L'intervento di Denis Branzanti al XIII Congresso provinciale dell'Anpi di Forlì-Cesena
"SIAMO CHIAMATI A UNA NUOVA STAGIONE DI LOTTE ANTIFASCISTE, CONTRO LA SECONDA REPUBBLICA, PER IL SOCIALISMO''
"NON SARA' CON IL VOTO A UNO QUALSIASI DEI PARTITI IN GARA ALLE PROSSIME ELEZIONI POLITICHE CHE SI FARANNO PROGREDIRE LE MASSE E L'ANTIFASCISMO''
Testo integrale del forte intervento del compagno Denis Branzanti pronunciato al XIII Congresso provinciale dell'Anpi di Forlì-Cesena che si è svolto il 3 marzo presso la Casa del lavoratore di Bussecchio.
 
Care compagne e cari compagni partigiani, amiche e amici, sono onorato di poter intervenire da questa prestigiosa tribuna e dare il mio contributo alla discussione di questo tredicesimo congresso provinciale dell'Anpi di cui da anni sono orgoglioso di far parte.
Colgo l'occasione per portarvi il saluto e l'adesione ideale e materiale alla causa dell'antifascismo della Cellula "G. Stalin'' di Forlì del Partito marxista-leninista italiano.
Il nazismo e il fascismo stanno tornando prepotentemente alla ribalta, nel nostro Paese come in Europa, questo è purtroppo un dato di fatto.
Le azioni squadriste dei gruppi nazifascisti come "Forza nuova'', che andavano da subito messi fuori legge, si fanno sempre più frequenti, essi ormai scorazzano liberamente e organizzano intollerabili raduni, picchiano gli immigrati, i cosiddetti "diversi'' e chi si erge a loro difensore.
Questi putridi rimasugli del passato hanno libertà d'azione non solo per l'appoggio che godono nelle istituzioni in particolare da Alleanza nazionale, erede del partito fascista storico, ma anche per le connivenze e le coperture garantite loro dal governo finanche dalle più alte cariche dello Stato.
Da tempo è stata imbastita una vile campagna denigratoria della gloriosa Resistenza tesa a criminalizzarla in particolare con la vicenda delle Foibe, su questa questione non bisogna fare nessuna concessione ai fascisti come invece fanno tutti i partiti della "sinistra'' parlamentare e borghese.
Occorre respingere fermamente i tentativi di "pacificazione'' tra fascisti e partigiani, cioè tra i massacratori e i liberatori che non potranno mai essere messi sullo stesso piano, i morti non sono tutti uguali e tutti non meritano lo stesso rispetto.
Ma questa teoria si fa sempre più largo nella società anche perché è il governo di "centro sinistra'' stesso ad averla fatta sua, basti ad esempio il discorso d'insediamento di Violante alla Camera nel quale disse che bisogna capire "i ragazzi di Salò'', e addirittura è il presidente della Repubblica Ciampi a commettere gli atti più criminali di revisionismo storico e rivalutazione del fascismo, egli ha infatti offeso la memoria dei partigiani e delle vittime del nazifascismo andando a rendere omaggio ai caduti dell'Armir, il corpo di invasione spedito da Mussolini in Russia, al fianco delle truppe hitleriane, senza però dire una parola per i 25 milioni di caduti sovietici, vittime della barbarie nazifascista. Questo episodio fa il paio con la precedente visita al "sacrario'' di El Alamein in Egitto, con il quale aveva voluto rendere omaggio all'esercito coloniale mussoliniano, di cui peraltro egli fece parte di stanza in Albania con l'incarico di ufficiale.
Ciampi non manca di rinfocolare il nazionalismo patriottardo in ogni momento, ad esempio strumentalizzando il centenario della morte di Giuseppe Verdi oppure facendo risuonare le note dell'inno di Mameli in maniera ossessiva. Non ha mancato di dare il suo parere positivo al rientro dei Savoia, in spregio alla Costituzione ormai divenuta per loro carta straccia.
Noi ci troviamo in particolare a fare i conti con quelle schifose adunate fasciste che periodicamente, ad ogni ricorrenza nera, si tengono a Predappio con il benestare della giunta comunale e del sindaco Marcelli che addirittura hanno realizzato un museo apologetico del fascismo nell'ex casa natale del boia nero.
Si dovrebbero vietare tali indegne celebrazioni così come si dovrebbero chiudere sia tale offensivo "museo'' sia tutti gli squallidi negozi di "souvenir'' fascisti che infestano Predappio.
Bisognerebbe mobilitarsi e scendere nelle piazze sin dal prossimo 28 aprile per manifestare la nostra contrarietà alla libertà d'azione lasciata ai fascisti.
Anche a Forlì si stanno ripetendo episodi che necessitano di una risposta popolare: il ripristino della targa col giuramento fascista all'ex Gil, la mostra sull'architettura urbanistica del ventennio a Forlì, Predappio e Castrocaro e nei paesi sottomessi al fascismo, nonché la paventata ristrutturazione di Villa Carpena per farne un 2° museo fascista.
Siamo quindi chiamati a una nuova stagione di lotte antifasciste, ma anche per il socialismo, perché l'avvento della seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e interventista ha riportato e di molto all'indietro le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari e lavoratrici.
Non è certo per questo tipo di società che hanno lottato i partigiani, in particolare quelli comunisti ai quali io mi sento più legato, e che aspirava a fare dell'Italia un paese libero e socialista.
Come ieri ci si è battuti contro il fascismo oggi occorre battersi contro il neofascismo rappresentato dalle istituzioni borghesi capitaliste e creare delle nuove istituzioni rappresentative delle masse, i Comitati Popolari.
Non sarà con il voto a uno qualsiasi dei partiti in gara alle prossime elezioni politiche che si faranno progredire le condizioni di vita e di lavoro delle masse e l'antifascismo, ma solo con la lotta militante nelle piazze, nei luoghi di vita, di lavoro e di studio.
Ricacciamo i fascisti nelle fogne da dove stanno riemergendo!
Viva l'antifascismo!
Viva la Resistenza e i partigiani!
Viva il 25 Aprile e il 9 Novembre!