Un altro colpo del governo alla scuola pubblica
90 MILIONI DI EURO A FAVORE DELLE SCUOLE PRIVATE
Possono beneficiare dei "buoni" scuola anche le famiglie ricche
STRACCIATO L'ART. 33 DELLA COSTITUZIONE

Il 2 settembre il governo ha assestato un altro duro colpo alla scuola pubblica. Con una modifica dell'art. 2 della finanziaria, per evitare il controllo del Consiglio di stato, i ministri dell'Istruzione Moratti e dell'Economia Tremonti hanno firmato un vergognoso decreto legge per finanziare le scuole private coi soldi pubblici, ben 90 milioni di euro in tre anni. Piove sul bagnato verrebbe da dire; non è bastato che quest'anno scolastico si aprisse all'insegna dello sfascio della scuola pubblica, devastata dai tagli previsti in finanziaria che riguardano il blocco assunzioni, la chiusura dei laboratori, il mancato rispetto delle norme di sicurezza degli edifici scolastici e la stessa attuazione della nefasta controriforma che di per sé amputa pezzi determinanti della scuola pubblica.
Attuando alla lettera la linea governativa privatistica, classista e neofascista, Moratti e Tremonti hanno scippato i soldi alla scuola pubblica per regalarli alla nera borghesia, alla chiesa cattolica, all'UDC che li rivendicava, a Comunione e Liberazione (come di recente promesso al convegno di Rimini) per sostenere così la scuola privata in calo di iscritti.
Il decreto prevede per chi iscrive i figli alle scuole private o "paritarie'' un contributo a "parziale rimborso delle spese sostenute per il pagamento delle rette scolastiche", cita l'art. 1, dietro presentazione di un semplice modulo senza alcuna limitazione di reddito, cosicché ne beneficeranno anche le famiglie ricche. Dunque, al danno si aggiunge la beffa: una ristretta fascia di famiglie potranno permettersi di scegliere la scuola e l'indirizzo ideologico preferito e verranno pure premiate. Un modo chiaro e inequivocabile per raggirare e calpestare l'art. 33 della Costituzione, abolire definitivamente il diritto allo studio per tutti e accentuare l'influenza e il controllo culturale e ideologico sugli studenti.
La Costituzione, più che stracciata nei fatti dall'avvento della seconda repubblica neofascista, era già da tempo raggirata dallo Stato ed Enti locali che preferiscono sovvenzionare le scuole private, in particolare materne ed elementari confessionali e non, piuttosto che intervenire sulle enormi carenze e anche la totale assenza del servizio pubblico in certe zone del nostro Paese, in particolare al Sud.
Per i ministri in camicia nera basta non superare l'intero importo della retta scolastica poi non vi sono divieti di cumulo fra i finanziamenti statali e quelli regionali che, in pieno regime federalista, vede le giunte locali governate dal "centro-destra'' fra le più generose verso le scuole paritarie. Per esempio la Lombardia, governata del clerico-fascista Formigoni, ha stanziato nel 2002 ben 63 milioni di euro per i 57.000 iscritti alle scuole private, mentre solo 7 milioni di euro per il piano annuale per il diritto allo studio regionale che interessa 980.320 studenti.
Il "buono" verrà valutato annualmente in base agli iscritti delle scuole paritarie e secondo gli stanziamenti di bilancio; in una prima stima è stato calcolato che dei circa 993.300 studenti delle scuole private (l'11,4% dell'intera popolazione scolastica), ne faranno richiesta circa 300.000 (esclusi i bambini delle materne ed elementari, i più numerosi ma già finanziati) per un beneficio di 100/150 euro a testa. Non è una gran cifra ma si può migliorare, ha promesso il ministro!
Come la controriforma Moratti trova le sue radici nella "riforma dei cicli'' di berlingueriana memoria, questo scandaloso decreto trova sostegno nella famosa legge di "parità scolastica" dello stesso ex-ministro diessino, tanto contestato e inviso a studenti e insegnanti quand'era in carica.
Gli esponenti delle associazioni cattoliche e i governatori come Formigoni ora auspicano il superamento del monopolio statale dell'istruzione a vantaggio del sistema integrato frutto della stessa legge sulla parità. Infine, Buttiglione sostiene a copertura del provvedimento che è compito della famiglia educare i figli e non dello Stato.
Sulla stessa linea familista si trovano le motivazioni della miniistra Moratti. A "Famiglia cristiana'' dichiara che "per essere in linea con l'Europa dobbiamo triplicare gli investimenti per l'infanzia, la famiglia e i giovani. Ovvero in quei settori che vanno a beneficio della formazione delle nuove famiglie''. Investimenti non a sostegno di una politica sociale ma per una "personalizzazione dell'offerta'', per pagarsi l'istruzione, dalla scuola dell'obbligo all'università privatizzate, l'acquisto della casa, la retta dell'asilo nido. Non più riconosciuti come diritti ma optional usufruibili a pagamento. Per rimarcare l'affossamento dello "Stato sociale'' e dei servizi pubblici e favorirne la privatizzazione.
L'Ulivo unanime ha condannato il decreto come palesemente anticostituzionale e il PRC come un'"ulteriore spallata alla scuola pubblica'', mentre i Verdi ne chiedono il ritiro. I sindacati confederali e i Cobas ne hanno stigmatizzato la pericolosità; quest'ultimi hanno proclamato una protesta per il 26 settembre nell'ambito della giornata di lotta contro la "riforma'' Moratti. Per Panini, segretario nazionale Cgil-scuola, il decreto "rappresenta un'ulteriore tappa alla privatizzazione dell'istruzione nel nostro Paese''. Il Cidi (Centro di iniziativa democratica degli insegnanti) afferma che "in 50 anni di repubblica non era mai accaduta una così palese violazione della Costituzione''. I genitori del CGD (Coordinamento genitori democratici) lo ritengono "un incentivo a lasciare una scuola pubblica sempre più povera per andare verso chi è più protetto''.
Gli studenti che fanno capo a Studenti.net, riuniti in un'assemblea nazionale a Scilla hanno dichiarato: " Agiteremo il mondo della scuola fin dal primo giorno''.
Questa è la strada, occorre contrastare con decisione questo decreto e la controriforma scolastica poiché sono il frutto di una politica ferocemente neofascista, privatista e federalista che porta allo sfascio la scuola e l'università pubblica, ingabbiando le energie le capacità dei giovani in una istruzione e formazione completamente omologata al grande capitale, al liberismo ed al libero mercato, per produrre futuri cervelli malleabili e sottomessi alle loro esigenze.