Convenuti a Firenze da tutto il mondo su invito del Social Forum Europeo
UN MILIONE DI MANIFESTANTI CONTRO LA GUERRA ALL'IRAQ
Durissimo colpo ai guerrafondai con alla testa i nuovi Hitler e Mussolini, Bush e Berlusconi. Rilevante partecipazione della classe operaia organizzata da Cgil, Fiom e sindacati non confederali. In prima linea una multitudine di ragazze e ragazzi. La delegazione del PMLI diretta da Scuderi anima antimperialista della manifestazione. I fiorentini amanti della pace fanno ala al corteo e lo applaudono
SCUDERI: "UNA STORICA MANIFESTAZIONE ANTIMPERIALISTA''
Dal nostro inviato speciale
Un milione di manifestanti contro la guerra all'Iraq sono convenuti sabato 9 novembre 2002 a Firenze da tutto il mondo su invito del Social Forum Europeo che si è tenuto nella stessa città dal 6 al 10.
La più grande manifestazione di massa che si sia mai vista a Firenze. La più grande manifestazione di popolo contro la guerra imperialista all'Iraq che si sia tenuta finora in Italia, in Europa e nel mondo intero. A ragione il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, che guida la delegazione del Partito al corteo, la definisce accolto dagli applausi "Una storica manifestazione antimperialista''. Le dimensioni e le caratteristiche che ha espresso l'hanno resa tale.
Una manifestazione grandiosa, combattiva e compatta, dove si respira un forte clima di unità e di lotta che accomuna le pur variegate ed eterogenee componenti di classe, sociali, culturali, sindacali e politiche. Un'unità che si è realizzata intorno al rifiuto netto e fermo dell'incombente aggressione imperialista all'Iraq con o senza l'avallo dell'Onu.
Un colpo durissimo inflitto ai guerrafondai con alla testa i nuovi Hitler e Mussolini, rispettivamente Bush e Berlusconi che hanno saggiato la grande opposizione che incontrano a livello di massa le loro fregole belliciste, egemoniche e imperialiste. Un colpo durissimo al governo che è stato bersagliato dai manifestanti non solo per la sua politica imperialista, ma anche per la sua politica neofascista, antipopolare, antisindacale, affamatrice. E un colpo duro deve essere arrivato anche al gruppo dirigente del "centro-sinistra'' la cui posizione sulla guerra all'Iraq è tutta da verificare nelle prossime settimane vista la favorevole posizione assunta nelle guerre imperialiste contro la Serbia (gestita direttamente dal governo D'Alema) e l'Afghanistan.
Fin dal primo mattino Firenze è invasa dai manifestanti. Mille torrenti umani colorati per lo più di rosso con bandiere, striscioni, cartelli, bande musicali si riversano da ogni strada verso il concentramento alla Fortezza da Basso. In breve i torrenti diventano una marea. Sono molti di più di quelli che gli stessi organizzatori avevano previsto. I pur non disprezzabili 200 mila diventano alla fine cinque volte tanto.

CAMPAGNA DI CRIMINALIZZAZIONE
La campagna di criminalizzazione del movimento no-global e della manifestazione del 9 novembre, lanciata da mesi dal governo e dai suoi galoppini locali col sostegno dei mass media di regime e di intellettuali borghesi fiorentini, finalizzata a creare terrore, ostilità e diserzione da parte delle masse è fallita. Resta la gravità di questa campagna terroristica con Berlusconi che dichiara provocatoriamente che "Ci saranno certamente devastazioni'', con il regista forzista Franco Zeffirelli che propone addirittura di usare "cinghiate'' contro i manifestanti, con la razzista e filoimperialista scrittrice Oriana Fallaci che invita i fiorentini a "opporsi'' a quella che viene presentata come una sorta di invasione di barbari pronti a saccheggiare, devastare e deturpare il capoluogo toscano.
Una campagna calunniosa e terroristica che ha colpito in prima persona il nostro Partito con lo scopo di denigrarne e infangarne l'immagine, la linea e il carattere agli occhi dei manifestanti ed esporlo a possibili provocazioni e attacchi. Qualche giorno prima della manifestazione, infatti, il 29 ottobre, i fogliacci fascisti "La Padania'', "Libero'' e "L'Opinione'' hanno pubblicato simultaneamente articoli a firma del radicale anticomunista e presumibilmente agente dei servizi segreti, Dimitri Buffa, in cui si taccia il nostro Partito di terrorismo e precisamente di presunti e completamente falsi legami sia col terrorismo di destra che col terrorismo di origine islamici. Un attacco violento e infame, fortunatamente ignorato dai manifestanti di Firenze, ma di cui dovranno renderci conto anche sul piano giudiziario.

IL CORTEO
Il corteo doveva partire alle 15 ma a mezzogiorno la testa è già in piazza della Libertà per poi snodarsi lungo i sette chilometri di percorso previsto fino allo Stadio di Campo di Marte. Il corteo sfiora soltanto il centro cittadino perché il governo, attraverso il prefetto, il questore, i responsabili delle "forze dell'ordine'' e delle istituzioni locali, impongono un percorso periferico che viene accettato dai dirigenti del Social Forum. Era già successo in occasione dell'ultimo sciopero generale indetto dalla Cgil il 18 ottobre. Mai a Firenze prima era stato proibito a una manifestazione di massa di attraversare il centro cittadino, ossia il cuore politico e istituzionale della città. Una decisione grave e inaccettabile che mira ad oscurare, isolare ed emarginare i manifestanti.
Ben altro percorso meritavano quelle centinaia di migliaia di manifestanti che con grande sacrificio sono arrivati dal Sud al Nord d'Italia, isole comprese. Centinaia e centinaia di pulman, 20 treni speciali, l'ultimo dei quali, da Lecce, arriva a Firenze solo alle 15. 105 le delegazioni straniere, la più numerosa, circa 2.000, proveniente dalla Spagna. La coda del corteo parte solo alle 17 per giungere allo Stadio intorno alle 19,30. Dall'inizio alla conclusione del corteo sono passate quasi 8 ore.
Il corteo è animato dalla testa alla coda soprattutto da giovani e giovanissimi, ragazze e ragazzi, che esprimono una grande combattività, un grande entusiasmo e un'infaticabile vitalità nel lanciare slogan, cantare e ballare. Ma ci sono anche i meno giovani, gli anziani, i pensionati, intere famiglie con bambini. Davvero massiccia la presenza femminile. Tante le sigle sindacali, delle organizzazioni studentesche, delle associazioni culturali, ricreative, del volontariato, dei Social forum locali, dei centri sociali.

LA PRESENZA DELLA CLASSE OPERAIA
Rilevante è la partecipazione della classe operaia organizzata da Cgil, Fiom e sindacati non confederali.
In segno di solidarietà con la lotta dei lavoratori Fiat contro i licenziamenti, alla testa del corteo è stata schierata la delegazione della Fiom della Fiat Mirafiori. Le altre delegazioni della Fiat di Termini Imerese, Cassino e Pomigliano d'Arco sono nello spezzone della Cgil che chiude il corteo. Scandiscono slogan ripresi dai manifestanti che li circondano sostenendoli e incoraggiandoli: "Lotta, lotta, lotta non smetter di lottare, i licenziamenti non devono passare'', "Da Termini Imerese a Mirafiori, se toccano il lavoro saran dolori'', "Nord, Sud, uniti nella lotta, il posto di lavoro non si tocca''.
Lo spezzone della Cgil che chiude l'imponente corteo conta ben 200 mila presenze, circa diecimila sono i lavoratori sotto le bandiere di Cobas, Rdb, Cub, Sin-cobas.
Questa massiccia presenza è un dato assai importante e significativo perché segna la scesa in campo della classe operaia e dei lavoratori nella lotta contro la guerra. Una forza che può imprimere a questo movimento un'impronta di classe e proletaria decisiva. è anche la conferma dell'unità che si va saldando fra la classe operaia e i lavoratori e i giovani e gli studenti che a migliaia hanno partecipato alle ultime grandi manifestazioni operaie e popolari per la difesa dell'art. 18 e contro la chiusura della Fiat, a partire dalla grandiosa e storica manifestazione del 23 marzo di quest'anno a Roma, e ciò che esemplarmente si sta realizzando a Termini Imerese.

IL RUOLO DEL PMLI
Il PMLI, presente con una delegazione nazionale diretta magnificamente dal Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, ha costituito l'anima antimperialista della manifestazione divenendo fin da subito un punto di attrazione, di ispirazione e di guida per tutti i sinceri antimperialisti e anticapitalisti presenti.
La sua immagine di classe, rossa e militante non è sfuggita a nessuno. Il suo spirito e la sua politica coerentemente proletaria internazionalista e antimperialista ha riscosso rispetto, ammirazione e aperto sostegno.
I dirigenti, i militanti e i simpatizzanti e gli amici del Partito hanno marciato compatti, con fierezza e combattività sotto il bellissimo striscione rosso con la parola d'ordine "No all'intervento dell'Italia nell'aggressione imperialista all'Iraq'', le rosse bandiere dei maestri e del Partito, i cartelli che riproducevano le nostre parole d'ordine contro la guerra e il manifesto con "I nuovi Hitler e Mussolini'' riprodotto anche su adesivi che sono andati a ruba tra i manifestanti. Da notare che l'accostamento di Bush e Berlusconi a Hitler e Mussolini non è sfuggita nemmeno alla stampa internazionale presente in gran numero, tant'è che è stato citato nel servizio sulla manifestazione pubblicato su "Los Angeles Times''.
Fra le insegne del Partito spiccava il ritratto gigante a colori di Stalin come simbolo che il PMLI è tornato a riproporre in piazza alla classe operaia e alle nuove generazioni affinché ispiri la loro lotta antimperialista, antifascista e anticapitalista.
Il nostro materiale è stato letteralmente preso d'assalto e in poco tempo è stato polverizzato ogni record quantitativo ed economico nella diffusione. Sono state distribuite migliaia di copie del saluto dell'Ufficio politico alle delegate e ai delegati del Social Forum Europeo "Benvenuti a Firenze'' e "Il Bolscevico''. Sono andati esauriti bandiere e spille dei maestri, spille e fazzoletti del Partito, a ruba gli adesivi, i corpetti e i manifesti con "I nuovi Hitler e Mussolini'' che con sorpresa abbiamo trovato riprodotti, pur senza firma, su magliette in vendita dalle bancarelle lungo il corteo. A un certo punto un gruppo di studentesse e studenti palermitani dopo essersi fatti fotografare con il nostro cartello ha preteso di portarselo via lungo il corteo e poi a Palermo.
La nostra delegazione ha avanzato al ritmo di tamburo e dei fischietti e dei canti proletari, antifascisti e popolari diffusi incessantemente dagli altoparlanti intervallati solo dal lancio degli slogan e dagli entusiasmanti e applauditi comizi volanti del compagno Scuderi (che sono stati registrati e pubblichiamo in queste pagine). E soprattutto ha avanzato in un crescendo di approvazione, di sostegno e incoraggiamento. Come quando le parole d'ordine del Partito venivano rilanciate davanti e dietro la nostra delegazione da migliaia di manifestanti. Quando il passaggio del nostro spezzone veniva accolto da applausi calorosi e finanche da una vera ovazione in via De Sanctis, salutato a pugno chiuso, accompagnato da parole di ringraziamento e approvazione. Quando altre migliaia di manifestanti dentro o ai lati del corteo e persino dai balconi si univano al nostro canto di "Bella ciao'', di "Bandiera Rossa'' e dell'"Internazionale''. Oppure quando, a manifestazione conclusa, una donna riconoscendo i nostri compagni, che aveva visto nella diretta di una televisione locale, "Canale 10'', li ha fermati per dire "Oggi siete stati i più belli della manifestazione''.
Impossibile raccontare i mille episodi che rimarranno impressi nella mente e nel cuore dei compagni presenti.
Il ritratto di Stalin ha suscitato entusiasmo e dissenso. è stato superfotografato e ripreso dalle telecamere. C'è chi ha voluto in tutti i modi farsi fotografare con il ritratto o accanto ad esso e se ne andava abbracciando il compagno che gli aveva permesso di fare la foto. Un militante genovese del PRC ha voluto farsi fotografare assieme al compagno Scuderi e al ritratto di Stalin. Altri salutavano a pugno chiuso il passaggio del cartello di Stalin, commossi gli mandavano baci, esclamavano "Occorre riabilitare il compagno Stalin'', lo invocavano fraternamente "Baffone... Baffone'', ci ringraziavano per il coraggio di portarlo con fierezza in piazza. Come era comprensibile, vi è stato anche chi ha mostrato dissenso. Pochi i casi di provocatori trotzkisti e anarchici chiusi ad ogni possibile dialogo, i più, soprattutto giovani, vittime inconsapevoli della martellante campagna contro Stalin che accomuna Berlusconi ai rinnegati e ai falsi comunisti, hanno chiesto spiegazioni e avanzato obiezioni che dimostrano quanto distorta e sconosciuta sia la storia del movimento operaio nazionale e internazionale e in particolare il pensiero e l'opera di Stalin.
La presenza simbolica di Stalin ha suscitato l'interesse de "La7'' che tramite il giornalista Cristiano Barbarossa ha intervistato su questo tema il compagno Scuderi, non mandando poi in onda il servizio.
L'oscuramento da parte dei mass media borghesi svela il timore di dare ulteriore risalto al successo della presenza del Partito alla manifestazione. Sintomatico il silenzio di giornali con cronaca di Firenze controllati dalla destra ("la Repubblica'') e dalla "sinistra'' dei DS ("l'Unità''). Scontate invece le citazioni malevoli della stampa borghese e di regime come il "Corriere della Sera'' e "La Stampa'' di Agnelli che attraverso rispettivamente le penne di Fabio Cavalera e Filippo Ceccarelli hanno storpiato il nome del Partito e ironizzato gratuitamente sulla presenza del ritratto di Stalin che certo non poteva risultare gradita a pennivendoli del grande capitale come loro.
Il neofascista e berlusconiano "Giornale della Toscana'' ha pubblicato in prima pagina, a colori, su tre colonne, la foto del ritratto di Stalin, senza poi citare la presenza del Partito al corteo.
Ai giornali trotzkisti - "Liberazione'' e "il manifesto'' - questa volta invece non è sfuggita la compattezza, la disciplina e l'unità della nostra delegazione. Cose che effettivamente hanno contraddistinto la nostra delegazione, dai più anziani ai più giovani militanti e simpatizzanti del Partito.
L'Ufficio politico del Partito, a questo proposito, ha rivolto a tutti i militanti, i simpatizzanti e gli amici del PMLI che hanno fatto parte della delegazione calorosi e profondi ringraziamenti: "Immersi come pesci nell'acqua in mezzo al milione dei manifestanti, voi avete marciato per sette chilometri, incuranti della fatica e delle ore che avete passato in treno o in pullman, fermamente intenzionati a combattere l'aggressione imperialista che si profila contro l'Iraq. Il vostro esempio, così come quello degli altri manifestanti, sicuramente sarà seguito dal popolo italiano e dagli altri popoli del mondo''. E poi esortandoli a unirsi nella lotta contro l'aggressione imperialista all'Iraq, "con tutte le forze politiche, sociali, sindacali, culturali e religiose che combattono la nostra stessa battaglia, indipendentemente dalle differenti ideologie e strategia. Non però rinunciando alle nostre parole d'ordine e ai doveri rivoluzionari che abbiamo per difendere e propagandare le nostre posizioni sull'incombente guerra, sull'imperialismo, sull'Unione europea e sul governo del neoduce Berlusconi''.

L'ACCOGLIENZA DEI FIORENTINI
I fiorentini amanti della pace, la Firenze dei lavoratori e del popolo ha fatto onore alla Medaglia d'Oro della Resistenza di cui si fregia e ha accolto con un caloroso e premuroso abbraccio i manifestanti, dando una risposta fulminante a chi la descriveva come una città barricata in casa e ostile.
Non solo partecipando in gran numero al corteo, ma facendogli ala, salutandolo, applaudendolo e incitandolo per ore e ore lungo tutto il percorso, in strada, dalle finestre e i balconi. Sono intere famiglie, bambini, giovani e anziani incuranti della fatica e del freddo. Un anziano si è fatto portare in lettiga ai bordi del corteo per vederlo passare. C'è chi ha steso striscioni contro la guerra dai palazzi, chi ha sventolato bandiere e drappi rossi, chi ha cantato e ballato sui balconi, chi ha gettato coriandoli spezzettando infaticabilmente montagne di giornali. Hanno aperto le proprie case a chi aveva bisogno di servizi igienici, svuotando i frigoriferi hanno offerto caffè, tè, acqua, frutta, biscotti e cioccolatini dalle finestre che si affacciavano sul corteo. E i manifestanti hanno risposto ringraziando e applaudendo a loro volta e portando con sé la vera immagine di Firenze antifascista, antimperialista e amante della pace.

RAFFORZARE IL MOVIMENTO PER LA PACE
A Firenze è nato un movimento per la pace forte, esteso e unitario dai caratteri oggettivamente antimperialisti, potenzialmente in grado di sviluppare una grande e incisiva opposizione alla guerra imperialista all'Iraq, al governo del neoduce Berlusconi, all'Hitler della Casa Bianca Bush e a tutti i guerrafondai.
Più nessuno può a questo punto ignorarlo e sottovalutarlo. Ma c'è il pericolo che esso venga strumentalizzato, condizionato e quindi frenato e arrestato dai riformisti di destra e di "sinistra''. Da una parte da chi lo vuole imbrigliare nelle istituzioni e nella legalità borghese attraverso il dialogo e la collaborazione dell'opposizione parlamentare e della direzione del movimento stesso col governo e le istituzioni, generalizzando e rendendo stabile il "Modello Firenze'' sostenuto sia dal prefetto Achille Serra che dal sindaco diessino Leonardo Domenici. Dall'altra da chi lo vuole deviare su posizioni e azioni di piccolo gruppo, avventuriste e staccate dalle masse.
Pertanto invitiamo la sinistra del movimento per la pace e del movimento no global a prendere coscienza di tale pericolo e a battersi affinché il movimento contro la guerra all'Iraq possa crescere, svilupparsi e raggiungere i suoi obiettivi e darsi una direzione e una linea autenticamente antimperialiste, veramente autonome e contrapposte alla politica guerrafondaia e imperialista del governo e del regime neofascista. Bisogna impedire che l'Italia partecipi direttamente o indirettamente all'aggressione imperialista all'Iraq.