EDILIZIA PRIVATA

 

Domus privata

    Negli anni 1954 - 1958, nel corso di lavori per la costruzione del campanile del Santuario della Madonna del Pianto (zona San Francesco), venne individuata una domus: ne furono visti due ambienti, rispettivamente pavimentati a mosaico e in mattoncini, disposti a spina di pesce, a sud dell'attuale parete meridionale della chiesa.
    Curioso notare come i rilevatori dell'epoca abbiano attestato che le "strutture erano già demolite".

 

Palazzo Strabone

    Nel 1739, nel corso di lavori di ampliamento dell'Ospedale di Santa Maria dell'Umiltà (attuale Palazzo Strabone, di fronte a San Domenico), furono rinvenute lastre di verde antico attribuibili ad un insigne edificio romano che la tradizione ha voluto designato come residenza del console Pompeo Strabone, comandante della 19a Legio Firmana e che possedeva nel Fermano molte residenze (tra cui, sembra, anche una villa lungo la via che per quel motivo è chiamata sin dall'antichità Pompeiana).

 

Altri rinvenimenti

    Resti di ville appartenenti all'età imperiale sono stati rinvenuti in Via Corsica (già Via del Mattatotio), in Contrada San Salvatore (sotto il nuovo Seminario) e sul Colle Vissiano (Montagnola).
    Trattasi di rinvenimenti che hanno permesso di accertare l'esistenza di strutture murarie.

    A questi si aggiungano numerosi altri rinvenimenti di materiali vari, compreso quello del 1906, vicino a Porta S. Antonio, in cui venne alla luce un tesoro costituito da oltre quaranta chili di monete romane datate nel III sec. d.C. (epoca tardo-imperiale), quindi ben diverse dalle monete a leggenda "FIR"..

 



LE MONETE A LEGGENDA "FIR"

    L'attribuzione a Firmum delle serie di monete di bronzo con la scritta "FIR" è ormai un aspetto non più controverso delle ricerche della numismatica più antica. Non è stata raggiunta ancora certezza, invece, sulla tipologia e soprattutto sull'aspetto temporale: le monete "FIR" sono romane o sono state emesse da una zecca fermana di epoca preromana?
   
    Secondo lo storico Gaetano de Minicis, visttuto nell'Ottocento, c'era una ottima  corripondenza fra le monete prodotte dalla zecca di Firmum con quelle prodote dalle zecche di Ariminium (Rimini) e di Hatri (Atri, in Abruzzo) e l'emissione poteva essere datata ad un periodo precedente alla dominazione romana nel Piceno e nel medio adriatico, come avrebbe provato, secondo il De Minicis, il fatto che Roma non avrebbe tollerato emissione e circolazione di monete che avevano un taglio diverso rispetto a quello romano (come sembravano essere le monete "FIR") e che per di più non seguivano il sistema duodecimale della monetazione dell'Urbe ma il più comune sistema decimale utilizzato dalle popolazione adriatiche.
   
    Molti gli esperti che si sono scomodati per capire la datazione delle monete a leggenda "FIR": T. Mommsen (contrario alla datazione peromana), R. Garrucci, L. Sambon e E. A. Sydenham (che invece sono concordi col De Minicis), E. J. Haeberlin (secondo cui non esistono certezze), Secondina Cesano (che rilevava l'uguaglianza delle monete di Fermo con quelle di Rimini, Atri e di altre popolazione adriatiche, diverse da quelle romane e che quindi denotavano attività economica precedente all'arrivo dei Romani), R. Thomsen (il quale rilevava invece una lieve differenza tra le monete di Atri e Rimini da quelle di Fermo le quali, anzi, assomigliavano alle prime emissioni romane del periodo della prima guerra punica), infine M. H. Crawford (secondo il quale le emissioni di Firmum possono essere considerate una vera e propria iniezione della più antica valuta romana in terra straniera con un provvedimento attuato parallelamente alla fondazione della colonia e destinato ad avere rilevanza in un periodo molto breve e in un ambito molto limitato, cioè Firmum e il suo territorio).

    In conclusione gli studi più recenti propendono per considerare le monete di Firmum tagliate su un peso diverso dalle altre emissioni adriatiche, mentre i loro valori potrebbero essere corrispondenti a quelli della prima monetazione romana: nulla fa escludere l'uso di un criterio duodecimale, simile a quello delle monete dell'Urbe.
   
    Se la monetazione appartiene ad un periodo precedente alla deduzione della colonia di Firmum, come appare probabile, è monetazione che ha origine in ogni caso a Roma ed immessa in territori ancora non sottoposti al suo dominio diretto ma che con Roma erano già alleati (vedi allenza dei Picenti con Roma prima della conquista del Piceno da parte dei romani) e con la quale, pertanto, avevano già allacciato sicuramente fitti rapporti commerciali.
    Sembra questa, allo stato, la spiegazione maggiormente plausibile.
   
    Anche in questa circostanza, come per quella delle presunte mura preromane, sembra allontanarsi l'idea dell'esistenza sul colle Sàbulo di una città che avesse già una notevole importanza prima dell'arrivo dei Romani, avvenuto nel 264 a.C., e che non fosse, come invece probabilmente era, un semplice insediamento di popolazioni Picene.

 


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