Grande corteo a Genova, presente anche la Cgil
150MILA IN PIAZZA PER GIULIANI
Fischiato Violante. Simpatizzanti biellesi sfilano con le bandiere dei maestri e del PMLI
Un anno dopo l'uccisione del giovane Carlo Giuliani per mano di un carabiniere, un anno dopo la mattanza della Diaz e Bolzaneto e il terrore fascista imposto da Berlusconi con le selvagge cariche poliziesche contro i cortei pacifici che contestavano il G8, Genova è stata una seconda volta invasa dagli antimperialisti e antifascisti provenienti da tutta la penisola.
Sono arrivati in 150 mila per rendere omaggio al giovane martire antimperialista, per non dimenticare e chiedere che venga fatta giustizia, ma anche per riaffermare quelle idee e la voglia di lottare contro la globalizzazione imperialista che spinsero centinaia di migliaia di giovani, donne, lavoratori, pensionati di varia ispirazione politica e religiosa a scendere in piazza un anno fa. Una partecipazione che è andata ben oltre le aspettative degli organizzatori: avevano annunciato circa 30 mila partecipanti, ne sono arrivati 5 volte tanti.
L'omaggio a Carlo è cominciato fin dalle prime ore della mattina. Piazza Alimonda si è trasformata in un immenso presidio permanente dove migliaia e migliaia di persone si sono date il cambio per onorare il giovane assassinato, lasciando fiori, biglietti, candele, con un flusso ininterrotto di gente. E quando alle 17 e 27, ora in cui un anno fa fu ammazzato Carlo, suonano le sirene azionate dai "camalli'' giù al Porto, la commozione si trasforma in un lunghissimo applauso che sembra non finire mai. Come un'onda si allarga, esce da piazza Alimonda e si propaga nelle strade vicine, in Corso Buenos Aires, fino a Piazza Verdi e via XX Settembre, dove si sta componendo il corteo, mentre nel cielo vengono liberati tanti palloncini colorati.
La manifestazione, di fatto è cominciata al termine dell'omaggio a Carlo in piazza Alimonda. Alle 18 la testa del corteo aperta dallo striscione "Con Carlo nel cuore. Il nostro futuro non è una merce'' ha cominciato a muoversi per lasciare spazio ai gruppi che premevano alle spalle. Lo slogan "Fuori il G8 dalla storia'' del Forum sociale di Genova, che porta un lenzuolo con su scritto "Genova deberlusconizzata'' in tutte le lingue, è tra i primi a rompere il ghiaccio nel gioioso e variopinto corteo che si è impossessato per qualche ora della città, anche della famigerata "zona rossa'', esaudendo così anche il desiderio della famiglia Giuliani che non voleva che la giornata si trasformasse in un rito funebre, ma in un giorno di festa. In molti indossavano le magliette che onorano Carlo Giuliani.
Poi il corteo si è tinto del rosso dei cappellini e delle bandiere rosse della Fiom e della Cgil con gli striscioni in difesa dell'articolo 18, già pronti ad affrontare lo sciopero generale d'autunno. Sfilano coi loro striscioni i metalmeccanici della Fiom di Bologna, quelli di "Lavoro Società-Cambiare Rotta'' e della Camera del Lavoro di Brescia che fanno da cerniera con i gruppi di migranti, alcuni reduci da uno "sbarco'' dimostrativo di "clandestini'' su una spiaggia genovese per protestare contro la legge Fini-Bossi. Mentre il Brescia Social Forum chiede a gran voce solo tre espulsioni: Bossi, Fini e Berlusconi. Sale forte il coro di Bella Ciao, intonato dallo spezzone della Cgil Toscana, che rimbalza un po' ovunque in tutto il corteo e divenendo un boato sotto il ponte monumentale dedicato alla Resistenza. Ma in alcuni spezzoni risuona anche Bandiera Rossa. Alcuni giovani, per ricordare che senza memoria non ci sarà futuro, hanno scritto sui cartelli i nomi dei morti di piazza per mano delle "forze dell'ordine'', come Varalli e Zibecchi. Praticamente presenti tutte le componenti del movimento che animarono le giornate anti-G8 del luglio scorso con la sola eccezione di quella cattolica, che allora fu presente mentre in questa occasione, si nota solo in qualche adesione individuale.
Simpatizzanti biellesi del PMLI hanno sfilato nel corteo con le bandiere dei maestri e del Partito e hanno reso omaggio a Carlo Giuliani deponendo una copia de Il Bolscevico presso l'"altare laico'' di piazza Alimonda.
La manifestazione si è conclusa regolarmente in Piazza Caricamento senza alcun incidente.
Contemporaneamente a questa manifestazione, da piazza Giusti a Marassi, è sfilato un altro corteo organizzato dal centro sociale genovese Inmensa, a cui hanno partecipato sei-settecento persone.
Nella mattinata sono molte le personalità politiche che si sono recate a Piazza Alimonda per rendere omaggio a Carlo Giuliani, tra cui Sergio Cofferati e il presidente dei deputati DS Luciano Violante. Quest'ultimo è stato sonoramente contestato dalla piazza che gli ha rinfacciato a ragione l'ignobile ritiro dell'adesione alla manifestazione, quando ancora il corpo del giovane Carlo giaceva sul selciato, seminando disorientamento e confusione nella propria base, già pronta a partire per Genova. Una contestazione che Violante ha incassato in silenzio. Poi davanti ai giornalisti è stato costretto a una pubblica autocritica in cui ha sostenuto di saper bene che "gli errori si pagano, e l'errore che abbiamo fatto l'anno scorso è quello di non aver capito fino in fondo la domanda che quei giovani ponevano alla politica''. Ma in definitiva si tratta di una autocritica parziale, e limitata ai fatti, mentre non mette in discussione la tesi fatta propria dalla Quercia che la "globalizzazione'' è buona e la si deve governare. E solo ora, tardivamente, Violante si è impegnato per settembre a chiedere anche alla Camera l'istituzione di una Commissione di inchiesta sui fatti di Genova.

24 luglio 2002