LA VIABILITÀ
Trattandosi di insediamento in zona collinare,
la viabilità interna è priva della caratteristica regolarità degli impianti stradali
romani, normalmente caratterizzati da strade che si incrociano ad angolo retto, a partire
dal cardo e dal decumanus.
Nonostate ciò, la viabilità interna di Firmum è da ricollegarsi in ogni caso alla
prosecuzione delle vie che collegavano l'abitato al territorio circostante e i cui
percorsi sono analoghi, se non identici, ad alcune delle principali strade extrurbane
odierne.
Esse entravano nell'abitato attraverso tre porte e si raccordavano tutte al forum,
posto, come accennato, ad un livello di poco inferiore all'attuale piazza del Popolo
(all'incirca dove si trova la ex Bna).
1) L'arteria più importante partiva dal lato sud del foro, proseguiva
lungo l'odierna discesa della "Sapienza" fino ad una porta urbana posta non
distante dall'attuale "Torretta". L'odierna via Brunforte era esterna, mentre la
costruzione di Porta Santa Caterina appartiene ad un'epoca medievale e al corispondente
ampliamento a sud dell'abitato.
Era la via più importante che collegava Firmum al suo porto, alla via
litoranea fino alla via Salaria: era la "Via Pompeiana", così denominata
perche' lungo il suo percoso, secondo la tradizione, era ubicata una grande villa del
console Pompeo Strabone.
Il tracciato non doveva essere molto diverso da quello oderno, tranne
che nel tratto terminale, più in basso.
2) L'altra direttrice di traffico partiva dal lato nord del foro, percorreva il tracciato dell'attuale corso Cefalonia fino alla Torre Matteucci, poi proseguiva su un tracciato di qualche metro più a monte di corso Cavour (e a metà strada con via Ognissanti, su un percorso ora occupato dai giardini dei palazzi), quindi su uno corrispondente a via Migliorati fino ad arrivare nell'area dell'attuale "Piazzetta"; qui si apriva la seconda porta urbana (davanti alla chiesa di San Zenone); la strada extraurabana proseguiva verso via Speranza e quindi nei pressi dell'odierna "discesa del Ferro" (sia pure su un tracciato sicuramente con minor pendenza) fino alla "via Faleria" che, attraverso la valle del Tenna, collegava Firmum alla via Flaminia passando per Falerio (oggi piane di Falerone), Urbs Salvia (Urbisgalia), Septempeda (S. Severino), e Nuceria (Nocera Umbra).
3) La terza e ultima direttrice partiva sempre
dal lato nord del foro, ma subito dopo pochi metri girava a destra, percorreva le attuali
discese di via Recanati e via Perpenti, attraversava la terza porta urbana situata in
corrispondenza della odierna chiesa di San Francesco, indi proseguiva verso Castellum
Firmanorum percorrendo un percorso simile all'attuale via Castiglionese (così chiamata da
Castellum) solo nel tratto iniziale: in quello successivo passava più in alto,
probabilmente in corripondenza più o meno di una delle odierne vie di campagna che
passano sulle pendici di "Monte Caccione" per rigettarsi, poi, sempre verso la
val d'Ete. Le fortifcazioni più alte del Castellum sorgevano infatti con buona
probabilità sulle pendici sud del "Monte Caccione" e la strada lo collegava
alla città e alla via litoranea.
Sempre dalla terza porta urbana partiva anche un'altra direttrice che
collegava Firmum al mare e che doveva correre dove passa l'attuale superstrada fino al
bivio S.ta Petronilla, dopo di che proseguiva certamente anch'essa sulla cima della
collina e non certo lungo la pendice destra, come invece fa l'odierna superstrada, che
invce sfrutta un tracciato utilizzato a partire dall'epoca medievale, a servizio della
"nuova" Rocca Tiepolo, costruita nel XIII sec. d.C.
Il descritto sistema viario extraurbano è
attestato dagli Itineraria: vedi MILLER Itineraria Romana (Itin. Anton.; Firmum; Castello
Firmano; Tabula Peutigeriana; Firmo Piceno; Castello Firmani).
La fondazione della colonia latina a Firmum nel 264 a.C. doveva esere
stata suggerita non solo per motivi strategici militari ma anche per motivi commerciali,
come probabilmente indica la monetazione concessa a Firmum nel primo periodo della colonia
latina e come fa pensare il fatto che gli Itineraria e i geografi facessero più frequente
riferimento a Castellum Firmanorum, vicina al porto e dove passava la via litoranea, che
non a Firmum.
Analogie con Firmum le troviamo nella colonia di Atri, in Abruzzo, di
Ansedonia, in Toscana, e in insediamenti in Dalmazia.
La viabilità del suburbio è invece attestata da nuclei in opera
cementizia di monumenti funerari e di altro tipo nonché di necropoli che, di regola
nell'epoca Romana, venivano costruiti lungo le strade suburbane ed extraurbane.
Costruzioni di questo genere sono state rinvenute in zona Salvàno (ai
piedi della Via Pompeiana, foto in basso) e presso Largo Fogliani; quest'ultimo (foto a
lato) era allineato alla via che scendeva lungo il percorso in parte sopravvissuto
nell'odierno Corso Cefalonia - Via Migliorati e che, attraverso la porta urbana sita
davanti all'attuale chiesa di San Zenone, collegava la città con la Faleriense.
La struttura di questo monumento funerario è visibile solo in parte,
da un solo lato, in un cortile privato (un tempo orti di San Zenone), incorporata tra le
costruzioni poste tra Lagro Fogliani e Largo A. Valentini ("Piazzetta").
Nella costruzione del portale della vicina chiesa di San Zenone sono
reimpiegati elementi architettonici romani, fra cui due blocchi di architrave, databili in
età giulio-claudia, provenienti dal suddetto monumento funerario il cui rivestimento è
stato completamente asportato
(vedi: sanzenone04.1.jpg ; sanzenone02.1.jpg ; sanzenone03.1.jpg)
Foto in alto: resti del monumento funerario romano che
sorge in un cortile privato dietro a Largo Fogliani (Piazzetta), vicino a S. Zenone;
qui a lato: resti di uno dei due monumenti funerario romano siti in
zona Salvàno, a nord del tratto più basso della Via Pompeiana.
(Foto tratte da "FIRMUM PICENUM" volume primo)
All'interno del centro urbano gli edifici si
sviluppavano prevalentemente lungo le vie principali e quelle secondarie vertevano su
quelle. Le due principali arterie interne che si differenziavano erano la via che
conduceva sull'acropoli, posta in cima al colle (odierno Girflalco) e che partiva dalla
parte sud del foro percorrendo più o meno le attuali via Saffi (salita di San Domenico) e
via Mazzini (salita del Duomo), e quella che partiva sempre dal lato sud del foro
collegandolo con la porta urbana verso ovest (a piazzetta) "circumnavigando" la
collina sul versante sud su un percorso che solo all'inizio coincideva con l'attuale
"strada nuova", percorrendo poi un tracciato poco più alto degli imbocchi della
galleria Vinci (dove infatti sulla collina sono visibili ancor oggi dei tagli di difficile
origine naturale) fino a ricollegarsi con l'odierna via Ognissanti.
Interessante notare come quest'ultimo percorso, utilizzato in epoca
romana, è stato poi abbandonato per quasi duemila anni prima di essere ricreato, su un
percorso a quota leggermente inferiore, nella seconda metà dell'Ottocento con la
realizzazione di Viale Vittorio Veneto (solo tratto superiore della cosiddetta
"strada nuova").
IN MARRONE LE TRE PRINCIPALI
AREE PUBBLICHE:
A) IL FORO (posto nel terrazzamento sopra la volta delle cisterne, alla quota dell'odierna
via Paccaroni);
B) L'ACROPOLI (odierna spianata del Girfalco) CON IL TEMPIO PAGANO (dove oggi si trova il
Duomo) E ALTRI EDIFICI PUBBLICI;
B) IL TEATRO (subito sotto all'Acropoli, con la scena lungo la via principale che
collegava il Foro con la porta urbana ad ovest, lungo un tracciato simile all'odierno
corso);
E I PERCORSI URBANI.