In un'intervista al "New York Times''
Berlusconi: "l'Occidente deve intervenire ovunque per esportare la democrazia''
Per il neoduce "serve un cambiamento nel diritto internazionale per rendere non più inviolabile la sovranità degli Stati''
Berlusconi più bellicoso di Bush nell'invocare l'esportazione armata della "democrazia'' in tutto il mondo? Sembrerebbe impossibile, eppure è così. Lo rivela Frank Bruni, giornalista del "New York Times'', che il 3 dicembre ha condotto una lunga intervista al neoduce a Palazzo Chigi per conto del più importante quotidiano Usa, che gli ha poi dedicato quasi mezza pagina nell'edizione del 5 dicembre: il pensiero di Berlusconi rispecchia perfettamente la dottrina Bush sulla guerra preventiva, "anzi, forse va persino oltre'', sottolinea infatti tra il sorpreso e l'ammirato l'intervistatore dopo aver ascoltato l'entusiastico "peana'' (la definizione è di un altro importante quotidiano Usa) di Berlusconi all'attuale politica imperialista e guerrafondaia della Casa Bianca.
Bruni riferisce che Berlusconi, anche se reduce da una recente influenza, parlava "con tono energico e diffusamente, in monologhi senza cenni di autocritica e traboccanti di autostima'', ignorando del tutto i tentativi dei suoi collaboratori "seduti nervosamente intorno a lui'' di sviarlo "da argomenti delicati o da espressioni azzardate''. L'intervistatore riferisce altresì che nel definire l'intervento Usa in Iraq come uno dei più importanti e necessari esempi di come l'Occidente esporta la libertà, Berlusconi ha sottolineato che i mezzi con cui farlo sono diversi, tra cui le sanzioni economiche contro i governi totalitari. Ma, ha aggiunto, "la comunità delle democrazie'' deve essere pronta ad usare la forza quando è necessario, esattamente come gli americani hanno fatto in Iraq. E un tale approccio potrebbe richiedere anche "una modifica del diritto internazionale che finora riconosce come inviolabile la sovranità dei singoli Stati''.
"Oggi - prosegue ormai senza freni il neoduce - l'Occidente è l'unica potenza militare e all'interno dell'Occidente c'è l'incontestabile superpotenza militare degli Stati Uniti. E ora ci chiediamo, guardando al futuro, se è possibile intervenire come esportatori di democrazia e di libertà nel mondo intero''. è a questo punto che l'inviato del N.Y.T. non può fare a meno di notare stupito che nel suo entusiastico sostegno alla dottrina Bush il premier italiano si spinge addirittura a scavalcare a destra lo stesso presidente Usa!
"In un'Europa spesso ostile all'amministrazione Bush - commenta compiaciuto il giornalista americano - Berlusconi offre un'appassionata difesa degli Stati Uniti. Dichiara di essere sorpreso dalle definizioni di `imperialismo americano' proposte dalla sinistra europea e aggiunge che lui non ha mai visto alcun segno di questo. `L'unico territorio davvero occupato dagli Stati Uniti è quello dove giacciono i soldati che sono morti per la nostra libertà', ha dichiarato riferendosi ai cimiteri militari americani in Europa. Proprio in rapporto alla grande difesa americana dell'Europa occidentale nel corso della seconda guerra mondiale, era `assolutamente impensabile per me' rifiutare la richiesta del presidente Bush di una presenza militare italiana in Iraq''.
Alla domanda poi di cosa ne pensasse "sulla frequente opposizione francese e tedesca agli Usa nel corso dell'ultimo anno'', Berlusconi ha risposto che il suo ruolo di presidente di turno della Ue gli impediva di rispondere "con franchezza''. Con ciò lasciando chiaramente intendere la sua ben nota riprovazione verso le due nazioni europee recalcitranti ad allinearsi totalmente alla politica dell'amministrazione Bush. Tanto che infatti ha subito aggiunto a scanso di equivoci: "Tutti dovrebbero essere consapevoli dei loro doveri di gratitudine verso la grande democrazia americana''. Ed è in base a questa "gratitudine'' che Berlusconi rassicura i suoi amici yankee che il contingente militare italiano resterà in Iraq nonostante i 19 morti di Nassiriya, dicendosi certo che anche i suoi amici leader di Spagna e Polonia, paesi anch'essi presenti in Iraq con i loro contingenti, condividono il suo impegno "forte'' a fianco degli Stati Uniti.
è impressionante la sostanziale indifferenza con cui la stragrande maggioranza dei mezzi di informazione hanno accolto questo gravissimo proclama fascista, imperialista e guerrafondaio di Berlusconi. Come se si trattasse di una qualsiasi delle sue tante "spacconate'' smentite dall'autore il giorno dopo e da non prendersi troppo sul serio. Nessuno per esempio si è sognato di confutare l'evidente falsità di certe sue affermazioni, come quella di "non vedere'' traccia di occupazione di territori altrui da parte degli imperialisti Usa: e l'Iraq, e l'Afghanistan? E le centinaia di basi militari all'estero - territorio americano a tutti gli effetti - che gli Usa mantengono in tutto il globo? Se fosse come dice lui, che cosa aspetta allora il suo governo a dare lo sfratto alle basi della Maddalena, di Camp Darby, di Aviano, ecc.?
Ma la cosa ancor più grave del proclama di Berlusconi, passata anch'essa quasi sotto silenzio, è non solo e non tanto l'affermazione che l'Occidente deve esportare la democrazia in tutto il mondo con le armi, cosa che il neoduce aveva già praticamente sostenuto in altre occasioni, ma addirittura che per farlo si potrebbe cambiare il diritto internazionale abrogando il principio dell'inviolabilità della sovranità nazionale. Un concetto mostruoso, che nemmeno Bush aveva osato finora teorizzare così apertamente, pur applicandolo di fatto a suo piacimento a destra e manca, in quanto più che le crociate ricorda direttamente le infami guerre di occupazione, di sterminio e di depredamento dei popoli compiuti in nome della "civiltà'' dalle potenze coloniali del passato.
In ogni caso, e come minimo, siamo completamente al di fuori e contro la Carta costituzionale italiana, che nell'articolo 11 sancisce il ripudio della guerra come "strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali''. Il proclama imperialista e guerrafondaio di Berlusconi, che di per sé è una dichiarazione di guerra in piena regola contro i paesi islamici e tutti coloro che rifiutano di piegarsi al diktat americano, è quindi anche un proditorio insulto alla Costituzione repubblicana. Ciampi non ha nulla da dire in proposito?