Storia delle comunicazioni di massa
  Dott. U. Dante


Studi e ricerche per la preparazione agli esami universitari

 

L'avvento della televisione in Italia.
Testimonianze dirette sugli eventi e su alcuni dei primi programmi televisivi più noti




Introduzione
Elenco delle interviste
Commento alle interviste
Documentazione sui programmi televisivi citati
 

INTRODUZIONE
 

I mass-media sono i mezzi per comunicare che raggiungono un largo pubblico senza che si instauri alcun contatto personale tra chi emette e chi riceve i messaggi.
Essi ( la televisione, la radio, i giornali, i libri, i dischi e i cartelloni pubblicitari) hanno un forte potere socializzante; sono una delle principali fonti di informazione ed esercitano influenza su gruppi sempre più ampi, accomunando gusti, mode e opinioni.
Nella complessità del mondo d'oggi, l'efficienza dei servizi di comunicazione è condizione indispensabile del progresso economico e civile.
Il mezzo più importante è forse la televisione che, introdotta in Italia nei primi degli anni Cinquanta, si afferma ben presto come il medium familiare per eccellenza, facendo passare in second'ordine la radio e il cinema.
Caratteristica determinante della televisione è " il diluvio di immagini " che essa propone indifferentemente ad ogni suo utente.
Il calligramma proposto in copertina è un invito a riflettere sull'importanza delle immagini televisive e ad essere sempre più vigili e critici, sempre meno passivi davanti alla TV che da finestra aperta sul mondo potrebbe essa stessa divenire il mondo, con il rischio che uno scherma luminoso sia scambiato per la realtà viva e concreta.
 
 

ELENCO DELLE INTERVISTE
 

1) N.M. uomo di 59 anni, operaio.

L'intervistato parla dell'avvento della televisione in Italia e dei profondi mutamenti ( economici e socio- -culturali ) che trasformano intorno agli anni Sessanta il nostro Paese.
Il signor M. fa riferimento al piccolo paese dove abitava da celibe, alla sua famiglia e al basso tenore di vita che non permetteva di acquistare un televisore.
Egli ricorda di aver posseduto una radio e di aver seguito con molto interesse gran parte dei programmi radiofonici di informazione e di musica. E, come tutti coloro che non potevano permettersi un televisore, il signor M. continuava ad ascoltare la radio, ogni giorno.
Tuttavia, nonostante questa sua abitudine, anche l'attenzione del signor M. viene catturata dalla novità, dall'immagine, ( oltre che dalla parola parlata e scritta ) che la televisione emette.
" In famiglia abbiamo comprato il televisore nel 1960 ma, anche prima dell'acquisto, ho seguito i programmi televisivi. Mi recavo a casa di un amico, l'unico del quartiere a possedere l'apparecchio già dal 1957. Ogni sera, dopo il lavoro, c'incontravamo in tanti per andare a vedere lo spettacolo, in casa di P. o nel locale pubblico di S., poco lontano dalla nostra zona. Era un appuntamento emozionante perchè permetteva a uomini e donne di stare insieme e di condividere una bella esperienza che, dalle ore 21 alle ore 23, rappresentava lo svago più aspettato dopo un'intera giornata di lavoro ".
Per quanto riguarda il programma televisivo preferito, il signor M. dichiara di aver seguito con più interesse le trasmissioni del passato il cui ricordo, a distanza di anni, evoca momenti entusiasmanti e commoventi.
A proposito di ciò dice che " bisognerebbe ritornare al passato e ripassare la lezione dei vecchi maestri " affinchè la televisione attuale ponga rimedio al notevole calo degli ascolti.
L'intervistato, che si dichiara un amante dei quiz, accenna al noto " Lascia o raddoppia " e dice: " oggi trovi dovunque ( riferito ai numerosi canali ) trasmissioni di questo genere, ma sono solo la brutta copia del primo quiz televisivo. Le domande di oggi sono troppo facili e banali e i vincitori non sono tanto preparati da passare alla storia e diventare persone famose ".
Dopo questa affermazione ho invitato il signor M. a parlare di "Lascia o raddoppia" e delle caratteristiche principali che l'hanno resa così nota.
" La novità introdotta da questa trasmissione - dice il signor M. - è che vi partecipavano concorrenti di tutta Italia ". Questi ultimi diventavano noti al pubblico solo per l'aver risposto a domande attinenti la materia da loro scelta e per l'aver vinto più volte fino ad arrivare alla cabina e al raddoppio finale.
Per il ritmo incalzante della domanda - risposta, la trasmissione risulta molto coinvolgente anche per il pubblico che la segue da casa e che sogna di parteciparvi per apparire in televisione, mostrare la propria preparazione culturale e vincere i cinque milioni messi in palio.
 
 

2) M.B. donna di 50 anni, impiegata.

La signora M. ama la musica leggera e, in particolare, quella italiana che segue soprattutto alla radio, il mezzo che più della televisione, le tiene compagnia nelle ore pomeridiane e in quelle di relax.
A proposito del rapporto attuale televisione - musica, dice: " Non amo i programmi che trasmettono oggi, odio le classifiche e odio i video che accompagnano le canzoni e che lasciano poco spazio alla fantasia di chi le ascolta. Preferisco, invece, le trasmissioni in cui i cantanti interpretano le canzoni dal vivo. Ogni anno, con molto interesse, seguo il Festival di Sanremo che, oltre a proporre nuovi artisti e vecchie glorie della canzone italiana, è anche un evento di costume che può piacere o non piacere, ma di cui non si può fare a meno di parlare.
Oltre che alla musica, ne approfitto anche per ammirare i bellissimi vestiti dei cantanti, delle vallette e dei conduttori e per guardare i coloratissimi fiori che ornano il palcoscenico. Ho un vago ricordo di altre trasmissioni musicali, come "Il Musichiere" con Mario Riva ". La trasmissione consisteva nella gara tra due concorrenti che dovevano indovinare un motivo musicale accennato dall'orchestra e in un serie di improbabili esibizioni canore degli ospiti.
" Anche da casa - continua la signora M. - ci divertivamo a scommettere sui concorrenti e ad indovinare i motivi proposti". L'amore dell'intervistata per il " Festival di Sanremo " e il ricordo nostalgico de " Il Musichiere " sono sicuramente legati alla sua passione per la musica e per l'esibizione dell'orchestra nelle gare canore e in ogni altro programma musicale. Infatti, ella aggiunge: "...l'orchestra crea l'atmosfera, la rende elegante e coinvolgente; rivela la bravura sia dei musicisti che dei cantanti. Odio il play back e odio quelli che fanno finta di cantare".
La signora M. accenna qualche motivo sanremese e cita qualche noto cantante ( fra questi Mina, "La tigre di Cramona" ). Alla fine conclude l'intervista dicendo " grazie " alla televisione che le ha offerto l'occasione ( quando era ragazza ) di vedere i suoi cantanti preferiti, quelli che prima del 1954  ( anno in cui la manifestazione canora sanremese viene trasmessa in televisione ) aveva identificato solo nelle voci e non nei volti.
 

3) L.G. donna di 55 anni, casalinga.
 

" Ricordo con nostalgia il programma "Carosello" che seguivo da ragazza. Andava in onda tutte le sere sull'unico canale RAI alle 20,30, dopo il telegiornale. Mi commuovo pensando al passato e a mio fratello bambino che poteva restare sveglio fino a "Carosello".
Era l'appuntamento più atteso della giornata e tutta la famiglia, a casa, si radunava davanti al televisore per assistere allo spettacolo e per ascoltare i consigli per gli acquisti. Ricordo il sipario che si apriva, la musica delle trombe e dei mandolini.
"Carosello" durava dieci minuti e presentava scenette che reclamizzavano prodotti come il caffè Paulista, l'amaro Ramazzotti e lo Stock 84, il confetto Falqui e il lievito Bertolini ( scenetta animata da Mariarosa ). Il programma era animato da bravi attori, da cantanti e da grandi personaggi amati dai bambini, per esempio da Calimero, il piccolo pulcino nero".
La signora L. dice di aver seguito "Carosello" da ragazza e anche in seguito, in compagnia di suo marito. La signora L. conclude il suo ricordo facendo accenno al linguaggio facile e al funzionamento semplice ed affettuoso delle ingenue scenette che animavano "Carosello".
Dà enfasi ai programmi televisivi del passato e, in particolare, contrappone il " teatrino della sera " alla pubblicità contemporanea.
Dice: " Carosello non potrà più tornare sui nostri schermi perchè credo che i telespettatori di oggi, diversamente da quelli di ieri, potrebbero non apprezzare gli slogan di Marcello Marchesi".
La signora parla del grande cambiamento avvenuto nella nostra società dal 1977 ( anno in cui "Carosello" lascia la televisione ) ai giorni nostri, tempo in cui " il linguaggio è più moderno e fare pubblicità è una cosa completamente diversa e più difficile".
A tal proposito ella dice: " La pubblicità di oggi non è amata e desiderata dal pubblico così come è stata quella di "Carosello". Subito dopo punta l'attenzione su un' altra differenza riguardante i modi di reclamizzare nel corso degli anni: è il colore, l'elemento che nelle scenette di "Carosello" non è presente, ma è componente fondamentale delle suggestive immagini della pubblicità attuale.
Infatti, è solo nel 1975 che si ha l'avvento del colore nella televisione italiana e quindi la profonda trasformazione di questo mezzo di comunicazione. Il colore arricchisce l'immagine, le conferisce espressione e vivacità suscitando nell'osservatore sensazioni ed emozioni. Attualmente il colore è un elemento determinante anche nella pubblicità televisiva che, servendosi di esso, si rende più realistica, incisiva e suggestiva.
 

4) D.P. uomo di 61 anni, insegnante.
 

" Sono sempre stato critico nei confronti di questo mezzo di comunicazione, soprattutto per quanto riguarda il suo potere di persuadere e condizionare il pubblico".
Con altrettanta decisione l'intervistato, stimato professore del mio Paese, ha risposto alle domande proposte facendo riferimento soprattutto al suo amore per l'insegnamento.
Ho preso parte al colloquio con molto interesse  e ho ascoltato le opinioni del signor D. che si sofferma a parlare a lungo della televisione come mezzo che ha stravolto la normale comunicazione fra emittente e ricevente.
Infatti "...con essa - dice l'intervistato - si instaura un rapporto che è a senso unico e quindi non dà alcuna possibilità di interazione e di dialogo".
Da questo argomento prende spunto per parlarmi di come il guardare la televisione possa essere un'attività passiva, soprattutto per i giovani che possono diventare videodipendenti perchè non vengono educati a fruire correttamente del mezzo.
" Molti genitori - dice l'insegnante - si servono della televisione come di una sorta di baby - sitter e non educano il bambino a saper selezionare i programmi, ad assumere progressivamente un atteggiamento responsabile e critico nei confronti delle trasmissioni televisive. Questo difficile compito viene svolto dalla scuola, ovvero dall'istituzione che meglio intende sfruttare le opportunità e le potenzialità che la televisione offre".
Il signor D. prende in considerazione alcuni dei maggiori problemi ( inerenti al tema ) sui quali insegnanti e studiosi di ogni genere continuano a discutere da anni, fra questi quello del tempo trascorso dai ragazzi davanti allo schermo e l'influenza della televisione sulla salute fisica e mentale di ognuno.
Invitato da me a parlare della " TV dei ragazzi " e a ripercorrere il suo sviluppo nel corso degli anni, il signor D. colora di note positive i vecchi programmi televisivi per il pubblico più giovane. Questi "...erano realizzati non solo per divertire, ma anche per trasmettere conoscenze e insegnare valori morali. I programmi degli anni Sessanta avevano veramente una impronta educativa e sicuramente furono di grande aiuto ai ragazzi che, per diversi motivi, non potevano frequentare la scuola. Personalmente, però, non credo che la TV possa sostituire la scuola e la figura dell'insegnante; quindi ho apprezzato maggiormente e, apprezzo ancora, i programmi che divertono ed insegnano contemporaneamente, ma senza affaticare ed annoiare i ragazzi".
L'intervistato dice ancora: " Se dovessi scegliere fra i programmi per ragazzi che sono più seguiti attualmente di certo preferirei " Solletico ", " L'Albero Azzurro " e lo " Zecchino D'oro " ai cartoni animati giapponesi. In passato, invece, anch'io  ho seguito qualche puntata del quiz " Chissà chi lo sa? ", una gara fra squadre di ragazzi provenienti dalle scuole di tutta ltalia. Oltre ad essere piacevole da guardare, il programma stimolava la curiosità e la voglia di sapere".
Il signor D. dice che la televisione di oggi è carente di programmi per ragazzi che siano intelligenti e ben organizzati. Dice di apprezzare ancora " Lo Zecchino D'oro " che, nato nel 1957, è tuttavia la gara canora fra bambini più seguita da grandi e piccini.-
La trasmissione è animata dalla presenza del coro dell'Antoniano di Bologna e dalla partecipazione di personaggi noti, come il misterioso Mago Zurlì e il pupazzo Topo Gigio che " continuano ad alimentare, in maniera semplice e simpatica, l'immaginazione e la fantasia dei bambini più piccoli".
 

6) A.T. donna di 55 anni, commerciante.
 

L'intervistata ha un buon rapporto con la TV che ella considera soprattutto " mezzo di evasione, di svago, di intrattenimento e di divertimento popolare". La signora A. preferisce guardare le telenovelas, i programmi di attualità e i varietà che ella segue ormai da anni.
" Mi diverte lo spettacolo televisivo che è ricco di canzoni , di ospiti illustri e soprattutto di comici. Per questo rimpiango il programma " Canzonissima " e il suo susseguirsi di presentatori, subrette e grandi personaggi che danno vita ad uno spettacolo semplice e divertente.
Da più di trent'anni gli ingredienti del varietà sono gli stessi, ma le attuali trasmissioni mancano di inventiva, lanciano i protagonisti allo sbaraglio e non riescono a far colpo sul pubblico come invece avvenne per "Canzonissima".
L'avvento della televbisione in Italia, per la signora A., è strettamente collegato all'affermarsi di alcuni caratteri che costituiscono la grande forza della televisione e che hanno permesso a quest'ultima di conquistare un grande vantaggio sulla radio : sono le proprietà di immediatezza e attualità che fanno leva soprettutto sull' immagine che la televisione emette continuamente e che permette allo spettatore di " vedere ciò che accade realmente", di sentirsi continuamente partecipe e coinvolto nella " scena " che accompagna l'intero pubblico italiano.
Per quanto riguarda invece le telenovelas, l'intervistata dice che queste " fanno sognare ad occhi aperti perchè raccontano di amori appassionanti e di situazioni coinvolgenti".
La signora apprezza la TV commerciale ( in particolare Rete 4 e Canale 5 ), che introdotta nella metà degli Anni Settanta propone quotidianamente palinsesti ricchi di telenovelas, soap opera e quiz popolari ( la signora fa l'esempio di "OK il prezzo è giusto" condotto da Iva Zanicchi ) in orari che si adattano abbastanza bene alle esigenze della sua vita quotidiana.
 

7) V.C. uomo di 60 anni, medico.
 

" Non sono mai stato un telespettatore appassionato. Solitamente però guardo i telegiornali e l'informazione in generale: talk show, dibattiti, tribune politiche, rotocalchi e programmi di medicina e salute. Ciò che mi colpisce maggiormente è l'immediatezza del mezzo televisivo e le sua capacità di dare notizie in tempo reale".
A proposito di questa caratteristica il signor V. ricorda l'evento che più  di ogni altro gli ha fatto apprezzare questo mezzo e la sua emissione de programmi ventiquattro ore su ventiquattro: è il tentativo di recupero di Alfredino, il bambino caduto in un pozzo nel giugno del 1981.
L' "evento" è stato trasmesso dai canali della RAI in diretta e senza interruzioni, suscitando interesse, commozione e, soprattutto, partecipazione in milioni di telespettatori.
Secondo il signor V. la trasmissione ventiquattro ore su ventiquattro ore è una conquista molto positiva per il mondo della comunicazione, poichè essa è, per il telespettatore, sinonimo di libertà nella scelta e, nel caso citato, è possibilità di avere informazione e aggiornamento continui.
Dalla vicenda di Alfredino l'intervistato prende spunto per parlarmi anche di coloro che " fanno " la televisione e, in particolar modo, dei giornalisti che devono reperire e fornire notizie ( in occasioni come queste in modo diretto e immediato ) ad un pubblico sempre più attento ed esigente.
" Attualmente ci sono giornalisti di buona levatura quali G.Lerner, M.Santoro e M.Costanzo che cercano di svolgere il loro lavoro in maniera autonoma e responsabile. Questo non vuol dire che non ci siano giornalisti  che farebbero meglio un altro lavoro ! Oltre all'informazione mi piace molto vedere i vecchi film in bianco e nero e seguire le partite di calcio, specie quelle della nazionale. Ad esempio ricordo ancora con grande emozione la finalissima " Italia - Germania "  ai mondiali di Spagna del 1982".
 
 
 

COMMENTO ALLE INTERVISTE
 
 

Le interviste raccolte sono nate dall'intenzione di voler conoscere quale impatto ha avuto la televisione sulla gente ( all'epoca del suo avvento in Italia ) e di voler ricostruire la storia di questo mezzo di comunicazione attraverso le testimonianze dirette sugli eventi e i programmi più noti e significativi.
Da ogni intervista emerge chiaramente che la televisione, introducendo l'immagine quasi a sostituzione completa della parola, ha modificato totalmente il modo di comunicare.
Basti pensare a quanto la gente ha apprezzato ( e apprezza ancora ) il carattere di immediatezza della televisione, la possibilità, per il singolo, di tenersi in contatto con il resto del mondo ( anche quando si trova nel posto più isolato ) e di ricevere le immagini di un evento in " diretta", nello stesso momento in cui esso si verifica.
Il mezzo televisivo è apprezzato per l'aver ampliato gli orizzonti e ridimensionato le distanze tra i cari individui.
Essa ha permesso alle persone di viaggiare nel mondo stando tranquillamente sedute sulle loro poltrone.
La televisione ha anche avuto un ruolo fortemente pedagogico ed educativo che ha contribuito soprattutto alla duffusione della lingua nazionale fra tutti i cittadini del nostro Paese.
Alla televisione, in particolare a quella delle origini, va anche il merito di aver riunito le persone nei luoghi pubblici, nei bar, nelle parrocchie e nelle sezioni di partito: infatti, è proprio quì che nei primi anni Sessanta la gente guarda la televisione in compagnia di altre persone, discute e condivide con loro l'emozionante esperienza della novità del mezzo, dell'immagine e della " sconvolgente " dimostrazione dell'esistenza di un mondo diverso dalla singola realtà quotidiana.
Col passare degli anni , la televisione, come si evince dalle interviste, diventa " oggetto " comune a tutte le case dove ognuno crea un suo angolo - cinema, dove i programmi vengono gustati in una atmosfera ideale, senza ulteriori spese.
La pigrizia, negli ultimi tempi,  è ormai assecondata ancora di più dal telecomando e l'unico lato negativo che infastidisce i telespettatori è costituito dal continuo bombardamento pubblicitario e dalla interruzione del film o del programma che questo genera.
Dagli anni dell'avvento delle emittenti private la pubblicità televisiva dilaga sempre di più, spingendo al consumismo e introducendo nel campo del linguaggio comune slogan che sono a volte stupidi e banali, considerazione, questa, che emerge anche dall'intervista delle signora L.G.
Stupisce, invece, che solo una persona sulle sei intervistate, abbia fatto riferimento alla televisione commerciale e ai canali privati che, nella metà degli anni Settanta, hanno completamente rivoluzionato i canoni di trasmissione ai quali i telespettatori erano abituati.
I network privati organizzano  i loro palinsesti soprettutto su spettacoli di evasione e di divertimento destinati alle diverse fascie di età e di pubblico.
Ancora a proposito delle interviste, devo ammettere di aver seguito con più interesse e passione il colloquio con il signor D. a proposito della televisione per ragazzi.
Per non fuorviare, durante l'intervista, ho dovuto più volte invitare il signor D. ad attenersi al tema proposto: il suo discorso, infatti, ha toccato anche la problematica relativa al rapporto televisione - lettura e l'intervistato, a questo proposito, ha detto che, spesso, il potere dell'immagine può far scomparire il piacere di leggere pèerchè, mentre il televisore impigrisce, il libro tienew sveglia la mente del lettore ( che naturalmente è portato ad immaginarsi quello che non vede ).
Inoltre, il signor D. parla della necessità di insegnare a " leggere " anche l'immagine affinchè anche questa, come la pagina stampata, possa essere analizzata e sottoposta a critica.
 
 
 
 

BREVISSIMA DOCUMENTAZIONE SUI PROGRAMMI TELEVISIVI
(in ordine di citazione)

" Lascia o raddoppia "                 Programma di quiz presentato da Mike Bongiorno, in onda dal 1955
                                                  al 1959

" Il musichiere "                           Gioco musicale a premi condotto da Mario Riva, in onda dal 1957 al
                                                  1960.

" Il Festival di Sanremo "              Festival della canzone italiana nato nel 1951

" Carosello "                                " Teatrino pubblicitario della sera " in onda dal 1957 al 1977

" Solletico "                                 Programma per bambini in onda su RAI UNO dal 1994

" L'albero Azzurro "                      Programma per bambini in onda sui canali RAI UNO e RAI DUE
                                                  dal 1991.

" Lo Zecchino D'oro "                  Gara canora per bambini nata nel 1957.

" Chissà chi lo sà ?"                     Trasmissione di quiz per giovani nata nel 1961.

" Canzonissima "                          Gara musicale abbinata alla Lotteria di Capodanno trasmessa
                                                   in televisione dal 1959 al 1975.

" OK il Prezzo è Giusto "              Quiz in onda sui canali della Fininvest dal 1983