Zona: monti di Calavino
Bellezza: ****
Cartografia: KOMPASS K101 e K73
Difficoltà: **
Accesso: da Arco sulla S.S. 45bis per
Trento
Partenza: dalla piazza centrale di Dro
Lunghezza: 26,80 km
Quota massima: 595 m
Dislivello: 472 m
Tempo di percorrenza: ore 2.30- 3.30
Ciclabilità: totale
Punti d’appoggio: nei centri abitati
Nota: il percorso attraversa il biotopo delle "Marocche di
Dro" e la zona archeologica sulle colline tra le valli dei Laghi e
Cavedine.
Le alte e ornamentali palme
all'ombra delle due chiese della piazza parrocchiale di Dro, danno il via alla
cicloescursione. Uscendo dall'abitato, in direzione della provinciale 48 valle
di Cavedine-Drena, il ciclista segue la rotabile; dopo circa un chilometro,
all'inizio della salita, un'evidente laterale asfaltata fa deviare a sx (indicazioni
per Pietramurata), costeggiando poco più avanti il fiume Sarca. Nelle vicinanze
della centrale elettrica di Fies, nei pressi del ponte di ferro, dove termina
1'asfalto.Il giro avanza su sterrato, sempre a fianco del fiume. Attraversa la
grandiosa e lunare area del biotopo delle Marocche, seguendo la stradina, che
alterna brevi tratti di ripida salita a discesa (percorrere sempre la traccia
più evidente in direzione nord). Pedalando 1'ultimo tratto su strada agricola
asfaltata, si giunge all'abitato di Pietramurata e di lì alla strada comunale.
Ora la si segue a dx, lasciando 1'abitato, fra le campagne e approdando nella
frazione Monti di Cavedine. Oltrepassato il ponte sul canale Remon, il
giro curva a dx e dopo 100 m circa svolta, subito dopo una stalla, a sx in
ripida salita e sempre su asfalto, guadagna il crinale dei monti di Calavino.
Dopo 1,70 km dal ponte il ciclista arriva ad un tornante destrorso; qui seguita
a sx in direzione nord per stradina, prima asfaltata e poi sterrata. Raggiunta
1'altra rotabile, la si percorre in salita. Con lievi ma costanti pendenze il
cicloescursionista giunge al Passo S. Siro, dove e stata eretta una
croce. Nei pressi si trova una delle tante palestre di roccia del1'Alto
Garda.Dopo lo scollinamento del passo 1'itinerario prende a dx su sterrato
seguendo la segnaletica per 1'area archeologica; qui incomincia la "Strada
romana", che attraversa una vasta zona del paesaggio collinare, fra
reperti archeologici di età romana. La traccia sale sulla dorsale della collina
fra boschi di pino nero. Alcuni minuti dopo 1'inizio della strada sterrata, nei
pressi della biforcazione, il giro sale per la via di sx, evitando la stradina
pianeggiante di dx. Alla seconda biforcazione prende sempre a sx (escludendo a
dx la strada che sale costeggiata da un muro a secco). L'ambiente si fa sempre
più attraente: il dolce saliscendi diverte il biker non obbligandolo a forzare
le fasce muscolari delle gambe. Il percorso seguita in direzione sud a dx, per
immettersi con un'altra strada. Evitata una laterale a sx il tour arriva ad uno
slargo. L'escursionista avanza nel viale di sx, stretto fra muretti, che porta
nei pressi di una "fontana romana" (indicazioni in loco) e prosegue,
mantenendo le indicazioni "Itinerario Archeologico-Cavedine-Carega del
Diaol". Poco più avanti il ciclista incontra, sulla sx fra i campi
coltivati, la "Carega del Diaol", dove un tabernacolo spiega il
reperto archeologico. Avanzando verso sud, sempre seguendo il segnavia
"Itinerario Archeologico", il percorso evita a dx una strada a gomito
e imbocca una sterrata, molto più ampia e pianeggiante. Seguitando sempre in
direzione sud, il giro lascia, subito dopo, lo sterrato per continuare a sx
sulla vecchia strada.Nei pressi di un capitello in una conca prativa, la
strada s’immette sull'asfalto della provinciale; qui termina 1'area e
1'itinerario archeologico. Svoltando a dx, verso nord-ovest, il ciclista
abbandona il crinale ritornando nella valle dei Laghi e scende la provinciale
per il lago Cavedine. A 10 m circa da un tornante destrorso - attenzione
-1'itinerario prende la sterrata a sx, di fronte alla piramide dell'alta
tensione, fra coltivazioni e rustici, rimanendo a sx del primo bivio nei pressi
di un altro traliccio; sempre a sx segue un muro a secco, costeggiando un
rustico svolta a dx. Ad un cartello, che informa del confine prossimo con il
"Biotopo delle Marocche", il biker continua sulla stessa mulattiera,
ora confine con il biotopo. Dopo ripida e impervia discesa si sbuca su uno
slargo di una carrareccia, che si percorre diritti in discesa, sino
all'incrocio con la provinciale, che, presa in discesa conduce con veloce
percorso all'abitato di Dro, ripercorrendo nell’ultimo tratto il percorso di
andata
La "Strada romana"
Si snoda fra i "Monti di Calavino" in un innumerevole serie di mura a secco; e sicuramente 1'area tra le più importanti del Trentino per 1'archeologia, basti pensare alla "Fontana romana" unica nella provincia: una vasca di pietra coperta da un arco, in ambiente interrato dove una sorgente perenne sgorga dalle falde freatiche. L'itinerario archeologico prosegue per "la Cosina", una grotta naturale delle dimensioni di m 12 x 4; nel 1912 fu fatto il primo scavo e furono scoperte 6 sepolture, con scheletri adagiati in posizione rannicchiata, con vicino manufatti di varie tipologie risalenti all'età del Bronzo (1700-1800 a.C.). Trono della regina o "Carega del Diaol" e una lapide sepolcrale romana del III° secolo. Un'epigrafe e incisa in un incavo della roccia calcarea a forma di sedia.