Applaudito intervento di Denis Branzanti al Direttivo della Camera del Lavoro di Forlì
SCIOPERARE, SCIOPERARE, SCIOPERARE PER DIFENDERE L'ART.18
DOBBIAMO ANDARE A ROMA PER SEPPELLIRE CON UN BOATO LA FALSA TRATTATIVA E IL PROGETTO ANTIOPERAIO DEL GOVERNO BERLUSCONI
Dal nostro corrispondente di Forlì
Martedì 25 giugno si è tenuta a Forlì una riunione del Comitato direttivo della Camera del lavoro di Forlì, allargata alle delegate e ai delegati, presenti un centinaio di sindacalisti.
Ad aprire i lavori Tamer Favali, segretario della Camera del lavoro di Forlì, che ha analizzato l'attuale situazione: l'attacco all'art. 18 ma non solo, l'intera politica economica e sociale del governo tesa a togliere diritti alle masse, la trattativa col trucco imbastita dal governo e accettata da Cisl e Uil, la lotta che vedrà impegnati la Cgil e i lavoratori nei prossimi mesi, a partire dallo sciopero regionale dell'Emilia-Romagna previsto per l'11 luglio.
Al termine ha preso la parola il compagno Denis Branzanti, membro del Comitato direttivo della Cgil di Forlì per svolgere il suo applaudito intervento.
Egli ha messo in evidenza come la Cgil non sia caduta nel tranello teso dal governo, non abbia ceduto sulle sue posizioni e sia rimasta coerente con l'impegno preso con milioni di lavoratrici e lavoratori, giovani, pensionati che in questi mesi sono scesi in lotta, cosa che hanno invece fatto i collaborazionisti Pezzotta e Angeletti.
La pratica di ben 8 mesi di cosiddetto "dialogo sociale'' ha ampiamente e inequivocabilmente dimostrato che con questo governo non si può trattare su niente... Lottare, lottare, lottare! Scioperare, scioperare, scioperare! Questa è l'unica strada che i lavoratori, tutti, anche quelli iscritti a Cisl e Uil che criticano l'operato dei loro vertici, possono e devono battere se vogliono ottenere dei risultati''. "Occorreva non partecipare - ha aggiunto il compagno - ai tavoli delle trattative riguardanti il fisco, il Mezzogiorno e la lotta al lavoro nero, perdurando l'attuale atteggiamento del governo, e si doveva invece sostenere il referendum sull'estensione dell'art.18 alle aziende con meno di 15 dipendenti, la cui raccolta di firme è già in corso".
Branzanti ha poi criticato le modalità dello sciopero che si terrà a Forlì l'11 luglio avanzate sinora e cioè quelle di una "festa'' con ciambelle e vino, dicendo anche che "non importa solo quanti saremo, conta anche cosa diremo e come lo diremo'', "occorre quindi portare fino in fondo la lotta. La forza per vincerla c'è!''. Con o senza Pezzotta e Angeletti, che si auspica comunque ci ripensino, "si dovrà andare a Roma per seppellire con un boato la falsa trattativa sindacale e il progetto antioperaio e antipopolare del governo Berlusconi con l'unica parola d'ordine possibile: art. 18 non si tocca''.
L'intervento è stato apprezzato, ma non da tutti, infatti il responsabile organizzativo della Cgil di Forlì Enzo Santolini, come di solito fa dopo gli interventi del compagno Branzanti, ha preso la parola per riportare la lotta su un piano più morbido, abbassando i toni dello scontro in atto che inevitabilmente non possono che essere alti, visto il pesantissimo attacco che il governo del neoduce Berlusconi sta portando alle masse popolari e lavoratrici del nostro paese, e queste hanno il diritto di fare una guerra totale alla Casa del fascio e al suo neoduce!

26 giugno2002