Prof. Antonio Scala

 

 

Curriculum vitae

Pubblicazioni

 

Nato a Cagliari il 25 novembre 1959, ha conseguito la laurea in Medicina Veterinaria presso l’Università degli Studi di Sassari il 6/7/1985 con la votazione di 110/110.

Dal 7 settembre al 30 novembre 1985 ha frequentato con assiduità e profitto un Corso su "Patologia Bovina", svoltosi a Sassari presso la Facoltà di Medicina Veterinaria, superando l’esame finale.

Nel novembre 1985 ha conseguito l’abilitazione alla professione di Veterinario presso l’Università degli Studi di Sassari.

Dal luglio 1985 all’aprile 1986 ha svolto ininterrottamente attività di ricerca in qualità di "Laureato frequentatore" presso l’Istituto di Parassitologia dell’Università di Sassari.

Per l’anno 1987, in qualità di veterinario libero professionista, è stato incaricato dall’ex Unità Sanitaria Locale n°2 di Alghero (SS) di attuare le profilassi obbligatorie del bestiame (Carbonchio Ematico, Afta Epizootica, Brucellosi e Peste Suina Classica) nel territorio dei comuni di Ittiri (SS) e Giave (SS).

Nel 1988 presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano ha frequentato con esito positivo un corso di formazione professionale sull’assistenza agli allevamenti in applicazione di quanto previsto dal Programma Regionale coordinato per il miglioramento della fertilità del bestiame e di lotta alla mortalità neonatale, organizzato dall’Associazione Italiana Allevatori.

Dal 2/5/1988 al 21/7/1989, in qualità di Veterinario per il Piano di Ipofertilità nel settore bovino, è stato dipendente dell’Associazione Regionale Allevatori della Sardegna ed ha prestato il proprio servizio negli allevamenti bovini della provincia di Oristano.

Nel febbraio 1989 è risultato vincitore del concorso per Ricercatore Universitario, Gruppo di discipline n°150 presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari presso la quale è stato nominato a decorrere dal 22/5/1989 con decreto n°354/PD del 24/7/89 registrato da parte degli organi di controllo.

Con delibera del Consiglio della Facoltà di Medicina Veterinaria di Sassari del 19/7/89 (verbale n°10/89) è stato assegnato all’Istituto di Parassitologia Veterinaria a norma del 1° comma dell’Art.84 del D.P.R. 382/80, dove ha preso regolarmente servizio dal 22/7/1989.

In conformità a quanto prescritto dall’Art. 32 del D.P.R. 11/7/80, n°382, ha sempre svolto la sua attività didattica e di ricerca presso il suddetto Istituto (attuale sezione di Parassitologia del Dipartimento di Biologia Animale).

Durante il primo triennio l’attività didattica si è sempre esplicata in stretta collaborazione con il Professore ufficiale della materia (Prof. Deiana Salvatore - Parassitologia Veterinaria), curando per gli studenti del corso di Laurea in Medicina Veterinaria, l’allestimento e lo svolgimento delle esercitazioni per l’insegnamento di Parassitologia Veterinaria. A supporto didattico dello stesso insegnamento ha effettuato seminari di studio integrativi per gli studenti su protozoi, trematodi, cestodi e nematodi di interesse veterinario e ha assistito il Professore ufficiale della materia per le lezioni.

Nello lo stesso triennio ha prestato la propria collaborazione per ricerche attinenti gli argomenti di tesi sperimentali di laurea degli allievi interni della sezione di Parassitologia del Dipartimento di cui è stato sovente anche relatore.

Da ricercatore ha sempre partecipato regolarmente alle Commissioni per gli esami di profitto delle materie parassitologiche, cliniche ed ispettive del Corso di Laurea in Medicina Veterinaria della stessa Facoltà, nonché a quelle dell’esame di laurea.

A decorrere dal 6/8/1992, data di compimento del triennio utile per la conferma, è stato nominato con Decreto Rettorale dell’Università di Sassari n°631/PD del 6/10/1993 e a norma dell’Art.31 del D.P.R. 11/7/1980, n°382, Ricercatore Confermato presso lo stesso Gruppo disciplinare n°150 nella medesima Facoltà di Medicina Veterinaria dove, sino ad oggi, ha continuato a svolgere la propria attività didattica e scientifica.

Con Decreto Rettorale n°674 del 2/10/95, è stato inquadrato nel settore scientifico disciplinare V32 B (Parassitologia e Malattie Parassitarie degli Animali Domestici).

Per incarico dell’Associazione Italiana Allevatori e dell’Associazione Regionale Allevatori della Sardegna ha tenuto, in qualità di docente, lezioni ed esercitazioni di Parassitologia per n°2 Corsi (febbraio/marzo 1991 e febbraio 1993) di formazione specializzata per Veterinari del settore ovi-caprino nell’ambito del Piano per il miglioramento della fertilità del bestiame.

Per gli AA. AA. 1993/94, 1994/95, 1995/96, 1996/97 e 1997/98 gli è stata conferita presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari la supplenza di PROTOZOOLOGIA e per gli AA. AA. 1995/96, 1996/97, 1997/98, 1998/99 e 1999/2000 anche quella di PARASSITOLOGIA per il corso di Laurea in Medicina Veterinaria.

Dall’A.A. 1997/98 ad oggi ha svolto attività didattica nell’ambito dell’Area n°3 – "Malattie a carattere contagioso" (modulo "Patologia, diagnosi e profilassi delle malattie infestive") e dell’area 4 - "Sanità pubblica Veterinaria e Medicina preventiva" della Scuola di specializzazione in "Sanità animale, Allevamento e Produzioni Zootecniche" dell’Università degli Studi di Sassari, di cui è stato nominato anche membro del Consiglio.

In quest’ambito coordina e assiste gli studenti specializzandi in "Sanità Animale, Allevamento e Produzioni Zootecniche" che frequentano la sezione di Parassitologia del Dipartimento di Biologia Animale per l’acquisizione delle tecniche diagnostiche e delle nozioni teoriche pratiche sulle principali malattie parassitarie degli animali.

Dall’A.A. 1995/96 a tutt’oggi esercita attività di tutorato per gli studenti del corso di Laurea in Medicina Veterinaria che gli sono stati assegnati dalla Facoltà.

Nel triennio Accademico 1995/98 è stato membro della Consulta dell’Università di Sassari in qualità di rappresentante dei ricercatori della Facoltà di Medicina Veterinaria.

Nel corso dell’A.A. 1995/96 ha svolto lezioni sulle principali parassitosi di interesse ispettivo in due corsi di perfezionamento, con sede a Sassari e Nuoro, per medici Veterinari in "Ispezioni degli Alimenti di Origine Animale", organizzati in collaborazione dal Consorzio Regionale Formazione Professionale Agricolo di Cagliari e dall’Istituto di Ispezione degli Alimenti di Origine Animale della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari.

Dal 30 settembre al 3 ottobre 1998 ha partecipato ad un "Corso introduttivo alla Parassitologia Molecolare" organizzato dalla Società Italiana di Parassitologia presso l’Istituto di Parassitologia dell’Università "La Sapienza" di Roma.

Il 20 marzo 1999, nell’ambito di un corso di aggiornamento per veterinari, organizzato dall’Ordine dei veterinari di Oristano in collaborazione con la sezione di Produzioni Animali del Dipartimento di Biologia Animale della Facoltà di Medicina Veterinaria di Sassari, su "Il ruolo del veterinario nelle produzioni animali", ha presentato una relazione dal titolo: "Bonifica sanitaria e piani di profilassi delle parassitosi ovi-caprine".

Il 16 giugno 1999 ha presentato una relazione dal titolo "Neuropatologie parassitarie con significato zoonosico" nell’ambito di una giornata di studio su "Le zoonosi neurologiche in Italia: attualità e prospettive", organizzata dal Centro di referenza nazionale per le Encefalopatie Animali e neuropatologie comparate presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta di Torino.

Ha inoltre svolto numerosi incontri per l’aggiornamento dei veterinari sull’epidemiologia e sui trattamenti profilattico-terapeutici delle principali parassitosi in Sardegna.

A decorrere dall’1/6/2000, in seguito ad idoneità in una procedura di valutazione comparativa, è stato nominato con Decreto Rettorale n°382 del 29/5/2000, Professore Associato per il settore scientifico disciplinare V32B – Parassitologia e Malattie parassitarie dell’Università di Sassari., in cui per l’A.A. 1999/2000 e fino a diversa disposizione gli è attribuita la responsabilità didattica della disciplina di Parassitologia Veterinaria (II anno del Corso di Laurea in Medicina Veterinaria) e Parassitologia dei moduli professionalizzanti (5° anno del Corso di Laurea in Medicina veterinaria).

Durante tutta la sua permanenza presso l’ex Istituto di Parassitologia e l’attuale Sezione di Parassitologia del Dipartimento di Biologia Animale, a causa della mancanza di personale tecnico-amministrativo, ha sempre provveduto a svolgere funzioni amministrativo-contabili ed ad occuparsi in prima persona della programmazione e del coordinamento delle attività svolte nella predetta struttura con l’obiettivo di potenziarne le attrezzature didattiche e scientifiche.

A partire dal 1994 ad oggi coordina progetti di ricerca del 60% ed ex quota 60%; per l’esercizio 1998 è stato anche responsabile scientifico dell’unità di ricerca sulle "Zoonosi canine da fecalizzazione ambientale" cofinanziata dal MURST ex quota 40%.

 

E’ socio delle seguenti società scientifiche: Società Italiana di Parassitologia; Società Italiana Scienze Veterinarie; Società Italiana di Patologia e d’Allevamento degli Ovini e dei Caprini; Federazione Mediterranea Sanità e Produzione Ruminanti.

 

L’attività scientifica, svolta in collaborazione anche con ricercatori e gruppi di ricerca di altre Università nazionali e straniere, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna e di altri Enti, è documentata da n°76 lavori presentati in vari congressi nazionali e internazionali e/o pubblicati su riviste scientifiche nazionali ed internazionali.

 

Questa si è indirizzata principalmente verso le seguenti linee di ricerca:

 

1) infezioni protozoarie negli animali domestici;

 

2) aspetti epidemiologici, anatomo-istopatologici e profilattico-terapeutici delle principali infestioni da metazoi nei piccoli ruminanti domestici della Sardegna;

 

3) parassitosi dei cetacei e delle specie ittiche delle acque costiere e interne della Sardegna;

 

4) epidemiologia e lesioni anatomo-istopatologiche delle principali endoparassitosi di alcune specie selvatiche e/o protette.

 

1) In merito alla prima linea di ricerca ha eseguito studi sulle sarcosporidiosi, di cui vengono indicati oltre ai dati sulla prevalenza, gli aspetti tassonomici (grazie a studi ultrastrutturali condotti sulle pareti delle sarcocisti) e istopatologici che l’infezione assume negli ovini, bovini ed equini in Sardegna; inoltre attraverso la riproduzione sperimentale della parassitosi nel cane sono stati analizzati tempi e modalità di emissione delle sporocisti di Sarcocystis ovicanis, che somministrate all’ovino hanno consentito di descrivere le lesioni istopatologiche dell’infezione acuta in questa specie animale (4, 7, 13, 42, 66).

Negli ovini ha segnalato per la prima volta in Italia la presenza a livello gastrico ed intestinale del protozoo Apicomplexa Globidium gilruthi, di cui sono stati riportati gli aspetti morfostrutturali, anatomo-istopatologici ed epidemiologici (3, 5, 16).

Dopo circa un quarantennio dal mancato riscontro della piroplasmosi suina in Sardegna ha descritto un interessante focolaio della malattia da Babesia trautmanni in suini bradi, di cui sono stati analizzati i particolari epidemiologici e anatomo-istopatologici e sono state valutate le modificazioni di alcuni importanti parametri ematochimici in corso d’infezione (25).

Per la prima volta in Sardegna ha condotto uno studio sulla criptosporidiosi dei vitelli, che oltre a rilevare alcuni aspetti epidemiologici e clinici della parassitosi (prevalenza, quantità di oocisti eliminate, cronologia dell'eliminazione delle stesse, presenza o meno di diarrea nei soggetti infetti, ecc.), ha determinato anche le associazioni tra Cryptosporidium sp. ed altri enteropatogeni (30, 38, 52).

Ha contribuito ad aggiornare i dati inerenti la prevalenza della coccidiosi da Eimeria spp. negli ovi-caprini in lattazione e negli agnelli e valutato il "trend" dell’emissione nell’arco dell’anno delle oocisti con le feci (o.p.g.). Oltre a studiare queste infezioni sotto l’aspetto anatomo-istopatologico, tramite indagini morfometriche, ha stabilito che in Sardegna risultano presenti negli ovini 10 degli 11 morfotipi del genere Eimeria che possono colpire questi ruminanti e 10 su 12 di quelli che coinvolgono i caprini; diverse di queste specie di coccidi sinora non erano state ancora segnalate nel territorio nazionale (7, 26, 49, 54).

Sul cane ha eseguito degli studi clinico-epidemiologici sull’infezione da Hepatozoon canis, rilevando la presenza del protozoo nel 16,8% dei soggetti esaminati e proponendo per la sua diagnosi una nuova metodica che prevede l’esame dei granulociti concentrati in un vetrino tramite la tecnica di Knott per la ricerca delle microfilarie, ritenuta più sensibile rispetto al classico striscio di sangue (7, 41, 51). Un’indagine parallela effettuata sulla stessa popolazione canina ha consentito di rilevare la sieroprevalenza anche per Leishmania sp. (46).

 

2) Le ricerche inerenti le infestioni da metazoi degli ovini comprendono studi sugli aspetti epidemiologici della dicroceliosi in Sardegna, delle lesioni da essa provocata, nonchè un monitoraggio ematochimico effettuato su animali regolarmente macellati e positivi al trematode (13). Sempre nell’ambito delle malattie parassitarie da trematodi degli ovini ha affrontato lo studio sul comportamento degli Acidi Biliari Sierici Totali (ABST) in corso di fasciolosi acuta e di dicroceliosi, attraverso l’uso di un test immunoenzimatico di tipo colororimetrico. Quest’ultima ricerca gli ha consentito di evidenziare che i tassi degli ABST in corso di fasciolosi acuta subiscono un incremento altamente significativo nelle fasi acute della malattia e tendono a regredire più regolarmente, rispetto ad altri parametri ematochimici (Gamma GT, ALP, ecc.) in seguito a terapia (17). Recentemente ha condotto uno studio epidemiologico sulla diffusione delle distomatosi ovine in Sardegna, che ha consentito di evidenziare una netta diminuzione della Fasciolosi rispetto alle indagini precedenti (72).

Lo studio delle metacestodosi degli ovini ha consentito di evidenziare un aumento della recrudescenza della cenurosi cerebrale da Coenurus cerebralis negli agnelli soprattutto in termini di numero di larve mature presenti a livello cerebrale e di indicare i periodi di maggior incidenza della malattia lungo il corso dell’anno nelle varie categorie di ovini. Della cenurosi sono stati inoltre studiati gli aspetti anatomo-istopatologici legati alle varie fasi di sviluppo della formazione larvale (21, 39).

Attraverso il controllo di fegati di agnelli regolarmente macellati ha rilevato che il tasso di prevalenza nei confronti dell'infestione da Cysticercus tenuicollis era in Sardegna del 12,7%. Anche per questa metacestodosi sono stati elaborati alcuni indici epidemiologici e classificate le lesioni riscontrate in base al numero e alla sede dei tragitti necrotico-emorragici evidenziati a livello epatico (28, 39, 45).

Tramite la collaborazione dei Veterinari dell’Associazione Regionale Allevatori della Sardegna ha avuto modo di condurre un’indagine atta a valutare: a) il grado di conoscenza degli allevatori sardi in tema di trasmissione delle principali metacestodosi agli ovini (Idatidosi, Cenurosi e Cisticercosi da C. tenuicollis); b) il tipo di gestione sanitaria che viene riservata attualmente nell’isola ai cani da pastore per ciò che concerne i trattamenti chemio-profilattici nei confronti dei cestodi (44).

Tale collaborazione ha consentito di portare avanti anche un’indagine conoscitiva sui trattamenti antiparassitari praticati negli ovini della Sardegna; in particolare sono stati analizzati gli aspetti riguardanti la loro attuazione nell’arco dell’anno per singola parassitosi, le molecole usate e le basi sulle quali gli stessi venivano effettuati (65). Inoltre sempre per quanto riguarda le metacestodosi ha condotto un’indagine che ha consentito di studiare ed aggiornare gli ultimi aspetti epidemiologici sull’idatidosi ovina in provincia di Sassari e Cagliari (71; 74)

Per ciò che concerne gli aspetti terapeutici, ha condotto prove sul campo per valutare l’efficacia dell’Albendazolo alla dose di 3,8 mg/kg di p.v. nei confronti degli anoplocefalidi degli ovini (61).

Per le infestioni da nematodi, ha studiato composizione e principali indici epidemiologici dell’elmintofauna abomasale negli ovini, rilevando ancora una volta il ruolo predominante esercitato in Sardegna da Teladorsagia circumcincta (23, 27, 40); sempre in questi piccoli ruminanti ha valutato inoltre la composizione dell’elmintofauna broncopolmonare (73).

Nell’ambito dello studio di alcuni fenomeni epidemiologici sulle parassitosi sostenute da Nematodi Gastro-Intestinali (N.G.I.) degli ovi-caprini, per la prima volta in Sardegna, ha analizzato alcuni parametri quali: le prevalenze per classi di età, le variazioni stagionali delle cariche elmintiche e soprattutto il "trend" di alcuni fenomeni legati alla ovodeposizione di questi nematodi, quali la "lactation-rise", lo "spring-rise", ecc. (22, 23, 43, 53).

Ulteriori indagini sulle infestioni da nematodi negli ovini sono state condotte in occasione di un episodio di moria verificatosi in un gregge a causa di fenomeni di ipersensibilità dovuti alle fasi di migrazione larvale di questi agenti patogeni e in un focolaio di Haemonchosi. Queste hanno consentito di verificare alcuni parametri emato-chimici e parassitiologici propri di queste infestioni naturali (15, 47).

Gli studi condotti sulle miasi ovi-caprine hanno interessato gli aspetti epidemiologici ed anatomo-istopatologici dell’infestione da larve di Oestrus ovis nell’ovino e consentito di segnalare nei caprini autoctoni dell’isola la presenza di larve di Przhelvaskiana silenus.

In particolare è stato analizzato per la prima volta in Italia il "trend" delle positività per l’Estrosi ovina nell’arco dell’anno e valutato i tassi di prevalenza per i singoli stadi larvali dell’insetto. Ciò gli ha consentito di evidenziare nell’isola 3 differenti fasi di questa miasi che risulta coinvolgere il 91,3% degli ovini. Lo studio anatomo-istopatologico ha rivelato come le larve di Oestrus ovis siano in grado di determinare gravi alterazioni funzionali alle strutture anatomiche coinvolte. In particolare sono state evidenziate le complicanze causate soprattutto dalle larve L3 devitalizzate (ascessi, calcoli, micosi, ecc.) e l’azione immunoallergica determinata dalle larve L1 (55, 63, 64, 68).

In quest’ambito sono stati studiati anche alcuni aspetti sui trattamenti antiparassitari attuati nelle greggi parassitate e i risvolti zoonosici di questa miasi (64).

Per quanto concerne invece l’infestione da P. silenus, oltre a segnalarne per la prima volta la sua presenza nelle capre autoctone della Sardegna, ne ha studiato l’evoluzione nell’arco dell’anno e rilevato i più importanti parametri epidemiologici nell’ambito delle greggi parassitate (56, 62).

 

3) I lavori facenti parte della terza linea di ricerca hanno invece interessato le infestioni da metacercarie di Phagicola italica e le infezioni da mixosporidi in muggini. A tal riguardo ha effettuato analisi parassitologiche e anatomo-istopatologiche che hanno consentito di evidenziare il grave ruolo patogeno esercitato dalle metacercarie sul miocardio dei soggetti coinvolti (6, 8).

Per ciò che concerne lo studio delle parassitosi delle specie ittiche marine, va menzionata la segnalazione di una nuova specie larvale, Grillotia epinepheli (Trypanorhinchidae cistidea), in una cernia (Epinephelus guaza) pescata nelle coste nord-orientali della Sardegna. Tale segnalazione è stata resa possibile grazie ad accurate indagini di tipo morfometrico effettuate al Microscopio Elettronico a Trasmissione (S.E.M.). Studi istologici hanno anche identificato quale sede elettiva di questa larva i vasi mesenterici della cernia (11, 18).

Le ricerche effettuate sull’elmintofauna dei cetacei spiaggiati sulle coste della Sardegna (Tursiops truncatus e Stenella coeruleoalba), hanno evidenziato la presenza e l’azione patogena esercitata dai seguenti parassiti: Skiabinalius gueverai (Nematoda, Pseudaliidae) nei bronchi e Synthesium tursionis (Trematoda, Digenea) nell’intestino in Tursiops truncatus; Phyllobothrium delphini (Cestoda, Tetraphyllidea) e Pennella sp. (Copepoda) nella cute e sottocute in Stenella coeruleoalba (9, 10).

 

4) Tra le parassitosi degli animali selvatici è stata analizzata la composizione dell'elmintofauna di 8 specie di rapaci della Sardegna e ne sono state descritte le lesioni da essa provocate (19, 20).

Inoltre ha affrontato lo studio epidemiologico ed anatomo-istopatologico delle parassitosi dei cavallini selvatici della Giara, tra le quali è stata presa in considerazione soprattutto l'infestione da Fasciola hepatica e, per la prima volta in questi animali, ha segnalato la presenza dell’ossiuride Probstmayria vivipara (14, 24, 35).

Ha studiato inoltre la composizione dell’elmintofauna del riccio (Erinaceus europeus) della Sardegna; in questo insettivoro si è evidenziato un importante ruolo patogeno esercitato soprattutto da Crenosoma striatum a livello bronco-polmonare e da Nephridiorhynchus major nell'intestino (34). I dati ricavati sono stati analizzati in parallelo con quelli ottenuti in ricci di altre aree nazionali (Sicilia ed Emilia Romagna), al fine di rilevare le più importanti differenze epidemiologiche tra queste popolazioni selvatiche (60).

Nel cinghiale sardo (Sus scrofa meridionalis) ha affrontato lo studio delle sarcosporidiosi, evidenziandone i tassi di prevalenza, le lesioni provocate e, grazie agli studi ultrastrutturali condotti sulle pareti primarie delle sarcocisti, ha identificato come unico responsabile di queste infezioni un morfotipo riportabile a Sarcocystis suicanis (32). Sempre in questo selvatico è stata analizzata la composizione dell’elmintofauna e descritte le lesioni da essa causate. In questo caso si è rivelato soprattutto interessante confermare la presenza nello stomaco dei cinghiali sardi di Simondsia paradoxa, spiruride non repertato nei soggetti di altri distretti della penisola (29, 36).

In questa stessa linea di ricerca, si possono anche collocare gli ulteriori studi condotti in occasione di un grave episodio di moria da Eimeria spp. che ha coinvolto un allevamento di pernici (Alectoris barbara) allevate a scopo di ripopolamento (33).

 

Il Prof. Scala ha effettuato ulteriori ricerche sulla composizione della fauna parassitaria dei bovini e degli equidi allevati in Sardegna, che hanno consentito peraltro di segnalare per la prima volta in questa stessa regione alcune specie di nematodi (Setaria labiato papillosa, Habronema microstoma, Probstmayria vivipara, ecc.)(37, 40, 48, 56, 57, 67).

Inoltre ha svolto un’indagine epidemiologica sulle filariosi canine in Sardegna (69) e la collaborazione con altre strutture sanitarie dell’isola gli ha consentito anche di partecipare a studi che hanno portato alla segnalazione in Sardegna di 3 nuovi casi di Dirofilariosi sottocutanea nell’uomo da Dirofilaria repens (59).

Aggiornato al  18/07/2000

 

 

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