La "Grotta" di Andrea Bafile

Associazione Culturale e Ricreativa "A.Bafile"


Poco distante da Guardiagrele, in località Bocca di Valle (650 metri sul livello del mare), si trova un monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale.
Sulla roccia è incisa una bellissima dedica ("Figli d'Abruzzo/morti combattendo per l'Italia/e sepolti lontano/tra le Alpi e il mare/la Maiella/madre/vi guarda e vi benedice/in eterno"), mentre, all'interno, si possono ammirare tre grandissimi pannelli dipinti da Basilio e da Tommaso Cascella.
Sotto questa lapide è scavata un'ampia grotta che conserva le spoglie di Andrea Bafile, marinaio aquilano morto sul Piave, nel 1918,  per la salvezza dei suoi soldati, guadagnando la Medaglia d'Oro al Valor Militare.
L'arrivo delle spoglie dell'Eroe in terra guardiese, che ha tra l'altro segnato la nascita della rinnovata simbiosi tra Marinai ed Alpini, fu illustrato per la copertina de "Il Corriere della sera" da una bella tavola di Beltrame.
La rievocazione di quel lontano e pur commovente avvenimento è celebrata, ogni anno, dall'Associazione Culturale e Ricreativa "A.Bafile", nata a Bocca di Valle nel 1996.

Associazione Culturale e Ricreativa "A.Bafile"

Il "Catozzo"

Concorso di prosa e poesia riservato agli alunni del secondo ciclo della  scuola elementare di Guardiagrele (Giugno 2001)
 

Festa delle montagna: commemorazione di A. Bafile

Commedia teatrale in vernacolo abruzzese
Chi spute vilene...vilene arcoje!
di Bruno Pagliara


"IL CATOZZO"

La manifestazione "Il Catozzo", organizzata per il quarto anno consecutivo dall'Associazione Culturale Ricreativa "A. Bafile" di Bocca di Valle, ha lo scopo di riscoprire e di far rivivere ai cittadini guardiesi uno dei mestieri più antichi delle genti di montagna, quello del carbonaio.
In particolare, essa ha lo scopo di ripercorrere insieme le tappe principali di una delle attività più significative del duro lavoro del carbonaio: la realizzazione del catozzo (la carbonaia) per la produzione del carbone di legna.
La manifestazione si articola in diversi momenti, quali: la raccolta della legna, la realizzazione vera e propria del catozzo, l'accensione del fuoco, la combustione della legna e, infine, l'estrazione del carbone e la sua distribuzione ai partecipanti.

Il catozzo è una catasta di legna, generalmente di faggio o di quercia, avente la forma semisferica e ricoperta, in superficie, da paglia, foglie e terriccio.
Tale struttura presenta un camino centrale, alto circa 1 metro, costituito da pezzi di legna incastrati a formare una specie di piccola torre dall'altezza variabile.
I massi disposti alla base della carbonaia servono a sostenere l'intera struttura e ad evitare il crollo della terra di copertura; i piccoli sfiatatoi (le cosiddette fumaiole), invece, sono indispensabili alla fuoriuscita del fumo durante la combustione della legna.
L'accensione del fuoco all'interno della carbonaia avviene attraverso il camino centrale e serve a provocare la combustione che, in difetto di ossigeno e di aria,  procede gradualmente, raggiungendo temperature dell'ordine di 500-600°C.
In base alla grandezza del catozzo, e cioè alla quantità di legna utilizzata, varia anche il tempo necessario per il completamento del processo. La combustione può durare anche una settimana, mentre la resa finale del carbone rispetto alla legna è di circa il 20%.
Durante il procedimento, la carbonaia va controllata frequentemente, per ricoprire i buchi eventualmente presenti e per aggiungere continuamente tronchetti di legna.
Quando la carbonaia è quasi spenta si procede alla rastrellatura della terra circostante e all'estrazione del carbone.
Il carbone di legna così ottenuto è poco inquinante, essendo quasi privo di zolfo e di elementi volatili.

IL CONCORSO DI POESIA E PROSA

Il concorso di poesia e prosa, annesso alla manifestazione "Il catozzo", è riservato agli alunni del secondo ciclo della scuola elementare di Guardiagrele. Esso ha lo scopo di coinvolgere anche i più piccoli nelle attività culturali e ricreative organizzate dall'Associazione "A. Bafile".
In particolare, l'iniziativa è nata dal desiderio di guidare i bambini nella scoperta dei mestieri e delle tradizioni del nostro paese e della nostra gente.
L'idea di coinvolgere nella manifestazione gli alunni e gli insegnanti, è apparsa, quindi, la via migliore per progettare un'efficace collaborazione tra l'istituzione scolastica e il bacino territoriale e, soprattutto, per aiutare i bambini a maturare o a recuperare la propria identità, a conoscere se stessi e l'intera realtà che li circonda. Invitare gli alunni alla scrittura creativa è stata, invece, l'idea migliore per sollecitare i più piccoli ad esprimersi, ad elaborare i propri pensieri e a manifestare, inoltre, le infinite risorse delle proprie fantasie.
L'intento principale di questa iniziativa è quindi quello di chiamare i più giovani a sperimentare i sentieri della comunicazione, facendo particolare uso dei disegni, della parola e, soprattutto, dei versi e della prosa.
Al di là della considerazione estetica e dell'idea di "gara" che ha nutrito fin dall'inizio i componimenti presentati dai piccoli concorrenti, l'attenzione va portata più sul "produrre" che sul "prodotto": ogni espressione, infatti, è il frutto di tanto impegno e di tanto lavoro e, allo stesso tempo, vuole essere anche frutto di altrettanta gioia, quella che si prova nel prendersi gioco delle parole e dei propri pensieri e, forse, anche di se stessi.

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Il concorso di poesia e prosa si è svolto seguendo determinati "momenti", densi di significato didattico ed educativo.
Il primo momento è stato quello della presentazione della manifestazione "Il Catozzo" e del concorso annesso agli insegnanti delle classi coinvolte.
Il secondo, invece, è stato quello del coinvolgimento degli alunni e della loro sensibilizzazione al catozzo, attraverso la spiegazione, il dialogo e, soprattutto, la visione della videocassetta a tema, realizzata nel corso della passata manifestazione.
Il momento successivo è stato rappresentato dalla realizzazione e dalla consegna degli elaborati da parte degli alunni (21 Maggio). A questo, poi, ha fatto seguito la lettura e la valutazione dei componimenti da parte della commissione giudicatrice, appositamente nominata dall'Associazione.
In ultimo, ma sicuramente non di minore importanza, soprattutto per i correnti, è stato il momento della premiazione.
L'esperienza del presente concorso ha richiesto lunghi tempi di organizzazione e di coordinazione; tuttavia rimane un'esperienza piacevole, da riproporre al più presto, magari coinvolgendo anche gli alunni delle altre scuole ed estendendo il tema del concorso anche alle altre tradizioni e agli altri mestieri delle genti di montagna.
 
 

Chi spute vilene...vilene arcoje!

Due comari, Jolande e Marije, si incontrano su una piazza; una esce dalla farmacia e l’altra dal negozio di alimentari. Iniziano ben presto a raccontare pettegolezzi su Luise e Rusine, le loro commarucce, figlie di cummara Flumene e di cumbà Dunate.Hanno sentito nei negozi che le due commarucce stanno per fidanzarsi in casa con due fratelli, due giovanotti di un altro paese, che svolgono mestieri… “particolari” che fanno incuriosire le due donne e danno subito adito ad altri pettegolezzi e malintesi.Gli stessi pettegolezzi animano pure le accese discussioni fra Flumene e Dunate e fanno preoccupare non poco anche le due ragazze, ormai pronte per il fidanzamento.
Alla fine, saranno proprio i due giovanotti a svelare, in casa delle fidanzate, il mistero che è nato attorno ai loro mestieri e ai loro natali.Dopo tanto parlare, le comari sono chiamate a festeggiare il fidanzamento avvenuto e a scoprire…ben altre verità!
Lo spettacolo vuole fornire lo spunto per riflettere su come una bonaria ignoranza possa dar adito a spiacevoli malintesi e incomprensioni.Vuole far capire, proprio come recita il proverbio, che: “chi semina vento, raccoglie tempesta”.