carcere il 12 maggio 1382. Salito al potere, mandò in Abruzzo schiere di amati guidati da valenti capitani di ventura che misero a sacco le nostre contrade ostili ai durazzeschi, zeschi e favorevoli agli angioini. Forse dovette essere in quell'epoca che la " Villa " posta ad oriente di Palena presso i monti Pizzi assunse la denominazione di CASTRA JOANNI ALBERICI, dal capitano durazzesco Alberico da Barbiano che la occupò. Alla morte della regina Giovanna I, giunse dalla Francia Luigi I d'Angiò per contendere al durazzesco Carlo il trono di Napoli, quale erede di Giovanna. Fu quella scintilla che riaccese la lotta fratricida la quale ultima in Abruzzo assunse aspetti molto aspri a causa della ribellione degli abruzzesi ai durazzeschi, lotta condotta da Luigi Il d'Angiò, figlio del precedente. Carlo di Durazzo venne ucciso a tradimento in Ungheria e, la moglie Margherita (sepolta in un sontuoso sarcofago nella chiesa di San Lorenzo, Maggiore,, a Napol;i), assunse la reggenza del Regno per la minore età del figlio Ladislao, che nacque nel 1375, mentre gli avversari proclamarono re Luigi II d'Angiò, figlio di Luigi I e così si riaccese violenta la lotta civile.
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