In memoria di Paolo Ungari

Un grande guerriero del libero pensiero e dei diritti umani non é più con noi

Paolo Ungari con Francesco Venerando ai Colloqui Interculturali Mediterranei organizzati dall'Associazione internazionale COMEN a Palermo (Castello Utveggio e Palazzo d'Orléans, Novembre '98) e promossi dalla Presidenza della Regione Siciliana, a cui ha collaborato il Centro Studi e Ricerche sui Diritti dell'Uomo della Libera Università Luiss Guido Carli, di cui Ungari è stato Direttore

Paolo Ungari è stato un combattente sempre in viaggio con la sua grande borsa piena di libri da donare, sempre assorto nei suoi pensieri sui tanti destini umani, sempre pronto ad intervenire ovunque ci fosse una verità da scoprire, una battaglia da combattere per l’uomo.

Un esempio su cui riflettere di un tempo come il nostro, dove il motto "tengo famiglia" copre pietosamente un debole amore per la vita, l'incapacità di combattere per la verità, la giustizia, il bene comune, sull’altare di piccoli calcoli, piccole carriere, piccoli opportunismi.

Coerente durante la vita, coerente dopo la morte, con la scelta di una cerimonia laica: la cremazione e la tumulazione al cimitero acattolico nei pressi della Piramide di Roma. Coerente con la sua esperienza massonica, con tanto di epitaffio sulla tomba ricordante il suo essere stato in vita un Maestro Massonico.

E ricordo la prima volta che lo incontrai al Cafe Notegen, nei primi anni novanta, ad un dibattito sulla Massoneria (uno dei primi dibattiti pubblici sul tema) dove Paolo Ungari intervenne in veste di relatore in difesa della Massoneria. Ebbi modo di ascoltarlo in un’altra occasione ad un dibattito su questioni internazionali nel 1995 e di restare sorpreso della grande linearità del suo discorso, della grande onestà intellettuale che traspariva dal suo ragionare. Diventammo amici, ed ebbi il privilegio di passare molte ore insieme durante le quali mi sono arricchito di cultura, di conoscenze sulle ricchezze e le povertà degli uomini del nostro tempo da lui ben conosciuti. Era un uomo colto, allegro, combattivo, nonostante che una mole di impegni di lavoro ai limiti delle possibilità umane mettesse di frequente il suo fisico alle corde. Ma lui era sempre in viaggio.

Nonostante fosse un grande pensatore, un grande combattente, era ben conscio dei vincoli della vita quotidiana, dei suoi bisogni e quando doveva consigliare o aiutare qualcuno emergeva il suo grande senso pratico e la consapevolezza delle necessità della vita di ogni giorno.

L’ultima e più importante impresa fatta insieme sono stati i Colloqui Interculturali Mediterranei organizzati dall'Associazione Internazionale COMEN-Conferenza Mediterranea e promossi dalla Presidenza della Regione Sicilia, a cui ha collaborato il Centro Studi sui Diritti Umani della Libera Università LUISS Guido Carli, di cui era Direttore.

Oggi che Paolo Ungari non c’è più, ci resta il suo ricordo ed il suo esempio di integrità, di virtù, di coerenza tra idee professate e comportamenti praticati. Questo è il suo principale insegnamento, che potrà servire a quanti ambiscono ad occuparsi dei problemi sociali e politici del nostro tempo.

VincenzoValenzi, Roma 28 Settembre '99