L'anticomunismo del governatore Bassolino

Forse folgorato dalle "delizie'' del capitalismo della Russia del neozar Putin, il rinnegato Antonio Bassolino si è tuffato nell'orgia di dichiarazioni anticomuniste che riempiono in questi mesi la stampa di regime nostrana.
Intervistato durante la sua recente visita a Mosca, ha affermato: "il comunismo? è stato sconfitto dalla storia, e non ho nessuna nostalgia... Sono cambiato dal '67, la strada giusta è il riformismo. Il regime sovietico ed il PCUS ha prodotto crimini. Il PCI? Ha compiuto molti errori, ma il comunismo italiano è stato un pilastro della democrazia, altro che partito di stato di Mosca''.
In realtà seguendo attentamente la sua parabola politica sappiamo bene che l'attuale governatore superpresidenzialista della Regione Campania non è affatto cambiato nel tempo, come vuole dare ad intendere, poichè servire il capitalismo è sempre stato il suo unico desiderio. Solo che ieri, quando stava nel PCI revisionista ed era legato al PCUS revisionista (che aveva già fatto scempio della gloriosa Urss socialista di Lenin e Stalin) spacciava il suo riformismo per comunismo, mentre oggi, arrivato nella stanza dei bottoni, si spaccia per riformista e democratico quando invece egli è uno tra più ambiziosi e megalomani pilastri della "sinistra'' del regime neofascista. Quella stessa "sinistra'' che ha da tempo perso qualsiasi connotato riformista e democratico-borghese, essendo stata negli anni di governo la promotrice delle principali controriforme liberiste, neofasciste, presidenzialiste e federaliste e che ha spianato la strada alla ascesa del neoduce Berlusconi.
Le dichiarazioni di Bassolino, così come quelle di D'Alema, Fassino e Bertinotti, sono forse la migliore dimostrazione di quanto il PMLI sostiene fin dalla sua nascita, come organizzazione nel 1969: la storia del Pci e dei suoi dirigenti borghesi è stata un colossale inganno perpetrato ai danni del proletariato e del popolo italiano!