Serie B d’eccelllenza

stagione 2003-2004

LA STORIA DEL BASKET DI VERTICE A GORIZIA

Gli albori

Scartabellando gli archivi storici goriziani alla voce pallacanestro, appare una data precisa: lunedì 24 maggio 1920 nella nostra città si gioca la prima partita ufficiale di basket. La storia locale della palla a spicchi comincia allora, come attività ricreativa su campi all'aperto e con un fondo in terra battuta. E' la pallacanestro dei pionieri, dei primi decenni del secolo, quella che poi, grazie alla passione di pochi, ha portato alla fondazione della sezione cestistica dell'Unione ginnastica goriziana, nel 1934.

Collini

Livio Collini fu il primo goriziano a vestire la maglia azzurra: esordì il 6 ottobre  del ‘49 in Italia-Svizzera.

Le prime serie A

Scorrendo nel tempo si arriva, nel '44-'45, al primo campionato nazionale e, nella stagione successiva, all'esordio in una serie A ancora divisa in raggruppamenti regionali. "Serie A", una sorta di bengodi che l'intera città insegue, afferra e poi perde più volte nel corso dei primi decenni. Gli Anni 50 passano tra alti e bassi, quelli 60 vedono invece la comparsa dei primi sponsor (Zoppas e Splugen Brau) e dei primi giocatori americani (Green e Webster). Gioie e delusioni si alternano a ritmo vertiginoso, con la costante di un pubblico innamorato che fa letteralmente ribollire la Sala maggiore dell'Ugg, un "catino infernale" alimentato da un clima di indescrivibile partecipazione.

Zoppas

Bruno Gubana (nella foto il primo a sinistra) è l’allenatore dell’Ugg Zoppas nel 1961-’62.

Gli Anni 70

A metà degli Anni 70 il basket cambia: dalla stagione '74-'75 la serie A si scinde in A1 e A2 e Gorizia, con il marchio storico Patriarca e sotto la guida di Riccardo Sales, vi approda dopo un'annata esaltante. Ma vivere di alti e bassi è il vizietto di Gorizia che legata a marchi diversi, come Pagnossin, Tai Ginseng o San Benedetto, rimbalza dai quarti di finale di Coppa Korac alla A2.

La Patriarca che partecipò al campionato di serie A2 1975-1976:  accosciati, da destra,  Alberto Ardessi, l’allenatore Riccardo Sales, Otello Savio; in piedi, da destra, Giordano Marusic, Giampiero Cortinovis, l’americano John Garrett, Mauro Fortunato, Desio Flebus; sulla scala, Claudio Soro, Nereo Gregorat, Lino Furlan e Rino Bruni.

Patriarca

Gli anni d’oro

Nella stagione 1981-1982, Gorizia chiude il campionato di serie A2 al secondo posto e accede ai play-off per lo scudetto: l'avversario si chiama Cagiva Varese. Bill Mayfield e Charlie Jones, i due "mori", fanno miracoli e, tra la sorpresa generale, l'ostacolo viene saltato alla terza gara, in trasferta, partita grazie a una indimenticabile partita finita ai supplementari e decisa da un canestro da metà campo di Biaggi. Nei quarti di finale, poi, servono tre partite alla Berloni Torino per far fuori la San Benedetto che colleziona, comunque, il settimo posto assoluto.

Jones

Il pivot Charlie Jones dopo l’avventura di Gorizia con la maglia della San Benedetto tornerà negli Stati Uniti per giocare a lungo con i professionisti della NBA.

La stagione '82-'83, storica in senso assoluto per lo scudetto del Bancoroma di Larry Wright, è d'oro anche per la nostra città. Gorizia, con ancora Mayfield e l'ex campione olimpico e Nba Tom Lagarde, chiude all'ottavo posto la stagione regolare: negli ottavi dei play-off si sbarazza della Sav Bergamo e nei quarti, tra lo stupore generale (e una contestazione agli arbitri con assedio allo spogliatoio al termine di gara-due), cede di misura, dopo una partita indimenticabile, proprio ai romani futuri campioni d'Italia.

Mayfield

Palazzetto stracolmo per William “Bill” Mayfield, uno dei migliori Usa mai approdati a Gorizia.

Addio A1

L'A1 viene salutata al termine della stagione '83-'84, con l'ex ct della Nazionale, Giancarlo Primo, in panchina. E' una discesa senza freni: quello '86-'87 è il campionato del famoso spareggio di Bologna (lo sponsor è Segafredo, l'allenatore Bosini) dove, per la sfida con i cugini di Trieste, arrivano oltre duemila goriziani. Tra i cadetti ci va la Stefanel di Tanjevic, ma quello goriziano è solo un rinvio. La San Benedetto (di nuovo sulle maglie isontine) finisce in serie B al termine della stagione 1989-'90.

Vargas

Josè Vargas, uno dei tanti giocatori stranieri passati per Gorizia durante la stagione 1989 - 1990: con il dominicano (nella foto contro “Gorilla” Dawkins e un giovane Riccardo Morandotti, alfieri della Ipifim Torino) la San Benedetto scivolò in B1.

L’era Terraneo

Sono gli anni della gestione Terraneo, l'imprenditore canturino trapiantato a Gorizia che con i marchi Diana, Bernardi e Ciemme non si tira indietro e fa di tutto per risalire la china. Ci riuscirà nel '93-'94, con il "mostro sacro" Drazen Dalipagic in panchina. Gorizia così è di nuovo in A2, dove soggiornerà per altri quattro campionati. Il primo di ambientamento (sul neutro di Udine per l'indisponibilità del palazzetto di via delle Grappate, in fase di ristrutturazione); il secondo "a luci e ombre" dopo gli innesti dei talentuosi ma incostanti Corradino Fumagalli e Mark Davis (con il marchio Brescialat); il terzo illusorio, perchè culminato con la bocciatura nella sfida promozione contro la Cfm Reggio Emilia nonostante la leadership di Antonello Riva; il quarto trionfale. Come potrebbe essere altrimenti definito un torneo vinto ai play-off dalla Dinamica contro la sportivamente odiata Trieste? Gorizia viene promossa in serie A1 al termine di gara-quattro, il 28 maggio 1998, davanti a 5.085 spettatori che contribuiscono al tutto esaurito per un record d'incasso di 120 milioni 870 mila lire. E nella notte, fino all’alba, la città impazzisce.

in A1 si va...

E’ giovedì 28 maggio 1998, sono le ore 22.15 in punto: battendo la Genertel Trieste in gara-4, dopo 14 anni Gorizia è di nuovo in serie A1.

Un anno e Raida vende l’A1 a Pesaro

E' l'inizio della fine, però: raggiunta l'A1, Terraneo conferma il preannunciato addio e per rilevare la società si va avanti soltanto un gruppo di piccoli azionisti locali guidati dal commercialista Stellio Raida, personaggio sconosciuto sotto l’aspetto sportivo e della potenzialità  economica. Gorizia si salva sul campo, terminando in crescendo una stagione nata male ma finita a un passo dai play-off, grazie all'allenatore Franco Ciani (subentrato a Tonino Zorzi) a un talento come il russo Sergej Bazarevich, al nazionale Michele Mian (nell'estate '99 campione d'Europa con l'Italia), all'ex azzurro Alberto Tonut e a un paio di vittorie di grande prestigio, in prima fila quelle sui campioni continentali in carica della Virtus Kinder Bologna e sulla Benetton Treviso.

Raida, puttana, l'hai fatto per la grana: gli ultras cantavano così sull'amato presidente...

Stellio Raida

Ma i successi tra i canestri non cancellano le  incertezze della gestione Raida così Gorizia, per evitare il fallimento della società, dopo aver sfiorato lo scudetto juniores con il gioiellino Andrea Pecile in bella mostra, all'inizio di giugno viene venduta, all'insaputa di tifosi e autorità, all'imprenditore pesarese Valter Scavolini che con i soldi, e la compiacenza del presidente della Federbasket professor Fausto Maifredi, riesce a risollevare le sorti di una Pesaro finita in disgrazia.                                            La Pallacanestro Gorizia è sparita, cercasi disperatamente erede!

Mian medaglia d'oro agli Europei '99

Michele Mian (qui con Abbio) saluta Gorizia con una medaglia d'oro agli Europei: nell'estate '99 seguirà i "diritti" di A1 a Pesaro.