Con una proposta di legge per la Tobin tax
ATTAC ITALIA VENDE SOGNI E ILLUSIONI PER "UN MONDO DIVERSO''
L'associazione Attac Italia (Azione per una tassa di Tobin d'aiuto ai cittadini) ha promosso alla fine del dicembre scorso una campagna per raccogliere le firme necessarie a presentare una legge d'iniziativa popolare per introdurre la tassa Tobin tax in Europa e comunque in Italia sulle transazioni valutarie e finanziarie il cui ricavato dovrebbe essere utilizzato a fini sociali. Un disegno di legge sullo stesso tema fu già presentato al Senato nell'aprile 2000 dal partito di Cossutta.
Sul tipo di iniziativa per introdurre un'imposta sulle plusvalenze finanziarie trasnazionali e sul metodo scelto per portarla avanti, cioè mobilitando dal basso tutti coloro che condividono questo obiettivo, tutto sommato si potrebbe anche essere d'accordo. Ma sulle motivazioni e le finalità che Attac avanza dissentiamo nettamente e le rigettiamo.
A noi pare che Attac attribuisca a questa tassa un'importanza esagerata e gli assegni dei falsi poteri taumaturgici di cambiamento sociale. Secondo quel che si legge nel suo comunicato, ad essa dà "una funzione paradigmatica'' per "un mondo diverso da quello imposto dal modello economico e sociale neoliberista e delle istituzioni - Wto, Fmi, banca mondiale, Nato''. Per "un mondo possibile'' come stabilito nel Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre.
Anche se la Tobin tax arrivasse, come anche noi auspichiamo, alla sua approvazione legislativa e diventasse operativa, non crediamo affatto che essa possa portare a un "mondo diverso'' da quello attuale capitalista e imperialista e "ristabilire il primato della cittadinanza sull'economia'', cioè fare un "primo passo nella direzione di cambiamento del modello economico e sociale dominante'', fondato sulla democrazia, sulla giustizia e sui diritti dei popoli.
Del resto lo stesso economista borghese di stampo liberale, James Tobin, che per primo, nel lontano 1981, propose l'adozione di una piccola imposta sulle transazioni valutarie, si limitava a dargli un significato assai più limitato, legato alla lotta alla speculazione monetaria. Una tassa che doveva scoraggiare le transazioni di breve periodo, senza danneggiare il commercio reale dei prodotti, e favorire una maggiore stabilità nei mercati finanziari e dei cambi.
Certo, da allora, con la liberalizzazione dei mercati finanziari, si è avuta una crescita abnorme dell'economia finanziaria. Basti dire che ogni giorno sui mercati dei cambi valutari vengono scambiati mediamente 1.800 miliardi di dollari, di cui più del 95% è collegato ad attività di natura speculativa. La proposta della Tobin tax chiede l'introduzione di un'imposta dello 0,5% o al massimo dell'1% che se applicata su tutte le transazione valutarie a livello planetario produrrebbe un gettito di circa 100 miliardi di dollari. Per l'Italia, Attac chiede al governo di destinare gli introiti della Tobin tax per l'80% a livello nazionale e per il 20% a finalità internazionale per la lotta alla povertà e tutela dell'ambiente.
Considerata complessivamente non è una cifra da disprezzare e, in effetti, in parte potrebbe contribuire a risolvere alcuni problemi sociali importanti riguardanti l'alimentazione, la salute, la scolarizzazione, lo sviluppo, specie nel Terzo mondo. E tuttavia sarebbe ingenuo pensare che una tassa di questo tipo, possa bloccare, o quanto meno contenere il grosso della speculazione finanziaria; e meno che mai produrre un cambiamento sostanziale del "mondo'' capitalistico. Una speculazione quella finanziaria che, non di rado, è pilotata dai governi dei paesi più forti e dalle relative autorità monetarie, contro paesi concorrenti da mettere fuori gioco. Per dirne una, non c'entrano niente gli Usa nella crisi finanziaria del Giappone e dei paesi del sud-est asiatico? E nell'attuale crisi argentina?
Anche noi siamo favorevoli a colpire le transazioni speculative sul mercato delle valute, attraverso l'introduzione di un'adeguata imposta. Da affiancare ad altre rivendicazioni - vedi il Nuovo Programma d'azione del PMLI pubblicato sul numero 8/2001 de "Il Bolscevico'' - per tassare le rendite finanziarie e i patrimoni e per cancellare il debito dei paesi poveri versi i paesi ricchi e il Fmi, la Bm e la Bce. Avendo chiaro però che da sole queste misure non possono modificare radicalmente e in forma stabile la situazione economica e sociale mondiale, e solo inserendole in una strategia più generale per il socialismo esse possono diventare effettivamente efficaci. Insomma: che per cambiare il mondo occorre spazzare via il sistema capitalista-imperialista. Il resto sono sogni e illusioni di tipo riformista.