Documento dell'Ufficio politico del PMLI
Pacchi bomba contro la lotta di classe
La condanna del PMLI dei due pacchi bomba contro i carabinieri di Roma e la polizia di Viterbo è netta e inequivocabile. Il PMLI inoltre esprime la propria solidarietà al maresciallo dei carabinieri Stefano Sindona gravemente ferito mentre compiva un atto burocratico e non di violenza contro le masse in lotta.
La lotta di classe non si fa con i pacchi bomba e con gli omicidi terroristici. Essa è opera della classe operaia e delle masse sfruttate e oppresse. Lo sanno anche i sassi. Chi pratica il terrorismo va quindi contro la lotta di classe e diventa oggettivamente strumento della reazione e della classe dominante borghese.
Gli individualisti piccolo borghesi frustrati, impotenti, isolati e velleitari non l'hanno però ancora capito, e insistono a compiere azioni terroristiche che portano acqua al mulino della reazione, del sistema capitalistico, delle sue istituzioni e del suo governo.
Potranno essere fermati solo quando la classe operaia e le masse si libereranno dall'influenza e dal controllo della borghesia e dei suoi partiti e imboccheranno risolutamente la via dell'Ottobre.
Intanto occorre combattere il terrorismo in nome della lotta di classe, che oggi significa guerra totale al regime capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista e al governo del nuovo Mussolini Berlusconi, che va buttato giù dalla piazza, prima che completi il disegno della P2.
Bisogna capire che i pacchi bomba non a caso inviati alla vigilia dello sciopero e della manifestazione promossi dalla Fiom e gli omicidi terroristici fanno parte integrante degli attacchi governativi e della casa del fascio ai lavoratori, ai pensionati, ai sindacati, ai movimenti, alle opposizioni parlamentari e non, ai magistrati e ai media non allineati, e perciò richiedono un'unità di tutte le forze democratiche e antifasciste che esclude le forze governative e le istituzioni.
Non è possibile infatti fare affidamento su questo governo e su queste istituzioni in quanto i mandanti, i manovratori e gli strumentalizzatori del terrorismo si annidano al loro interno. Come non è assolutamente accettabile l'invito peloso, fatto proprio anche dai falsi comunisti come il trotzkista narcisista Bertinotti, di adottare la non violenza come unica forma di lotta.
Dalla comparsa della proprietà privata millenni fa e quindi delle classi, la violenza è stata sempre la regolatrice dei conflitti di classe. E lo sarà anche in avvenire finché non scompariranno la proprietà privata e le classi. I marxisti-leninisti italiani lottano proprio per questo. Oggi per buttar giù il governo del neoduce Berlusconi, domani per l'Italia unita, rossa e socialista.

L'Ufficio politico del PMLI

Firenze, 5 novembre 2003