Perche' mi sono allontanato dai comunisti "all'acqua di rose"
Ho capito che con il PMLI potremo conquistare l'Italia unita, rossa e socialista
Gia - Livorno
Voglio raccontarvi la mia storia politica, da quando avevo 10 anni fino a oggi che ne ho 14. Essa inizia a 10 anni, quando dicevo di essere comunista, anche se non sapevo quasi niente del comunismo e dei maestri. Forse parlavo di politica perché in quei tempi se ne parlava molto e perché guardavo molto i telegiornali.
Comunque mia mamma, apolitica, e un amico di famiglia, fortemente berlusconiano, mi dicevano che il comunismo leva tutto e dà tutto allo Stato e che io avrei dovuto essere povero e non vivere normalmente. Da disinformato diedi retta a loro e per diverso tempo fui apolitico, andavo da "McDonalds", vestivo alla moda con grandi marche di multinazionali e andavo a messa.
Quando ho compiuto 11 anni, le cose sono cambiate: nella Curva nord del Livorno calcio fecero la loro apparizione le Brigate Autonome Livornesi (Bal), fortemente comuniste, politicizzate e No global. Da quel momento iniziai un po' a capire cosa era il movimento No global e cominciai a vedere cosa facevano le multinazionali, diventai punk e No global.
Le Bal esponevano ed espongono striscioni riferiti a Stalin e alla politica e quasi sempre lanciano cori politici. Mi piaceva l'immagine fiera del Che Guevara e di Stalin, anche se non sapevo chi era, cosa aveva fatto e non sapevo ancora chi era Marx e chi erano gli altri grandi maestri.
In prima e seconda media a scuola avevamo iniziato a parlare e affrontare problemi riguardanti il Terzo mondo. Io sapevo già di questi problemi, in quanto no global, ma iniziai a scoprire meglio che c'erano gruppi politici che sostenevano idee che mi piacevano a favore del Terzo mondo e del socialismo e contro i Paesi che fanno una politica imperialista, così il mio "vocabolario" politico si aggiornò con nuovi termini a me sconosciuti prima.
Frequentavo certi gruppi no global partecipando a manifestazioni anche con RC contro la contro-riforma Moratti e contro le leggi Bossi-Fini, senza però sapere ancora cos'è il vero comunismo.
In seconda media le cose cambiarono, iniziammo a studiare la storia contemporanea e finalmente arrivammo agli ideali di Marx e alla Rivoluzione bolscevica russa. Dopo avere studiato la rivoluzione industriale, quindi la nascita del proletariato e del capitalismo si arrivò al comunismo di Marx e alla nascita delle Trade Unions. Il vero pensiero comunista di Marx mi era sconosciuto e quindi, grazie alla mia professoressa di italiano, iniziai a leggere il Manifesto del Partito Comunista. Dopo avere letto questo libro mi sentivo sempre più sicuro di me, in ambito politico.
Si arrivò pian piano alla Rivoluzione russa, che conoscevo abbastanza, tanto che affrontai una lunga conversazione con un adulto; questa discussione riuscì perfettamente, riuscii a parlare del compagno Lenin e di cos'era il comunismo. Ora mi sentivo fieramente comunista e iniziai a collegarmi ai partiti di "sinistra" come DS, PdCI e PRC.
Fino a quel giorno nel mio cervello non era entrato il problema di Stalin, vi arrivò studiandolo a scuola, anche se ne avevo già riflettuto. Circa gli errori di Stalin e la questione dei Gulag, avendo visto immagini e letto (falsi) articoli, mi ero convinto che non dovevo essere stalinista, così abbandonai il mio essere stalinista e diventai simpatizzante del PRC e un po' anarchico.
Quando iniziai la terza media capii che stavo sbagliando strada e mi accorsi, girando per Internet, del vostro Partito e ho iniziato a mandarvi e-mail dove affacciavo i miei problemi per quanto riguarda Stalin. In questo problema mi ha aiutato particolarmente il Partito e dopo poco mi ero convinto: ero tornato stalinista e dicevo che i suoi errori dovevano essere messi in secondo piano rispetto ai meriti ed essere criticati (a tal punto che Stalin stesso scrisse un libro sui suoi errori) cercando di correggerli per il futuro. Ma per conquistare l'Italia unita, rossa e socialista e per costruire un radicato PMLI bisognava prendere esempio da lui e dalla sua ferma difesa dell'esperienza del socialismo in Urss.
Pur essendo collegato al PMLI ero ancora simpatizzante di RC e del suo segretario Bertinotti. Poi è subentrato il problema della guerra all'Iraq, e io da subito mi sono schierato contro di essa, scrivendo articoli molto belli al PMLI e a RC. Un giorno vidi scritto sul giornale che il segretario generale di Rifondazione comunista, il signor Bertinotti, aveva detto che bisognava liberarci dallo stalinismo; dopo questo episodio, mi sono allontanato quasi del tutto dalle illusioni del PRC e mi sono stretto al PMLI, discutendo di altri miei problemi come l'astensionismo elettorale.
Dunque, finalmente sono stato illuminato dal sole rosso e ho capito che il PMLI è l'unico Partito in grado di portare il proletariato ad una rivoluzione per l'Italia unita, rossa e socialista. Ho abbandonato del tutto le illusioni dei falsi partiti comunisti come i diessini (a cui ero unito) e alcuni "rifondaioli".
Soprattutto per l'art. 18 mi sono molto trovato in disaccordo con l'ex segretario generale della Cgil e con i diessini. Se uno è di sinistra e vuole difendere i lavoratori deve sempre trovarsi pronto a difendere i diritti e non fare finta di niente o, come nel caso di qualcuno della Cgil e dei DS astenersi al referendum; se un partito è di sinistra deve votare per queste cose e non fare come i borghesi berlusconiani.
Grazie al PMLI che mi ha illuminato e mi ha dato grande spazio, cosa che non mi davano i partiti comunisti "all'acqua di rose". Sono favorevole all'astensionismo elettorale, perché se si va a votare si rischiano di votare falsi comunisti e si rischia di portare al potere i revisionisti e i rinnegati veri nemici del popolo. Ancora simpatizzo un po' per RC, in quanto unica opposizione a Berlusconi in parlamento, anche se sono contro il loro segretario.
Cordiali saluti a pugno chiuso al PMLI e a Simone.
Coi maestri vinceremo!