Intervento di Denis Branzanti all'attivo territoriale della Cgil di Forlì
ALZARE IL LIVELLO DELLO SCONTRO COL GOVERNO BERLUSCONI
LO SCIOPERO GENERALE NON SI FA COI FIORI

Pubblichiamo qui di seguito il forte intervento del compagno Denis Branzati all'attivo territoriale della Cgil di Forlì tenutosi mercoledì 27 febbraio.
 

Credo che dobbiamo respingere gli inviti alla calma e ad abbassare i toni che da più parti ci vengono rivolti, dobbiamo invece alzare il livello dello scontro perché ne va della nostra vita e di quella delle lavoratrici e dei lavoratori del nostro Paese, non possiamo permetterci di fare "scioperi gentili, con i fiori''.
Nel disegno di legge collegato alla Finanziaria 2002, contenente la "delega al governo in materia di mercato del lavoro'', il punto riguardante la sospensione e la modifica dell'art. 18 dello "Statuto dei lavoratori'' è senz'altro il più grave, ma è nel suo insieme, nella sua filosofia e nei suoi singoli provvedimenti che rappresenta un attacco senza precedenti ai diritti fondamentali dei lavoratori, facendo passare la generalizzazione e l'istituzionalizzazione della precarizzazione. Il lavoro a tempo indeterminato diventa l'eccezione, mentre la regola è rappresentata dal lavoro precario.
Se l'art. 18 è un diritto, lo è anche avere un lavoro stabile, a tempo pieno e salario intero.
Va quindi respinta l'intera legge delega liberista di Maroni e non trattare e continuare a lottare finché non viene ritirata per intero.
Il governo Berlusconi ha ampiamente dimostrato di picchiare sodo, e su tutti i fronti: da quelli economico, sociale e sindacale, a quelli politico, istituzionale, costituzionale e giudiziario, a quello della politica estera e militare, a quelli dell'istruzione, della cultura, dell'informazione e dell'immigrazione, e anche sul conflitto d'interessi vuole imporre la sua soluzione di comodo.
Se lo scopo del sindacato è quello di difendere gli interessi e i diritti dei lavoratori, come è in effetti, allora l'opposizione al governo per la Cgil è un dovere, perché questo è un governo contro i lavoratori, e quindi anche contro la Cgil.
Basta dire che facciamo scioperi solo sindacali, perché l'attacco del governo non è solo sindacale ma soprattutto politico, e allora la risposta non può essere solamente sindacale ma anche e soprattutto politica.
Per questo i partiti, le organizzazioni e i sindacati hanno il dovere di indire lo sciopero generale politico contro il governo, altro che "riorganizzarsi per le prossime elezioni''. In 5 anni questo governo farà un macello sociale senza precedenti, prima lo butteremo giù, meglio sarà.
Chiudo il mio intervento esprimendo la totale, ferma e netta condanna dell'attentato terrorista al Viminale, o alla vicina sede dei DS che sia.
Penso però alle parole del ministro della Giustizia Castelli che il giorno precedente aveva paventato il rischio di attentati in riferimento alla pacifica manifestazione del Palavobis di Milano, allora mi chiedo: o Castelli è dotato della divina dote della preveggenza o quanto meno di una grande intuizione, cosa che non gli concedo visti i suoi evidenti limiti, oppure sotto c'è qualcosa...
Penso al fatto che ogni volta che un movimento di protesta nasce, cresce e si sviluppa, esplode una bomba, penso agli scioperi, al movimento no-global, al movimento studentesco. E allora questa bomba non è contro il governo ma contro i lavoratori, contro gli studenti, contro i pensionati, contro i giovani, contro i disoccupati; e allora bisogna condannare il terrorismo ma non stringersi alle istituzioni se queste sono rappresentate da un governo neofascista qual è quello di Berlusconi.


6 marzo 2002