In un discorso a Padova il caporione fascista ringrazia Ciampi per la sua opera di "autentica pacificazione nazionale''
Fini: "le foibe frutto dell'odio ideologico in quelle terre che sono italiane''
La Camera si stava apprestando a votare l'istituzione del "giorno del ricordo'' e il caporione fascista Gianfranco Fini era già in azione, assieme al ministro Carlo Giovanardi, nelle cerimonie del 10 febbraio a Padova per ricordare i fuoriusciti italiani dalle terre tornate sotto sovranità jugoslava, dopo l'accordo di pace del 10 febbraio 1947, e per scoprire una lapide posta dal comune in ricordo dei "martiri delle foibe di Trieste, Gorizia, dell'Istria, di Fiume e del mare di Dalmazia''. Terre, comprese quelle slave, che per Fini "sono italiane''.
La Slovenia entrerà nell'Unione europea il 1° Maggio prossimo, la Croazia è fra quelle che seguiranno a ruota e in questo contesto il caporione fascista non può continuare a rivendicare la sovranità dell'imperialismo italiano su quelle terre. "Oggi siamo in una nuova fase per l'Europa - ha spiegato - ed è indispensabile che gli italiani abbiano una memoria della storia recente non più di parte ma condivisa''. Naturalmente per Fini la "memoria condivisa'' è l'omologazione a quella neofascista imperante; un'operazione possibile dopo la "caduta delle barriere dell'odio'', ovvero con la progressiva cancellazione della memoria antifascista, della minimizzazione "delle tante pagine negative e tragiche della storia recente'' con i crimini del fascismo ridotti al massimo a semplice "memoria storica''.
Nel ricordare l'istituzione della "giornata nazionale della memoria'' in parlamento, il presidente di AN Fini ha riconosciuto e apprezzato la disponibilità di Fassino e Violante verso la proposta di legge della destra e non ha mancato di ringraziare Ciampi per l'impegno che da tempo profonde "nell'importantissimo processo di autentica pacificazione nazionale''. "Pacificare - ha spiegato - vuol dire rendere l'onore a tutti coloro che sono caduti per un ideale, e in particolar modo a tutti quegli italiani che sono stati infoibati perché volevano continuare a essere italiani''. Con un colpo di spugna Fini vorrebbe cancellare le responsabilità dei criminali fascisti giustiziati dai partigiani e infoibati, li assolve e li giudica come "martiri'', come "italiani caduti per un ideale''.
Nel "giorno del ricordo'' occorre, per il vicepresidente del Consiglio, rendere onore anche agli "esuli'' italiani. Nella cerimonia alla lapide della vergogna ha affermato che le città che hanno visto l'esodo dovrebbero diventare "terre di ritrovata fratellanza. Credo che si debba guardare al futuro per fare in modo che quelle terre che sono italiane, venete, che sono state prima ancora romane (le popolazioni slave sarebbero degli intrusi?, ndr), che sono profondamente europee, diventino terre di un nuovo incontro, di ritrovata fratellanza, nel rispetto delle identità e delle culture''. Un rispetto di cui chiede giustamente conto all'amico governo croato "dimenticandosi'' però di fare abiura della italianizzazione forzata delle stesse terre attuata dal fascismo contro la maggioranza slava della popolazione. Gli ha fatto eco il ministro UDC Giovanardi che ha chiesto per il prossimo anno di celebrare la giornata a "Zara, a Fiume (già cancellati i nomi slavi di Zadar e Rijeka, ndr) a casa degli esuli. è giusto che quelle città continuino a respirare la cultura italiana''.