L'area
archeologica di Sant'Imbenia, che occupa il tratto più
interno del golfo di Porto Conte, è stata interessata da insediamenti
di epoca diversa. Oltre il villaggio nuragico, l'area comprende infatti
sepolture di tradizione fenicia, i resti di un insediamento romano
dotato di necropoli, e una grande villa rustico-balneare, fornita
di impianto termale.
Il nuraghe è monotorre con pianta circolare irregolare e un
esteso villaggio di capanne attorno. Alcune di queste erano dotate
di pozzo e ampie aree comunitarie . Ad usi collettivi era sicuramente
adibita una grande capanna, con bacile di pietra al centro e panca
circolare in arenaria, fornita di basso schienale che fa supporre
una possibile funzione di panificazione. Spazio comunitario era anche
un vasto cortile a nord ovest della torre, con un focolare in blocchi
perfettamente lavorati. Il sito ha restituito abbondante materiale,
tra cui alcune panelle di bronzo e ceramiche di importazione fenicia
e greca, che documentano una lunga frequentazione. |
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Sempre nella stessa zona si trovano i resti della Villa romana.
Si ipotizza che la villa dovesse essere la costruzione più
arretrata del nucleo abitato sommerso.
Nel 1981,infatti, un gruppo di speleologi algheresi ritenne di aver
scoperto un intero centro abitato sommerso, per la presenza di tracce
di muratura appena visibili e particolari pietre di ardesia e di
trachite in fondo al mare.
Si presume che la villa sia stata edificata intorno al 215 a. C,
quando i Romani incominciarono a costruire in Sardegna ponti, anfiteatri,
statue e lussuose ville. Dal perimetro si può costatare l'ampiezza,
e al visitatore attento è ancora visibile in loco un mosaico
quasi asportato dal mare.
La zona del golfo di Porto Conte ha restituito, inoltre, materiale
romano, trovato all'interno dei nuraghi locali e numerose sepolture,
alcune delle quali riportate alla luce casualmente, durante lavori
recenti di collegamento idrico lungo la strada da Porticciolo verso
Porto Conte.
Tutti questi documenti testimoniano che anche il nostro territorio
presentava un fitto insediamento romano e la località di
Alghero doveva essere al centro della strada che collegava Bosa
con Turris Lybissonis , attuale Porto Torres, e nodo di passaggio
obbligato, tanto da rendere necessaria, per superare lo stagno di
Calich, la costruzione di un ponte in muratura e a più arcate,
i cui resti sono ancora visibili, anche se non per molto tempo ancora,
considerata la lenta ma incessante opera di demolizione marina.
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