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I SARCOMI MAMMARI

Dr. Gian Paolo Andreoletti, Specialista in Oncologia, Giornalista scientifico, Bergamo

 

Da un punto di vista istologico le neoplasie della mammella sono nella gran parte dei casi di origine epiteliale. Esse originano dall’epitelio dell’unità ghiandolare duttulo-lobulare. Nel 70% dei casi si tratta di carcinomi duttali, nel 15% dei casi di carcinomi lobulari; di più raro riscontro sono alcune altre varianti istologiche, come il carcinoma papillare (presenza di formazioni papillifere), midollare (caratterizzato da abbondante infiltrato linfocitario) e mucinoso o colloide (isolotti ghiandolari circondati da abbondante mucina), tutti a prognosi abbastanza favorevole.

Di eccezionale riscontro, sia nel sesso femminile che in quello maschile, sono i tumori mammari di origine mesenchimale (sarcomi). Essi non superano l’1% dei tumori maligni della mammella.

 

Aspetti istologici

Da un punto di vista istologico le neoplasie connettivali maligne della mammella sono rappresentate dall’angiosarcoma (il sarcoma più frequente), dal cistosarcoma filloide o tumore filloide maligno (variante maligna del tumore filloide: si presenta come una massa di grosse dimensioni, che talora infiltra il muscolo circostante; tende a recidivare localmente dopo un intervento di asportazione), dal fibrosarcoma, dal liposarcoma, dal sarcoma osteogenico, dal condrosarcoma, dal leiorabdomiosarcoma, dall’istiocitoma fibroso maligno. Sono segnalati in letteratura anche casi di linfomi primitivi non Hodgkin della mammella: nelle forme iniziali il linfoma può simulare l’aspetto clinico e radiologico dei fibroadenomi.

 

Diagnosi

Da un punto di vista diagnostico, la ecografia e la mammografia presentano una scarsa sensibilità, al fine di stabilire la natura sarcomatosa di una neoformazione mammaria. La diagnosi definitiva è quindi possibile solamente attraverso l’esame istologico per inclusione.

 

Terapia

Nel caso dei sarcomi della mammella non sono indicate né la radioterapia, né la chemioterapia, per la scarsa sensibilità delle cellule tumorali sarcomatose a questi trattamenti.

Trova indicazione solamente la terapia chirurgica. L’intervento di scelta è costituito dalla mastectomia totale, tranne nei casi in cui la neoplasia presenti dimensioni limitate ed un intervento conservativo permetta quindi di asportare una sufficiente quantità di tessuto mammario sano circostante il tumore.

L’intervento chirurgico su una mammella affetta da un sarcoma non prevede l’esecuzione di una dissezione linfoghiandolare ascellare, in quanto i sarcomi tendono a diffondere per via ematogena e non per via linfatica, per cui non si osservano metastasi linfoghiandolari. Solo nel caso di rarissime forme tumorali miste (carcino-sarcomi) la linfoadenectomia può trovare una giustificazione biologica e clinica.

 

BIBLIOGRAFIA

 

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