Chiuse le indagini per gli scontri al G8 di due anni fa
AVVISI DI GARANZIA AI 73 POLIZIOTTI INDAGATI PER LA MATTANZA DI GENOVA
Pisanu attacca i giudici e difende i manganellatori e i torturatori

Il 12 settembre la procura di Genova ha annunciato la conclusione delle indagini preliminari a carico dei 73 agenti, capi squadra e alti dirigenti della polizia che la notte del 21 luglio 2001 a conclusione delle manifestazioni contro il G8 di Genova massacrarono di botte un centinaio di manifestanti che dormivano nelle scuole "Diaz'' e "Pascoli'' e torturarono tutti i fermati e gli arrestati di quei giorni nella caserma lager di Bolzaneto.
Tutti gli indagati, accusati a vario titolo di abuso d'ufficio, lesioni gravi, calunnia e falso, hanno ricevuto l'avviso di fine indagini che garantisce agli indagati ancora 30 giorni di tempo per depositare le memorie difensive, chiedere gli atti istruttori, o di essere interrogati. Dopodiché, secondo la prassi comune e in mancanza di ulteriori manovre politiche tese a bloccare l'inchiesta, l'avviso dovrebbe trasformarsi in una richiesta di rinvio a giudizio.
Secondo i due Pm genovesi che si occupano delle indagini, la polizia dopo aver massacrato di botte i manifestanti che dormivano alla "Diaz'' e ha torturato gli "ospiti'' della "Bolzaneto'', ha tentato in tutti i modi di occultare le prove, ha mentito spudoratamente e falsificato persino i verbali nel tentativo di giustificare sia le torture che la vigliacca spedizione punitiva di chiaro stampo mussoliniano contro manifestanti inermi, picchiati senza pietà e alla cieca mentre dormivano dentro i sacchi a pelo.
Le accuse riguardano quattro distinte vicende: da un lato l'irruzione alle scuole Diaz e Pascoli, nel corso delle quali la quasi totalità dei manifestanti venne picchiata a sangue, mentre venne data come giustificazione delle brutalità il fatto che i ragazzi tentarono di resistere e di aggredire i poliziotti. Anche per questo - ed è il secondo filone dell'inchiesta - secondo l'accusa alcuni funzionari avrebbero avallato la falsa storia di un tentativo di accoltellamento nei confronti di un poliziotto, Massimo Nucera. Il terzo filone riguarda le violenze e le torture commesse dai poliziotti nel lager di Bolzaneto, dove venivano portati i no global fermati. Ed infine c'è l'inquietante vicenda della bomba molotov messa ad arte tra il materiale sequestrato alla scuola Diaz che avrebbe dovuto dimostrare il "teorema'' della deriva eversiva del movimento e quindi dare una legittimazione alla feroce repressione di massa avallata dal governo e messa in atto dalle "forze dell'ordine'' a tutti i livelli.
Tra gli indagati per falso in atto pubblico, calunnia aggravata e abuso d'ufficio, ci sono l'ex capo dello Sco Francesco Gratteri, il vice capo dell'Ucigos, Gianni Luperi, il dirigente bolognese Lorenzo Murgolo, l'ex vice capo dello Sco, Gilberto Calderozzi e l'ex capo della Digos genovese Spartaco Mortola. Infatti sono loro i funzionari che hanno sottoscritto i falsi verbali di arresto per i novantatre manifestanti fermati alla "Diaz'' e alla "Pascoli''.
Sempre per l'irruzione alla Diaz, il capo della celere romana Vincenzo Canterini e il suo vice Michelangelo Fournier sono indagati di concorso in lesioni gravi con il loro reparto e i capi squadra con altre squadre presenti la notte dell'irruzione.
Per i presunti responsabili delle violenze al carcere di Bolzaneto, i capi d' imputazione riguardano le accuse di abuso d'autorità sui detenuti, falso in atto pubblico e abuso d'ufficio. Tra di loro ci sono il medico del carcere Giacomo Toccafoni e il numero due della Digos di Genova dell'epoca, Alessandro Perugini. Perugini, tra l'altro, è lo stesso funzionario ripreso dalle telecamere mentre infieriva con i calci contro un ragazzo fermato dalla polizia ed immobilizzato a terra.
C'è poi la vicenda del falso accoltellamento di un poliziotto che sarebbe avvenuta durante l'irruzione alla "Diaz'' per la quale si procede per falso e calunnia aggravata nei confronti del presunto aggredito, ossia l'agente Nucera, e nei confronti dei dirigenti Maurizio Panzieri, Filippo Ferri, Spartaco Mortola e Fabrizio Ciccimarra, che hanno sottoscritto il verbale avallando il falso racconto di Nucera di cui la Procura ha già dimostrato la non veridicità.
Sempre per falso e calunnia aggravata sono stati "avvisati'' della fine delle indagini il vice questore Massimo Troiani, il suo autista Antonio Burgio e il funzionario Massimiliano Di Bernardini. Si tratta delle persone maggiormente coinvolte nel passaggio della bomba molotov ritrovata in una strada di Genova e finita chissà come tra gli oggetti sequestrati ai no global nella scuola Diaz.
Insomma, con gli avvisi di ieri, la Procura di Genova ha fatto chiaramente capire quali siano i suoi orientamenti. I falsi e i depistaggi di Genova sono già stati ampiamente acclarati. Come acclarate sono le violenze gratuite spesso commesse nei confronti dei giovani fermati.
Di fronte a tutto ciò è a dir poco connivente l'atteggiamento del ministro degli Interni Beppe Pisanu che invece di contribuire all'accertamento della verità e all'individuazione di tutti i responsabili che hanno preso parte e organizzato la mattanza di Genova, difende a spada tratta i manganellatori, i loro mandanti e il governo e attacca a testa bassa i giudici. Due giorni dopo la notifica dei 73 avvisi di fine indagine a carico dei poliziotti indagati, Pisanu, intervenendo a Cortina D'Ampezzo nella giornata conclusiva dell'incontro di Forza Italia nel Veneto ha ammonito: "Forza Italia sta dalla parte dei carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia. C'è il tentativo di trasformare gli aggrediti in aggressori e i facinorosi in vittime innocenti''. Poi l'ex segretario di Zaccagnini, si è scagliato contro i "devastatori con la tuta bianca o nera'' e i "professionisti della disobbedienza che campano bene mandando avanti minorenni mentre loro se la battono e preparano il terreno a forme illegali della politica. Io sto dalla parte opposta''. Infine l'attacco ai giudici definiti "maramaldi in toga'' e l'assoluzione politica di tutti gli indagati annunciata con le seguenti testuali parole: "Ho la certezza che comunque vadano le cose, le forze dell'ordine usciranno come meritano di uscire quali servitori dello Stato all'altezza dei compiti di una democrazia moderna e avanzata come quella italiana''.