Abrogare la legge fascista, oscurantista, antiscientifica e antifemminile sulla fecondazione assistita
Un'altra legge fascista. Dopo quella Gasparri, il parlamento nero ha approvato la legge sulla fecondazione assistita che per la prima volta al mondo riconosce e sancisce giuridicamente il dogma cattolico secondo cui l'embrione è una persona, vieta la fecondazione "eterologa" e alle coppie gay e ai single, limita a tre gli embrioni prodotti e ne obbliga l'impianto anche se malformati, vieta il loro congelamento e la ricerca scientifica su di essi, lascia la fecondazione assistita in balia della speculazione privata.
Questa legge pone anche una seria ipoteca sul futuro della legge 194 sull'aborto, che già viene indicata dalla destra politica e cattolica come il prossimo bersaglio.
E' stata così imposta allo Stato italiano la morale oscurantista cattolica e stracciato quel poco che resta dei diritti fondamentali formalmente sanciti dalla Costituzione democratica borghese, primo fra tutti quello alla salute, specie delle donne, ma anche quello all'eguaglianza di trattamento da parte dello Stato e allo sviluppo della ricerca scientifica e tecnica. Tutto ciò contro la volontà anche di gran parte delle masse cattoliche democratiche e progressiste che rifiutano uno Stato confessionale e l'ingerenza del papa, della Chiesa e del Vaticano negli affari e nel diritto dello Stato italiano.
La triade del ventennio mussoliniano, "Dio, patria e famiglia", già presente in tutta la politica interna, sociale ed estera del governo del neoduce Berlusconi, è stata pienamente rilanciata con questa legge. Il che si traduce in un grave arretramento della condizione delle masse femminili che vengono ancor più condannate alla subalternità e all'oppressione maritale, familiare e sessuale e impone a tutto il nostro popolo una famiglia, una morale, un'etica e una cultura profondamente reazionarie, retrograde, antiscientifiche e antifemminili. E' come se si fosse tornati al Medioevo.
I contenuti e le modalità di approvazione di questa legge dimostrano che siamo in pieno regime neofascista.
E' il primo governo che ha fatto sua apertamente una legge parlamentare, mentre la casa del fascio è addirittura arrivata a precettare i propri senatori affinché l'approvassero senza alcuna discussione e modifica.
Da parte sua l'Ulivo si è guardato bene dall'opporvisi con ogni mezzo attraverso l'ostruzionismo parlamentare e ancor meno facendo appello alla piazza. Il comportamento della Margherita e di Alleanza popolare-Udeur, favorevoli alla legge, e la disponibilità dell'intero Ulivo a trattare con la casa del fascio sulle "riforme" istituzionali dimostrano che il "centro-sinistra" non è affidabile nemmeno sul piano democratico-borghese.
A questo punto non resta che mobilitarsi per abrogare questa ennesima legge fascista attraverso un referendum.
Rimane comunque aperto il problema del governo del neoduce Berlusconi. Se vogliamo veramente impedirgli di provocare ulteriori danni in politica interna e estera, occorre che tutte le forze politiche, sociali, sindacali, culturali e religiose si uniscano per buttarlo giù ricorrendo alla piazza. Poi ognuno andrà per la sua strada. I marxisti-leninisti proseguiranno la lotta di classe per guidare la classe operaia verso l'abbattimento del sistema capitalistico, la conquista del potere politico e l'instaurazione del socialismo.
Solo così finalmente le masse operaie, lavoratrici e popolari potranno godere della libertà, della democrazia, della giustizia sociale e del benessere, nonché del progresso scientifico e di una morale materialistica, che i vari governi della classe dominante borghese hanno sempre negato loro.

L'Ufficio politico del PMLI


Firenze, 11 dicembre 2003