Sulla stessa linea di Bertinotti
CASARINI SI
PARLA ADDOSSO STRAVOLGENDO LA REALTA'
I trotzkisti e
gli "ultrasinistri'' ora inventano "la guerra totale permanente'' pur
di nascondere l'imperialismo ed evitare la lotta di classe.
Su "Liberazione'' del 18 settembre il leader dei Centri sociali del Nord e
portavoce delle "tute bianche'', Luca Casarini, interviene sul tema della
situazione internazionale e delle prospettive di lotta del movimento
antiglobalizzazione dopo gli spaventosi attentati terroristici negli Stati
Uniti.
Sembra però che lucidità e onestà di analisi gli difettino decisamente, dal
momento che il suo articolo è più che altro un pretesto per attaccare e
stravolgere i concetti classici del marxismo-leninismo, come quelli di
imperialismo e lotta di classe, i soli in grado di comprendere correttamente
anche oggi la realtà mondiale, e per sostituirli con concetti trotzkisti come
quello di "impero'', e di "lotta per la sopravvivenza dell'umanità'',
e altre stravaganze del genere che servono solo a confondere le idee alle masse
e a coprire in ultima analisi la vera natura e scopi dell'imperialismo stesso.
Non si sa da che cosa e perché Casarini abbia tratto la conclusione che gli
attentati dell'11 settembre abbiano reso di colpo obsoleta e superata tutta la
teoria e l'analisi marxista-leninista dell'imperialismo e delle guerre
imperialiste, ma di certo è qui che vuole andare a parare, quando dice
testualmente che: "A Manhattan è finita ogni ambiguità, è finito ogni
legame con i passati paradigmi che hanno definito il dominio su questo pianeta
per tutto un secolo. Sono finiti gli Stati nazione, è finito l'imperialismo
amerikano, è finita la guerra come l'avevamo conosciuta (...). Quello che
inizia è l'impero globale del neoliberismo, la Guerra Globale Permanente, le
corporations della sicurezza planetaria''.
Sulla scia dell'imbroglione trotzkista Fausto Bertinotti anche Luca Casarini
vaneggia della "fine degli Stati nazione'' (proprio quando invece i recenti
avvenimenti mondiali riconfermano la forza e l'arroganza delle superpotenze
americana ed europea), dell'imperialismo e delle guerre imperialiste, che si
sarebbero trasformati secondo loro rispettivamente in "impero'' e in
"guerra permanente''.
Un "impero'' in cui, secondo la visione distorta di Casarini, saremmo tutti
vittime e responsabili al tempo stesso, nazioni ricche e povere, forti e deboli,
sfruttati e sfruttatori, in un groviglio inestricabile di interessi e
coinvolgimenti reciproci. E la guerra sarebbe ormai diventata una
"caratteristica strutturale'' di questo "impero'', una sorta di tumore
spontaneo senza padre né madre.
E così continuando a parlarsi addosso, tra concetti come "Nato corporation
e multinazionale'', "guerra che ora è privata'', "disobbedienza
all'Impero della Guerra'', "combattere per la democrazia e contro
l'Impero'', "costruire la resistenza alla Guerra Permanente'', ecc.,
Casarini arriva al dunque, e cioè alla negazione della lotta di classe:
"Perché questa, come dice Marcos, non è più la `lotta di classe'. è la
lotta per la salvezza dell'umanità in un mondo dove non vi è più posto per
essa'', conclude infatti l'"ultrasinistro'' portavoce delle "tute
bianche'' citando il suo maestro trotzkista, e svelando dove volevano andare a
parare realmente tutte le sue assurde e opportuniste teorie.
26 settembre 2001
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