COFFERATI CI HA ILLUSO, SI è RIVELATO UN RIFORMISTA DOC
Spero che l'influenza del PMLI mi porterà ad abbracciare l'astensionismo e l'ideologia marxista-leninista
di Nicola - Campobasso
Davvero uno strano tipo Sergio Cofferati. Io sono uno di quelli che per mesi ha esaltato l'ex-leader della Cgil per la lotta a oltranza che ha svolto per combattere la repressione anti-sindacale che sta compiendo il governo e mi è sempre piaciuto quel suo atteggiamento che esteriormente si presentava moderato ma che nei fatti si mostrava fermo e deciso sui principi e sulle volontà dei lavoratori. Mi piaceva pensare lui al tavolo con il Berlusca e Maroni che diceva, rompendo l'armonia che si era creata in sala dopo gli infami accordi di Pezzotta e Angeletti, "Sull'articolo 18 non cederò nulla. O lo lasciate stare o sarà sciopero ad oltranza". Era davvero una bella immagine quella. In effetti non si può negare che Sergio Cofferati sia stato uno, se non il maggiore, esponente della lotta per la salvaguardia dell'articolo 18, cosicché, quando è uscito di scena dal mondo sindacale, ammetto di aver visto con speranza una sua possibile entrata in politica.
Guardavo l'Ulivo e mi dicevo: "Questo è il polo del clintoniano e trasformista Rutelli, del rinnegato e riformista D'Alema, dei democristiani Castagnetti, Dini e Mastella e io tra qualche anno potrò votare questi soggetti?". Pur essendo un amico stretto del PMLI, ammetto di aver sempre guardato con una certa simpatia Diliberto e i Verdi, ma vedevo le loro percentuali di voto (ammetto di badare, purtroppo, anche a queste cose) e perdevo fiducia, visto che poi non è che l'Ulivo avesse fatto un gran bene al governo del Paese, anzi. Perciò l'entrata di Cofferati nel centro-sinistra mi sembrava l'unica possibilità possibile per un'alternativa ai neo-fascisti di Palazzo.
Sognavo un Ulivo con una forte politica sociale, anche se poi sapevo bene che il migliore dei mondi possibili era il socialismo che solo il PMLI poteva darmi, ma mi pareva inattuabile per le scarse potenzialità del Partito e così guardavo a Cofferati. Solo che io di Cofferati non sapevo un granché, e leggendo l'articolo de Il Bolscevico n. 4/2003 ho scoperto alcune sue malefatte degne di un sindacalista Ugl! Non sapevo degli accordi con il governo Berlusconi I, ma soprattutto non sapevo la sua compiacenza dinanzi al vergognoso piano di stampo piduista della Bicamerale, i cui progetti non erano tanto lontani da quelli presidenzialisti del neoduce Berlusconi.
Io nella mia mentalità politica ho sempre cercato di dialogare con tutti, ma ammetto che quando sento parlare di riformismo e di riformisti mi viene il "mal di pancia": non ce l'ho con il riformismo solo come alternativa alla rivoluzione, ma anche come modo di fare politica che tende sempre a spostarsi a destra, a cedere sul piano della politica sociale, ad essere amante della flessibilità, a cercare sempre e comunque il compromesso, a non cercare mai lo scontro, ad essere sempre gentili con l'avversario pur di farsi chiamare da questo "forza di governo", come ha detto ultimamente il capo dei riformisti D'Alema, a chiamare chi è più a sinistra "massimalista", "irresponsabile" e "disfattista".
Ultimamente Sergio Cofferati mi sembra sempre più un riformista doc, di quelli che se un giorno andranno al governo del paese attaccheranno chi sciopererà, chi non lascerà la politica esclusivamente in mano ai politici e di quelli che verranno ricordati per l'ennesimo tradimento della sinistra. E la dimostrazione di ciò sta nel fatto che egli non appoggi il referendum sull'estensione dell'articolo 18 alle aziende al di sotto dei 15 dipendenti, come fanno gli esponenti peggiori della feccia riformista del tipo D'Alema, Boselli, Rutelli, ma anche De Michelis, Berlusconi, Fini e Bossi. Cofferati vuole far votare gli operai come votano Bossi e Fini, e a quanto ne so io nel centro-sinistra, a parte Bertinotti, solo i Verdi e il "correntone Ds" si sono schierati per il Sì, al contrario del PdCI, che non si è schierato completamente, il che mi fa alquanto schifo visto che per Diliberto ho sempre nutrito una forte ammirazione.
Confesso che sull'esito di questo referendum sono molto pessimista, poiché i media al servizio del regime (praticamente tutti) non ne parlano mai, perché le forze moderate dell'Ulivo sono nettamente per il No, ma anche per colpa della gente come Cofferati, che illude ogni giorno i lavoratori, i no-global e i movimenti del "ceto medio riflessivo", che li fa credere che la nuova sinistra sarà diversa da quella del quinquennio '96-'01, più aperta al mondo dei lavoratori, che darà più spazio alla società civile, che sarà più giusta con gli immigrati e che di guerre ingiuste e illegittime non ne farà più.
Da mesi mi trovo in una grossa crisi politica: il mondo che vorrei è il socialismo, anzi il comunismo, ma li vedo troppo lontani. Forse sono un po' individualista od "oggettivamente opportunista, ma in buona fede" come mi venne detto tempo fa dal compagno Scuderi ad una manifestazione, ma l'influenza di questo mondo borghese fa sì che partiti come il PdCI, i Verdi mi diano più sicurezza del PMLI, del quale però condivido oramai quasi tutto.
Tra un anno voterò, spero tanto che l'influenza di questo straordinario Partito mi porterà ad astenermi e ad abbracciare sempre in maniera maggiore l'ideologia marxista-leninista. Mi dispiacerebbe tanto dare voti ad opportunisti alla Cofferati. Lo so, dipende solo da me, ma in tanti, sono sicuro, vivono il mio stesso conflitto interiore: perciò PMLI, continua ad aiutare noi giovani nella costruzione della nostra ideologia!