Per la prima volta colpito chi fornisce appoggi o documenti ai terroristi
IL GOVERNO VARA UN DECRETO FASCISTA PER COMBATTERE IL TERRORISMO
Previste perquisizioni di interi edifici e intercettazioni senza preventiva autorizzazione del Pm. Autorizzate operazioni "sporche'' di agenti provocatori infiltrati nei gruppi sospettati di terrorismo
PIU' POTERI A POLIZIA E MAGISTRATURA PER LE INTERCETTAZIONI E LE PERQUISIZIONI
Approvato a tambur battente dal Consiglio dei ministri e controfirmato immediatamente e senza discutere da Ciampi, il 18 ottobre è entrato in vigore un decreto legge "anti-terroristi'' elaborato dal forzista Scajola (Interno) e dal leghista Castelli (Giustizia), che imprime un nuovo giro di vite liberticida e fascista al Paese. Con il pretesto dell'adeguamento delle norme anti-terrorismo alla nuova situazione determinatasi dopo gli attentati dell'11 settembre, è stato introdotto il nuovo reato di "terrorismo internazionale'', per colpire chiunque promuova o partecipi o anche aiuti in qualche forma associazioni sovversive operanti in Italia ma costituite per commettere atti di terrorismo all'estero.
In sostanza il decreto estende a questo nuovo tipo di reato le norme speciali anti-terrorismo varate negli "anni di piombo'' (art. 270-bis del codice penale) e quelle per la lotta alla mafia varate appositamente negli anni '90, tramite l'aggiunta di un articolo specifico (270-ter) che punisce con la reclusione da sette a quindici anni "chiunque promuove, costituisce, organizza, dirige, finanzia anche indirettamente associazioni che si propongono il compimento all'estero, o comunque ai danni di uno Stato estero, di un'istituzione o di un organismo internazionale, di atti di violenza su persone o cose, con finalità di terrorismo''. Chi semplicemente partecipa a dette associazioni anche senza commettere attentati è punibile con la reclusione da cinque a dieci anni.
Per la prima volta viene introdotto anche il reato di "assistenza agli associati'' (art. 270-quater), al di fuori e in aggiunta a quelli già contemplati di concorso nel reato o di favoreggiamento, che punisce con la reclusione fino a quattro anni chiunque "dà rifugio o fornisce ospitalità, mezzi di trasporto, strumenti di comunicazione a taluna delle persone che partecipano alle associazioni indicate''. Pena aumentabile se questi aiuti sono prestati continuativamente. Poiché non c'è nessuna specifica indicazione contraria, sembrerebbe che il reato si configuri anche se l'aiuto viene prestato in buona fede, ignorando cioè l'appartenenza del beneficiario ad associazioni terroristiche.
Un principio gravissimo, solo parzialmente stemperato da un comma che giudica non punibile "chi commette il fatto in favore di un prossimo congiunto'', che si presta a un'infinità di abusi repressivi di stampo razzista e fascista contro tutte le comunità di immigrati presenti nel nostro Paese. Basti pensare alle recenti accuse contro moschee e centri culturali islamici in Italia di aver ospitato e aiutato terroristi legati all'organizzazione di Bin Laden, solo perché alcuni indagati sono transitati da questi centri.

NUOVI POTERI ALLA POLIZIA
Ma non basta. Il decreto governativo emanato da Ciampi prevede anche un consistente aumento dei poteri di polizia in ordine al nuovo reato introdotto, che trovano dei precedenti solo in quelli concessi da Mussolini alla polizia segreta fascista (Ovra). Infatti i sospettati di terrorismo internazionale o di appoggiare i medesimi potranno essere sottoposti a intercettazioni ambientali, telefoniche e telematiche (posta elettronica) e a perquisizioni "preventive'' da parte di polizia giudiziaria, carabinieri e guardia di finanza, col solo obbligo di informare i procuratori della Repubblica competenti territorialmente entro 48 ore. Questi ultimi, sulla base del "fondato sospetto'' (ma quale sospetto poliziesco può non essere "fondato'' per un magistrato?), possono concedere l'autorizzazione a spiare i sospettati per 40 giorni, permesso rinnovabile una seconda volta per altri 20 giorni.
Ipocritamente, per non cozzare troppo contro la legge sulla riservatezza dei dati personali, viene stabilito che nastri registrati e rapporti non potranno essere esibiti come prove in eventuali processi, e dovranno quindi essere "distrutti'' dopo che il magistrato li avrà visionati. Come se la storia dell'Italia del dopoguerra non fosse piena di dossier spionistici (si pensi alle cartelle del Sifar) che avrebbero dovuto essere distrutti e che invece rispuntano puntualmente nelle mani di organizzazioni golpiste, massoniche e fasciste e dei servizi segreti.

LICENZA DI CONDURRE OPERAZIONI "SPORCHE''
Come se non bastasse ancora, il decreto estende al nuovo reato la possibilità di "attività sotto copertura'' applicate finora e non senza controversie solo ai casi di traffico di droga, traffico di armi e pedofilia. L'articolo 4 stabilisce infatti che "non sono punibili gli ufficiali di polizia giudiziaria che nel corso di specifiche operazioni di polizia previamente autorizzate, al solo fine di acquisire elementi di prova in ordine ai delitti commessi con finalità di terrorismo anche internazionale per cui procedono, anche indirettamente acquistano, ricevono, sostituiscono od occultano denaro, armi, documenti, beni ovvero cose che sono oggetto, prodotto, profitto o mezzo per commettere il reato, o altrimenti ostacolano l'individuazione della provenienza o ne consentano l'impiego''.
In parole povere viene concessa alla polizia di infiltrare all'interno dei gruppi sospettati di terrorismo propri agenti con la licenza di condurre operazioni anche contrarie alla legge pur di incastrare gli indiziati. Non è ancora la licenza di uccidere concessa da Bush agli agenti della Cia, ma siamo comunque alla legittimazione delle operazioni "sporche'' invocate dal capofila dell'imperialismo occidentale per "combattere il terrorismo''.
Una licenza molto pericolosa, anche perché grazie a tale impunità questi agenti segreti potrebbero agire come veri e propri agenti provocatori, spingendo essi stessi i sospettati a compiere attentati per incastrarli. Oppure, per non essere smascherati, potrebbero prendere parte attiva ad omicidi o stragi. Tantopiù che per l'infiltrazione dei gruppi eversivi, riprendendo un disegno di legge dell'ex ministro della Giustizia Fassino, il decreto stabilisce che la polizia potrà avvalersi anche di elementi "ausiliari'' (art. 4, comma 7). E chi sarebbero costoro? Il decreto non lo specifica, ma è chiaro che dovrebbe trattarsi di terroristi "pentiti'', confidenti e quant'altro. Gente cioè poco affidabile e che può fare il doppio gioco.
Insomma, con questo decreto fascista il governo del nuovo Mussolini, con l'avallo di Ciampi, vuole creare le premesse per permettere al terrorismo di Stato di fare legalmente quel gioco sporco che ha già ampiamente praticato finora in maniera occulta con la strage di Milano e le altre stragi fasciste e col terrorismo sedicente "rosso''. Un provvedimento, questo, tanto più intransigente e spietato contro chiunque possa essere tacciato di attività o anche solo simpatie terroriste, quanto più la stessa maggioranza politica che lo ha espresso è invece ipergarantista con i corruttori, i ladri di Stato, i falsari di bilanci e gli evasori, a cominciare dal premier Berlusconi.
Se anche la rimbambita e imbelle "sinistra'' parlamentare darà il suo assenso, aperto o mascherato che sia, quando tra sessanta giorni il decreto dovrà essere convertito in legge, invece di fare di tutto per affossarlo, si sarà macchiata di un altro crimine incancellabile di cui dovrà rispondere prima o poi davanti alle masse popolari.

7 novembre 2001