Tenendo alta la grande bandiera rossa dell'8 Marzo
PROLETARIE! RIVOLUZIONARIE! UNITEVI AL PMLI
di Monica Martenghi*

"Nessun grande movimento degli oppressi si è compiuto nella storia dell'umanità senza la partecipazione delle donne lavoratrici. Le donne lavoratrici, le più oppresse fra tutti gli oppressi, non sono mai restate e non potevano restare ai margini della grande strada del movimento di liberazione. Il movimento di liberazione degli schiavi ha fatto sorgere, com'è noto, centinaia e migliaia di grandi martiri ed eroine. Nelle file dei combattenti per l'emancipazione dei servi della gleba militavano decine di migliaia di donne lavoratrici. Non c'è da meravigliarsi se il movimento rivoluzionario della classe operaia, il più potente di tutti i movimenti di emancipazione delle masse oppresse, ha raccolto sotto la sua bandiera milioni di donne lavoratrici. La giornata internazionale della donna indica l'invincibilità e preannuncia il grande avvenire del movimento di emancipazione della classe operaia".
Così scriveva Stalin l'8 Marzo 1925 in occasione della giornata internazionale della donna, una ricorrenza a lui molto cara e da lui puntualmente e giustamente esaltata.
Quest'anno l'8 Marzo cade proprio a ridosso del 50° anniversario della scomparsa di questo grande maestro del proletariato internazionale avvenuta il 5 marzo 1953 ed è naturale che anche in questa circostanza a lui va il pensiero commosso e riconoscente delle marxiste-leniniste e dei marxisti-leninisti.
Non possiamo scordare che è grazie a Stalin, e prima di lui a Lenin, e alle realizzazioni concrete del socialismo in Urss che la giornata internazionale della donna è divenuta quella grande bandiera rossa che ha illuminato la via dell'emancipazione a milioni di donne in tutto il mondo.
E' grazie all'Urss socialista di Lenin e Stalin che per la prima volta nella storia vennero messe in discussione concretamente, dopo che Marx ed Engels lo avevano fatto sul piano teorico, le fondamenta stesse della società capitalista, come la famiglia borghese, la subalternità e l'inferiorità economica, sociale, culturale e politica della donna, la sua schiavitù domestica, l'oppressione dell'uomo sulla donna.
Anche per questo Stalin è tanto odiato dai fascisti e da tutti i reazionari - ai quali si sono associati revisionisti e trotzkisti - da sempre nemici giurati dell'eguaglianza fra i sessi e dell'emancipazione femminile. Un odio che ha spinto il gruppo parlamentare di An a presentare un'interrogazione parlamentare contro la commemorazione che il PMLI si appresta a tenere solennemente e pubblicamente il 2 marzo prossimo al Palazzo dei Congressi di Firenze, e Forza Italia e Forza Nuova ad annunciare proprie contromanifestazioni in quella data.
Per Stalin, come per gli altri grandi maestri del proletariato internazionale, Marx, Engels, Lenin e Mao, l'emancipazione della donna e quella della classe operaia sono due obiettivi inscindibili: infatti non vi può essere emancipazione economica, sociale, politica delle masse femminili sfruttate e oppresse se la classe operaia non vince la sua battaglia mortale contro la classe dominante borghese e in questo modo distrugge le basi stesse della discriminazione e della disuguaglianza fra i sessi. Al tempo stesso il proletariato non può vincere la sua battaglia decisiva per la conquista del potere politico se non vi partecipano le grandi masse femminili proletarie e rivoluzionarie.
Questa verità vale anche oggi nel presente momento politico e storico e nel nostro Paese, di fronte alle battaglie immediate che ci stanno di fronte e tanto più alla battaglia strategica per conquistare l'Italia unita, rossa e socialista.
Le masse femminili sono una componente fondamentale e particolarmente combattiva dei movimenti attualmente in campo nel nostro Paese. Abbiamo ancora negli occhi gli oltre tre milioni di manifestanti che hanno marciato a Roma il 15 febbraio per impedire la guerra all'Iraq fra cui spiccavano le donne e le ragazze. Quasi altrettanti erano a Roma il 23 marzo scorso in difesa dell'art. 18 e contro il governo Berlusconi. Siamo rimasti ammirati dal coraggio e dalla determinazione delle donne di Termini Imerese nella battaglia contro la chiusura degli stabilimenti Fiat. Massiccio, e spesso di punta, il ruolo svolto dalle donne nei vari movimenti antiberlusconiani promossi dai cosiddetti "ceti medi riflessivi".
La masse femminili italiane non sono seconde a nessuno per sensibilità verso le ingiustizie sociali e politiche, per volontà di cambiare questo stato di cose, per coraggio e determinazione nella lotta.
Il problema che poniamo oggi a loro è quello di portare più a fondo la riflessione e di elevare il loro livello di consapevolezza e di coscienza politica per non disperdere e sprecare le loro ricche energie, per non farsi strumentalizzare da chi persegue obiettivi e strategie ingannevoli e fuorvianti che mirano a tenerle rinchiuse nel recinto della democrazia borghese e del sistema capitalistico entro cui per loro non c'è alcun futuro di emancipazione e di parità fra i sessi, e nemmeno di giustizia sociale.
Ci riferiamo alle varie proposte che i partiti della "sinistra" borghese, ivi compresa Rifondazione, e i loro vari leader solo apparentemente in contrasto fra loro, stanno mettendo in campo per conquistare l'egemonia e cercare di trattenere o ricondurre all'interno della dinamica politica e istituzionale borghese le masse in lotta. In particolare l'obiettivo è quello di usare la grande forza messa in campo dai vari movimenti per ricostruire l'Ulivo e ridare vigore e base elettorale al "centro-sinistra" in vista delle prossime scadenze elettorali, delle amministrative parziali, prima, delle elezioni europee e politiche, poi. A questo mira anche il trasformista Cofferati che si propone di conquistare la leadership della "sinistra" dell'Ulivo e di fare da collettore fra questo e le forze antigovernative, anticapitaliste e antimperialiste. E lo stesso si può dire per Rifondazione che non solo ha annunciato la propria disponibilità ad alleanze col "centro-sinistra" per i governi locali, come non ha mai smesso di fare, ma non esclude che alla fine un patto elettorale ci sarà anche per le politiche.
Noi crediamo che le masse femminili che aspirano non solo ad abbattere il governo del neoduce Berlusconi, ma anche il regime capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista e conquistare il socialismo devono prendere le distanze da questi nuovi imbrogli politici ed elettorali.
La battaglia per buttar giù Berlusconi, così come quella per fermare la guerra di aggressione imperialista all'Iraq, non può certo essere ridotta e rimandata alla futura partita elettorale. Non solo perché ciò significa dargli il tempo di portare ancora più avanti la sua politica neofascista, antioperaia, antisindacale e guerrafondaia, ma anche creare delle gravi e pericolose illusioni sulla possibilità di fermare il neoduce sul terreno istituzionale e parlamentare.
Non è stato così dopo il primo governo Berlusconi, allorquando il "centro-sinistra", prima con Prodi e Rifondazione, poi con D'Alema e infine con Amato, ha spianato la strada alla sua nuova ascesa, facendo una politica altrettanto neofascista, antipopolare e guerrafondaia e dando un contributo determinante all'instaurazione dell'attuale regime.
Occorre buttar giù Berlusconi subito, prima che sia troppo tardi e le cose diventino più difficili, complicate e dolorose. La "sinistra" borghese si è già macchiata del delitto di aver sottovalutato Berlusconi proprio come i popolari, i liberali e i riformisti fecero davanti all'ascesa di Mussolini. E ancora oggi, nonostante l'evidenza dei fatti, non ammette che questo governo è fascista dalla testa ai piedi e ha restaurato il fascismo sotto forme nuove, nuovi metodi e nuovi vessilli.
Lo dimostrano i numerosi provvedimenti presi o in via di approvazione in materia economica e finanziaria, in materia sindacale, sociale, previdenziale e scolastica, in materia di giustizia e istituzionale. Lo dimostra la sua politica marcatamente neofascista in materia di emigrazione, di informazione e di "ordine pubblico". Lo dimostra la sua politica familista e antifemminile di chiaro stampo mussoliniano in materia di fecondazione assistita e di aborto, di prostituzione (riproponendo persino la riedizione delle "case chiuse"), di "riforma" del "welfare" tutta incentrata sulla famiglia, peraltro una famiglia di chiara matrice borghese e cattolica, fondata sul matrimonio, indissolubile e prolifico.
E adesso il nuovo Mussolini sta trascinando il nostro Paese in una nuova guerra imperialista di aggressione contro l'Iraq nel tentativo di dare "un posto al sole" all'Italia e partecipare al banchetto imperialista come a suo tempo cercò di fare il duce del ventennio alleandosi con Hitler.
Ma per buttar giù Berlusconi e opporsi alla guerra imperialista all'Iraq non si può fare affidamento sui partiti della "sinistra" borghese ormai già sperimentati e fallimentari e tutti interni al sistema capitalistico e all'attuale regime.
Sul piano elettorale invitiamo la classe operaia femminili e maschile, le ragazze e i ragazzi rivoluzionari a prendere in seria considerazione l'astensionismo marxista-leninista e la nostra proposta dei Comitati popolari. Sul piano politico e organizzativo esortiamo le proletarie e le rivoluzionarie e tutti gli anticapitalisti e gli antimperialisti conseguenti a unirsi al Partito marxista-leninista italiano. Solo unendosi al PMLI come militanti, o simpatizzanti, o alleati è possibile alzare i toni della lotta di classe, unire tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali e religiose che possono essere unite nella lotta antifascista e antimperialista e buttar giù il neoduce Berlusconi..
Le proletarie e le rivoluzionarie hanno bisogno di un grande, forte e radicato PMLI e il PMLI ha un enorme bisogno di nuove, numerose e combattive compagne, militanti e simpatizzanti perché, come ha scritto recentemente il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, "E' impossibile costruire un grande, forte e radicato PMLI senza un gran numero di compagne, uguale o superiore a quello dei compagni".
A tutte le militanti, le simpatizzanti e le amiche del PMLI, e a tutte le proletarie, le rivoluzionarie e le masse femminili sfruttate e oppresse auguriamo di cuore un Buon 8 Marzo!
Proletarie! Rivoluzionarie! Unitevi al PMLI per tenere alta la grande bandiera rossa dell'8 Marzo !
Impediamo la partecipazione dell'Italia alla guerra di aggressione imperialista all'Iraq!
Votiamo sì al referendum sull'art. 18 e gli elettrodotti!
Asteniamoci alle elezioni amministrative!
Lottiamo per l'Italia unita, rossa e socialista!
Buttiamo giù il governo del neoduce Berlusconi!
Coi maestri vinceremo!

* Responsabile della Commissione per il lavoro femminile del CC del PMLI