Siglato il nuovo Ccnl della scuola da Cgil, Cisl, Uil e Snals
AL PERSONALE DELLA SCUOLA UN PIATTO DI LENTICCHIE IN CAMBIO DI TAGLI E PRECARIATO
Aumento medio mensile netto di 60 euro. Lo stipendio europeo rimane una chimera mentre aumentano i carichi di lavoro
UN ALTRO COLPO DEMOLITORE ALLA SCUOLA PUBBLICA
Avevano promesso un "contratto di svolta", un contratto che finalmente avrebbe restituito "dignità" sul piano normativo e garantito uno "stipendio europeo" sul piano economico a tutti i lavoratori della scuola. E per questo nei mesi scorsi centinaia di migliaia di insegnanti e personale Ata erano scesi in piazza in difesa della scuola pubblica e per rivendicare miglioramenti normativi e stipendiali in linea con la media europea.
Invece, il 16 maggio Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno per l'ennesima volta tradito le aspettative di circa 1 milione e 100 mila fra insegnanti (850 mila) e personale amministrativo, tecnico e ausiliari (260 mila) e hanno firmato un miserevole rinnovo contrattuale che, in cambio di un piatto di lenticchie, di fatto avalla l'odiosa controriforma scolastica e la feroce politica dei tagli al personale e alle risorse già avviati con la Finanziaria 2003 dal governo del neoduce Berlusconi e dalla Thatcher di viale Trastevere Letizia Moratti.
Il nuovo contratto avrà durata biennale, 2002/2003 per quanto riguarda la parte salariale, e durata quadriennale, 2002/2005 per la parte normativa.
A conti fatti gli aumenti medi a regime in paga-base sono, al netto di tasse e trattenute, di circa 60 euro equivalenti a poco più del 5% in due anni. Una percentuale che a malapena copre l'inflazione programmata dal governo e che notoriamente è molto più bassa di quella reale. Il tutto sarà elargito in due tranche, la prima con decorrenza dal 1° gennaio 2001, e la seconda a partire dal 1° gennaio di quest'anno. Inoltre va sottolineato che una parte degli aumenti dei professori, circa 35 euro medi lordi, verrà inserita nella "retribuzione professionale docente", un'indennità che è fuori dalla paga-base e quindi non pensionabile e non presente nella tredicesima; mentre un'altra parte, circa 14 euro lordi, finirà nel calderone del "fondo dell'istituzione" (cioè del fondo delle singole scuole) che verrà ampliato per finanziare "l'incentivazione", ossia il carrierismo e la competizione tra lavoratori/trici nella logica della scuola-azienda tanto cara alla ministra Moratti e ulteriori 9 euro lordi saranno elargiti come indennità integrativa.
Ancora più penalizzanti risultano gli aumenti riconosciuti al personale Ata che avranno un aumento medio lordo mensile di 93 euro di cui 65 sullo stipendio base, 9 come compenso individuale accessorio e 10 sulla contrattazione integrativa.
Sulla parte normativa invece la novità più inquietante riguarda l'istituzione di una Commissione paritetica a livello ministeriale per l'individuazione di "soluzioni tecniche possibili per proporre entro la fine del 2003 un percorso di carriera professionale docente in linea con i processi di riforma e le caratteristiche qualitative e di valutazione indicate dal Miur". Che tradotto in soldoni significa, da un lato, l'accettazione piena della controriforma scolastica neofascista, classista, meritocratica, aziendalista e federalista appena approvata dal parlamento nero e, dall'altro lato, la riedizione di un nuovo "concorsone" di berlingueriana memoria per la valutazione e il conseguente avanzamento di carriera dei professori. Inoltre il contratto recepisce tutti gli accordi (ben 19) sottoscritti dal 1994 al 2001 (che saranno raggruppati in un testo unico) e prevede la possibilità anche per i docenti di accettare incarichi a tempo determinato, per non meno di un anno, in scuole di diverso ordine e grado. Una norma già prevista per il personale Ata, la cui gerarchizzazione sarà incentivata dalla creazione di 5 nuove aree professionali che andranno a sostituire gli attuali 11 profili professionali.
Tutto ciò avviene in primo luogo sulla pelle non solo dei docenti e del personale Ata, che a parità di stipendio si vedranno aumentare il loro carico di lavoro. Ma anche degli studenti perché già ora nelle scuole il governo sta attuando un taglio selvaggio delle risorse che avrà pesanti ripercussioni sulla qualità dell'insegnamento. Infatti proprio in questi giorni migliaia di docenti e collaboratori amministrativi, tecnici e ausiliari stanno perdendo il posto di lavoro a causa dell'applicazione selvaggia delle norme contenute nella Finanziaria 2003. Basti pensare all'applicazione della norma che prevede il passaggio, nelle superiori, di tutte le cattedre a 18 ore di lezione frontale e la relativa eliminazione dell'organico funzionale d'istituto. Un provvedimento che avrà conseguenze devastanti sia per quanto riguarda la contrazione del numero delle cattedre e dei posti di lavoro che sulla continuità didattica. Inoltre va aggiunto che la Moratti in queste settimane sta lavorando alacremente anche per riuscire ad avviare la controriforma scolastica appena approvata dal parlamento nero nelle scuole elementari e nelle medie già a partire dal prossimo settembre, abolendo il tempo pieno e prolungato, riducendo del 10% l'orario generale e eliminando di fatto l'obbligo scolastico col chiaro obiettivo di cancellare circa 56 mila posti di lavoro in due anni.
In sostanza con questo contratto il governo del neoduce Berlusconi, da un lato, vuole imporre una razionalizzazione di risorse economiche e umane facendolo gravare tutto sulla pelle di docenti ed Ata e degli studenti e, dall'altro lato, elargisce un obolo di aumento in sostituzione dello stipendio europeo a chi avrà la fortuna di conservare il proprio posto di lavoro.
Di fronte a questa autentica umiliazione ci vuole proprio una bella faccia tosta come quella di Enrico Panini, segretario della Cgil Scuola, per dire che "Da oggi i lavoratori della scuola hanno un buon contratto". Mentre per il crumiro segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, si tratta di: "un segnale positivo per il Paese, che apre la strada alla chiusura degli altri contratti del pubblico impiego". Un giudizio condiviso appieno anche dal suo omologo della Cgil Guglielmo Epifani, che si è detto soddisfatto per come si è giunti al rinnovo del contratto della scuola "per i contenuti che ha e perchè si dà risposta ai lavoratori che aspettavano questa conclusione da oltre un anno".