CACATOA DELLE MOLUCCHE


NOME: cacatoa moluccensis
ORIGINE: Arcipelago delle Molucche
CITES APPENDICE I

Articolo datato 1994 da me redatto e pubblicato su: Italia ornitologia,Piacenza, n°6/7 anno 1994, ove è raccontata la mia esperienza di allevamento dei cacatua delle molucche:

IL CACATUA DELLE MOLUCCHE

Nell'edizione del 1977 di "Parrots of the world" di Joseph M.Forshaw ( la "Bibbia" dei pappagalli ) si legge che il Cacatua delle Molucche (Cacatua Moluccensis), vive su tre isole indonesiane:Ceram, Saparua e Haruku, è considerato comune, e dannoso per le sue incursioni nelle piantagioni di noci di cocco e di mais.

Soltanto una dozzina d'anni dopo; al congresso C.I.T.E.S.del 1989 è stato inserito in appendice 1; ossia considerato in grave pericolo di estinzione. Di conseguenza, per questi uccelli è assolutamente vietata la cattura, l'esportazione ed il commercio.

Il pappagallo è ormai scomparso a Saparua e Haruku, che sono completamente disboscate,una popolazione molto ridotta vive ancora a Ceram. Nell'agosto e settembre 1987 due ornitologi Inglesi:John Taylor e John Bowler, durante una spedizione al Manusela National Park di Ceram, un'area protetta di 1860 km.quadrati, considerata l'ultimo baluardo per il Cacatua delle Molucche, in 40 giorni di ricerche avvistarono soltanto 54 cacatua. I due ornitologi valutarono di avere però rivisto più volte alcuni pappagalli, per cui ritennero che il numero reale di cacatua visti fosse inferiore a 20.

Nell'agosto del ' 92, il signor Andrea Gazza di Parma e sua moglie Beverly, entrambi appassionati ornitologi, trascorsero 9 giorni nella foresta del Manusela Park alla ricerca dei cacatua, ne avvistarono solo 2 volare alti sugli alberi, ed in un' altra occasione, credettero di sentire le loro grida in lontananza.Ebbero poi l'avventura di conoscere un indigeno, che teneva in una gabbia 2 Cacatua Moluccensis ed un maschio di Ecletto (Eclectus roratus). Per l'equivalente di qualche decina di migliaia di lire acquistarono gli uccelli, e li liberarono poi nella foresta tra l'incredulità e lo sconcerto dei presenti. Un indigeno che pareva essere bene informato spiegò al signor Gazza che in una zona pianeggiante, coltivata, nella parte sud-est dell'isola, che non è stata esplorata nè da Lui, nè dai 2 ornitologi inglesi, i pappagalli sono ancora relativamente abbondanti.

Dagli atti del "II° International Parrot Convention" di Tenerife 1990: risulta che sono stati catturati, ed esportati con regolari autorizzazioni C.I.T.E.S.i seguenti numeri di Cacatua Moluccensis:

9639 nel 1984 - 8840 nel '85 - 9531 nel '86 - 11380 nel '87 - 8656 nel '88.

Sono stati così distribuiti: 36001 sono stati importati negli U.S.A. - 7089 sono arrivati nella Comunità Europea - 4956 sono stati importati da altri Paesi.

Il numero totale di Molucche catturati ed esportati legalmente, nei 5 anni che abbiamo preso in considerazione (certamente i più "floridi" per questo tipo di commercio) è di 48046.

Dobbiamo aggiungere a questi, un certamente non trascurabile numero di pappagalli esportati clandestinamente, ed un altrettanto importante numero di uccelli morti durante la cattura ed il trasporto.Si può ragionevolmente stimare che ogni anno da 15000 a 20000 Moluccensis, siano stati prelevati in natura in quel periodo che ha segnato il loro destino.

Se si considera che la superficie di Ceram è di 20.000 km.quadrati; in parte disboscata ed in parte montagnosa,e che i Cacatua delle Molucche, come tutti i grandi pappagalli, anche allo stato libero si riproducono molto lentamente, si poteva facilmente intuire che un prelievo così massiccio non poteva essere sopportato a lungo, e avrebbe inevitabilmente in pochi anni, portato il pappagallo sull' orlo dell'estinzione.

C'è un' evidente incongruenza nei dati sopra: nell' 87 i due ornitologi inglesi avvistarono soltanto 20 cacatua, l'anno successivo, ne furono ancora esportati legalmente 8656. Si può certamente pensare che dal momento della cattura, a quando gli uccelli sono esportati, possa trascorrere molto tempo, comunque il contrasto tra i due dati rimane troppo evidente; si avvalora quindi, l'informazione data dall' indigeno al signor Gazza, che in qualche zona meno esplorata i cacatua fossero ancora relativamente abbondanti. Da parte mia, mi limito a riportare i dati che ho attinto da libri e riviste specializzate.

Nella rivista Psitta Scene del novembre ' 92, del World Parrot Trust, è stata stilata una graduatoria delle 20 speci di pappagalli in maggior pericolo di estinzione. In questa curiosa e tragica classifica, il Cacatua delle Molucche è al 18° posto; si valuta esistano ancora 1000 soggetti allo stato libero e 4000 in cattività. E' seguito dall'Ara Giacinta (Anodorhynchus Hyacinthinus) con 3500 soggetti in libertà e 3000 in cattività. Al primo posto di questa classifica negativa, troviamo la Psittacula Eques con 18 superstiti, poi l'Ara di Spix (Cyanopsitta Spixii) con 31,seguono poi la maggior parte delle amazoni caraibiche ,qualche ara ecc.

Di fronte a queste cifre credo sia superfluo ribadire l'assurdità di volere tenere questi uccelli spaiati o come animali da compagnia.

Mi ha colpito il senso di responsabilità di un commerciante alessandrino, il quale, quando ha avuto a disposizione un molucche semidomestico ritirato da un privato, ha preferito rinunciare ad un'offerta decisamente maggiore di un collezionista, per cedere il pappagallo ad un'allevatore, dichiarandosi moralmente più soddisfatto, ed asserendo che il profitto non può essere una priorità quando si tratta di una specie minacciata.

In Australia il Cacatua Rosa (Eolopus Roseicapillus), il grande Cacatua ciuffo giallo (Cacatoa Galerita) e il Cacatua a occhio nudo (Cacatua Sanguinea); sono così numerosi, e di conseguenza dannosi per i raccolti, che in alcune regioni il governo dà un premio in denaro per ogni uccello abbattuto.

Io considero assurdo che questi uccelli siano uccisi e non esportati, ma considero ancora più assurdo, oggi che tutti parliamo di ecologia e conservazione, portare una specie sull'orlo

dell' estinzione per soddisfare i "consumatori" di animali rari. La parola "consumatori" deve essere presa alla lettera, in quanto probabilmente meno del 10% di quei 48000 cacatua esportati sono ancora in vita. Infatti i Cacatua delle Molucche appena importati erano fra i pappagalli più difficili da abituare alla vita in cattività: sensibilissimi allo stress, spesso,soprattutto quando tenuti da soli, cominciavano a spiumarsi, e refrattari ad ogni cura e attenzione, finivano per lasciarsi morire. Fortunatamente però, alcuni sono finiti nelle voliere di qualche bravo allevatore, e oggi le riproduzioni in cattività sono meno sporadiche. Recentemente ho partecipato al congresso "Europarrot", che si è tenuto in Olanda a metà ottobre. In quell' occasione ho avuto modo di visitare un'allevamento, nel quale in una stupenda, enorme voliera, erano ospitati una ventina di giovani Cacatua delle Molucche tutti nati in cattività, domesticissimi e anellati con anello inamovibile.L' allevatore era orgoglioso di avere avuto quest'anno il primo piccolo da genitori già ambedue nati in cattività, mi ha poi spiegato che tutti quei giovani erano tenuti insieme fino al raggiungimento dell' età adulta per formare nuove coppie di riproduttori.

Anche in Italia, negli ultimi tempi qualche risultato (seppure più modesto) si è ottenuto:

sono a conoscenza di una decina di giovani nati da diversi allevatori negli ultimi anni.

Solitamente la maggior parte di Cacatua delle Molucche, anche dopo parecchi anni di cattività, rimangono timidi e nervosi, per cui, quando depongono, poi non sempre covano bene, taluni rompono le uova, e sono davvero rare le coppie che allevano il loro piccolo.Generalmente depongono 2 uova, ma non si ha notizia che in cattività sia mai stato allevato dai genitori più di un piccolo; si suppone, ma non ci sono riscontri, che anche allo stato libero non allevino che un giovane per covata. La quasi totalità dei "Molucche" nati in cattività sono allevati a mano.

Subentra a questo punto, paradossalmente, il problema opposto a quello incontrato con i loro genitori: si affezionano morbosamente (pare più di ogni altro pappagallo) a chi li ha allevati, e non c'è modo di farli rinselvatichire. Solo il tempo potrà dirci se questi uccelli così imprintati,quando avranno raggiunto l'età adulta, sapranno riprodursi regolarmente. Sarebbe drammatico se questi soggetti non imparassero ad accettare come partner un loro simile. Rosmary Low, in un recente articolo pubblicato su "Cage & Aviary Birds", espressamente dedicato a questo problema, consiglia di alloggiare i giovani, già a due mesi di età, in modo che non possano vedere le persone, ma in contatto visivo con qualche soggetto adulto della loro specie, naturalmente, anche se è molto difficile, bisogna assolutamente resistere alla tentazione di coccolare quei dolcissimi esserini indifesi e adorabili; raccomanda poi di ridurre al minimo indispensabile gli interventi per l'alimentazione e la pulizia, appena possibile vanno poi sistemti in compagnia di soggetti non imprintati.

Ho acquistato i miei primi quattro Cacatua delle Molucche da un importatore nel 1985. Ricordo che in due voliere c'erano non meno di 50 soggetti bellissimi. In quei tempi le informazioni erano scarse,non si poteva certo immaginare, quale tragedia (per questa specie) si stava consumando dietro quegli uccelli.

Si dibatteva sempre in me in quei momenti, davanti a delle povere creature terrorizzate, un senso di colpa, uno strano disagio interiore, da un lato mi piaceva pensare che acquistando qualcuno di quegli uccelli li avrei "salvati", ossia sistemati a coppie in voliere discretamente spaziose e tranquille; un destino, a mio avviso, decisamente più accettabile del finire soli in una gabbia da appartamento.D'altro canto però se nessuno avesse mai acquistato quegli uccelli, non ci sarebbe mai stato motivo di catturarli, ossia: quei poveretti erano là, perchè c'era chi come me li acquistava.

Avevo cercato di identificare il sesso, (il sessaggio per endoscopia non esisteva ancora) dalla differenza di taglia, e dal fatto che nelle voliere dell' importatore, c'erano presunte coppie, che cercavano per quanto possibile di isolarsi dagli altri. Contrariamente alla maggior parte dei cacatua bianchi, il colore dell' iride non è determinante per stabilire il sesso dei Molucche, in quanto molte femmine hanno l' iride scuro, esattamente come quello dei maschi. Un'altra peculiarità curiosa, è la differenza soggettiva ; non esistono sottospeci, ma ci sono esemplari di taglia piccola, 45 cm. e colore chiaro (sono i più numerosi) a prima vista simili al Cacatua Alba, e soggetti molto grandi, 55 cm. di un bel colore rosa; il tutto indipendentemente dal sesso e dall' età. La cresta è per tutti dello stesso colore rosso salmone. L' origine di questi soggetti più grandi e più colorati è sconosciuta, si ipotizzava provenissero dalle zone montagnose di Ceram, oppure da una piccola isola. La differenza era comunque talmente evidente, che qualche negoziante chiedeva per questi soggetti un prezzo anche del 50 % più alto del normale.

Ho sistemato le due coppie in voliere esterne di m.6,5 x1,3 alte 2,3 per metà coperte. Poco tempo dopo, una femmina ha cominciato a deplumarsi e l' autunno successivo è morta. Ho quindi acquistato da un amico, che voleva disfarsene perchè troppo rumorosi e distruttivi, due soggetti decisamente più piccoli dei miei, probabilmente due femmine,e li ho sistemati insieme al maschio.

Tre anni dopo, nella primavera del 1989, ho trovato una delle due presunte femmine morta con la testa ed il becco fracassati. Poche settimane dopo la coppia rimasta ha deposto 2 uova, è nato un piccolo ma non è stato inbeccato dai genitori ed è morto. Quasi contemporaneamente l'altra coppia, alloggiata in una voliera vicina, ha deposto 2 uova, schiuso, e lasciato morire i piccoli.

La primavera successiva si è ripetuta la stessa situazione, in autunno inoltrato una coppia ha deposto una seconda covata e ha regolarmente lasciato morire i piccoli.

Intanto avevo costruito delle voliere più moderne e razionali, e nell' inverno vi ho trasferito le 2 coppie di Molucche. Evidentemente non hanno apprezzato i nuovi alloggi, perchè nel '91 e '92 non hanno deposto. L' inverno successivo li ho rimessi nelle vecchie voliere, e nel 93 tutte e due le coppie hanno nuovamente deposto.

Esaminare le varie differenze fra le due sistemazioni sarebbe cosa troppo lunga; a mio avviso, i vantaggi a favore della vecchie voliere, sono che queste sono divise solo dalla rete, probabilmente per i cacatua, la vista delle altre coppie è uno stimolo per la riproduzione. Inoltre, una questione di importanza certamente non trascurabile per degli uccelli così timidi e paurosi, è la sistemazione del nido, che trovandosi in fondo alla voliera, dà probabilmente un maggior senso di sicurezza.

Mi sono dilungato molto, perciò descriverò succintamente i fatti di quest' anno ( '93 ).

Chiamerò le due coppie in questione: n° 1 e n° 2.

Il 22 aprile ho tolto alla coppia n° 1 due uova, uno era infecondo, l' altro è nato in incubatrice il 1° maggio. Negli ultimi anni avevo allevato a mano senza grandi problemi parecchi pappagalli, tolti dal nido all'età di tre o quattro settimane. Ero consapevole che iniziare dal primo giorno fosse molto più impegnativo e difficile, ma con i Cacatua delle Molucche non avevo alternative.

Il problema non è tanto nella questione meccanica di imbeccare degli esserini di 20 grammi di peso, che peraltro dimostrano subito un forte appetito, ma nella qualità del cibo da somministrare. Evidentemente è fondamentale e insostituibile il cosidetto "latte di pappagallo", una sostanza proteica con la quale la mamma nutre i piccoli nei primissimi giorni, e fornisce loro gli anticorpi e gli enzimi digestivi necessari per una buona e rapida crescita.

Il piccolo è morto il 2 giugno all'età di 33 giorni, era molto sottopeso rispetto alle normali tabelle di crescita.

Il 2 giugno la stessa coppia n° 1 aveva 2 uova fecondate che ho tolto dal nido per farle incubare da una coppia di colombi. Il 14 e il 17 giugno sono nati i due piccoli. Uno è morto l' 11 luglio all'età di 27 giorni l'altro, seppure molto lentamente e nonostante alcuni problemi, è cresciuto e si è svezzato. Il 27 settembre la coppia n° 2 aveva 2 uova. la sera del 25 ottobre un piccolo stava nascendo (l'altro uovo era rotto). Alla luce dei deludenti risultati del mio allevamento a mano dall' uovo, ed in considerazione dell'impegno non indifferente che questo dà, (la prima settimana li nutro ogni due ore anche di notte) stanco inoltre, per avere ininterrottamente imbeccato piccoli da aprile in poi, avevo pensato di lasciare il piccolo nel nido. La mattina del giorno successivo, nascosto dietro la voliera, sentivo il piccolo pigolare implorando l'imbeccata, nel pomeriggio la sua voce era più flebile, la sera ho controllato nel nido. Il pullus era esanime, col gozzo vuoto ma ancora vivo, naturalmente l' ho tolto per tentare di allevarlo a mano. Pesava soltanto 17,6 grammi, contro i 20 circa degli altri appena nati. Poche ore dopo grazie a qualche somministrazione di acqua tiepida e miele aveva riacquistato una buona vitalità. Insperatamente è cresciuto bene, appena leggermente più adagio delle tabelle di crescita proposte da Schubot-Clubb-Clubb in Psittacine Aviculture. Adesso, (fine febbraio '94) ha 4 mesi ed è quasi svezzato.

Intanto la coppia n° 1 aveva deposto per la terza volta, e il 5 e il 7 dicembre sono nati due piccoli.

(Va sottolineato che qui in Piemonte, la temperatura scende normalmente diversi gradi sotto lo zero, ed i miei uccelli sono alloggiati in voliere esterne, protetti solo da materiale di plastica.)

Incoraggiato dal buon andamento del precedente piccolo, di buon grado mi sono messo ad allevarli a mano. Ora hanno circa 80 giorni e finora sono cresciuti bene come il precedente.

Quali siano le spiegazioni del fallimento dei miei primi tentativi di allevamento a mano dall'uovo, e viceversa del buon andamento dei più recenti, io non lo so. Sarà una coincidenza? Oppure l'intervallo di quasi 24 ore dalla nascita al primo pasto, in modo che si permette al sacco vitellino di consumarsi completamente? Oppure l'integrazione della dieta con Avipro Paediatric, un prodotto Inglese specifico per l'allevamento a mano che fornisce gli enzimi utili per la digestione? O qualche altro piccolo particolare per me insignificante, ma di importanza vitale per i piccoli?

Per parlare dettagliatamente dell' allevamento a mano, forse non basterebbe l'intera rivista.

D'altronde le mie esperienze in questo campo sono ancora molto scarse, ed i risultati così altalenanti e incerti, per cui non posso certo permettermi di dare consigli.

Chi volesse comunicarmi esperienze sui Cacatua delle Molucche mi farebbe cosa gradita.

Il mio numero: 0173-50708.

Per terminare un' esortazione a chi tiene un Molucche o qualsiasi altro pappagallo raro, solo o spaiato. Bisogna cercare per questi animali una sitemazione, magari con uno scambio o affidandolo a chi possa fornirgli un partner ed una voliera adatta, affinchè questi uccelli possano riprodursi, altrimenti forse fra qualche anno non esisteranno più, e sarà anche un po' colpa nostra.

Personalmente, ritengo che, tenere oggi un Cacatua delle Molucche spaiato e dichiararsi amante degli animali, è un po' come parlare di proteggere i felini, e indossare una pelliccia di leopardo.

Stefano Rattalino

back to :