Catturato illegalmente Saddam, la resistenza irachena continua
L'ex presidente iracheno Saddam Hussein è stato catturato dalle forze di occupazione statunitensi il 13 dicembre. Nascosto nel sotterraneo di una fattoria 15 chilometri a sud di Tikrit, la città originaria del suo clan familiare, debilitato fisicamente, non ha opposto resistenza alla cattura. Circa 600 soldati della quarta divisione di fanteria insieme alle forze speciali dell'esercito americano hanno preso posizione dalla mattina nella cittadina di Al-Dawr concentrandosi su due possibili nascondigli. Hanno infine circondato una piccola casa di campagna, dove sotto una stalla di fango hanno scoperto l'ingresso di una specie di cantina, dissimulato con pezzi di mattone e terriccio. Quando vi sono scesi, intorno alle 20,30 locali, hanno trovato uno spazio capace di contenere appena una persona distesa, con una presa d'aria e un ventilatore. Lì stava Saddam.
Come ha dichiarato il luogotenente generale Ricardo Sanchez, comandante in capo delle forze americane in Iraq, il raid, denominato "operazione Alba rossa'', è stato lanciato unicamente sulla base di una "soffiata''. La mega taglia di 25 milioni di dollari messa sulla testa di Saddam evidentemente ha fatto il suo effetto. Una pratica, quella delle taglie, usata a piene mani dagli Usa dopo la presa di Bagdad e che ricorda sinistramente quelle dei nazisti poste sulle teste dei partigiani e di chi si opponeva risolutamente all'occupazione in tutta Europa.
L'annuncio, i dettagli della cattura e il video mostrato il giorno dopo durante la conferenza stampa dell'amministratore americano per l'Iraq, Paul Bremer, sono stati studiati a effetto, compreso l'applauso e le grida di giubilo di due giornalisti iracheni presenti. La regia era ben studiata: il mondo doveva sapere e vedere che gli "esportatori della democrazia e della libertà'' avevano trionfato.
Dal punto di vista del diritto internazionale la situazione irachena resta immutata dopo la cattura di Saddam Hussein. Una cattura illegale, perché compiuta da forze di occupazione illegali. Il potere militare esercitato dagli Stati Uniti e dai contingenti militari presenti sul territorio iracheno, compreso quello italiano, è un potere conquistato con la sola forza delle armi e al prezzo di oltre 30 mila vittime irachene, di cui molti civili, in una guerra di aggressione che ha calpestato e violato scientemente la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale. Essi, per l'imperialismo occidentale capeggiato dagli Usa, non sono altro che dei simulacri, retaggi del passato soppiantati dalla dottrina della "guerra preventiva'' e dell'"esportazione della democrazia'' con le armi. E criminale è il ricorso alla risoluzione 1511 del Consiglio di sicurezza dell'Onu, come hanno fatto anche Ciampi e il governo del neoduce Berlusconi, la quale avrebbe "sanato'' a posteriori l'illegittimità originaria dell'occupazione militare.
Quanto al destino di Saddam gli Usa ed i loro complici imperialisti e collaborazionisti stanno già preparando il campo ad una farsa giudiziaria, a cui stavano lavorando da tempo. Mentre la Cia gestisce gli interrogatori, gli Usa stanno già addestrando giudici iracheni che dovrebbero sotto il loro controllo allestire un teatrino processuale contro gli esponenti del regime sconfitto, Saddam compreso. La via di un altrettanto inaccettabile processo internazionale alla Corte dell'Aja non è praticabile per il semplice fatto che gli Usa non hanno ratificato il trattato che l'ha istituita, anzi stanno concludendo accordi bilaterali con i paesi che l'hanno sottoscritto per escludere le proprie truppe da eventuali processi contro crimini da loro commessi, proprio perché se non si attuasse la politica dei due pesi e delle due misure gli attuali esponenti dell'amministrazione americana, Bush in testa, dovrebbero per primi rispondere dei crimini commessi scatenando la guerra d'aggressione imperialista contro l'Iraq. Saddam deve rispondere e pagare per i suoi crimini di fronte al popolo iracheno. è il popolo iracheno l'unico giudice legittimo, non l'invasore americano e i suoi lacché.
L'unica cosa certa è che la resistenza irachena continua. A denti stretti sono costretti ad ammetterlo anche Bush e la cricca imperialista occidentale. Contrariamente a quanto sostengono gli americani la maggior parte delle forze della resistenza irachena non credeva, né auspicava, in un ritorno di Saddam e del suo regime al potere. La realtà è che essa giustamente non tollera l'occupazione militare degli americani che utilizzano gli stessi strumenti repressivi e di terrore imputati a Saddam. Invece dei bagni di folla inneggianti alla cattura di Saddam si moltiplicano le manifestazioni di protesta contro le truppe di occupazione che vengono represse sanguinosamente. Inoltre, le operazioni militari della resistenza sono continuate anche nel giorno dell'annuncio della cattura ed in quello seguente. Il portavoce del Fronte popolare per la liberazione della Palestina ha significativamente affermato: "Per gli Usa è un risultato sul piano psicologico, ma non vuol dire che la resistenza è finita e la loro occupazione si rafforzerà. I prossimi giorni dimostreranno che Saddam non aveva un ruolo rilevante nella resistenza. E per Bush sarà un successo solo temporaneo''.