Dopo aver approvato la controriforma sanitaria
I socialdemocratici tedeschi tagliano e tassano le pensioni
Tagliato anche il sussidio di disoccupazione. Le aziende in difficoltà potranno licenziare
Schroeder: "Dobbiamo tutti stringere la cinghia, giovani e vecchi". I metalmeccanici lo fischiano

Con una escalation neoliberista senza precedenti il governo socialdemocratico tedesco guidato da Schroeder sta infliggendo colpi devastanti allo "Stato sociale" del paese ritenuto fino ad ieri la locomotiva dell'Europa. La crisi ciclica capitalistica, economica e produttiva, a livello mondiale non risparmia certo la superpotenza europea e i suoi paesi più forti che, come la Germania, si trovano alle prese col rispetto di quei famigerati vincoli del Patto di stabilità da essi voluti e introdotti. Contrazione dei mercati e profitti in calo sono campanelli d'allarme anche per i monopoli tedeschi, cosicché il governo della "sinistra" borghese, composto da SPD e Verdi, si è profuso in uno sforzo senza precedenti per "rimettere le cose a posto" a danno dei lavoratori, delle masse popolari e dei pensionati.
Dopo aver approvato la controriforma sanitaria il parlamento tedesco sarà chiamato a ratificare quella pensionistica, ancor più vile e odiosa. La stangata di Schroeder, decisa il 19 ottobre nel vertice di maggioranza tenutosi alla Cancelleria a Berlino, che colpirà i quasi 20 milioni di pensionati tedeschi, si articola su più punti: nel 2004, per la prima volta, non scatterà l'adeguamento delle pensioni al costo della vita, nel 2005 lo scatto verrà parimenti sospeso e dopo questa data lo stesso adeguamento periodico verrà "agganciato alla sostenibilità del finanziamento del sistema", ossia rallentato, ridotto o cancellato. Sempre dal 2005 le pensioni verranno tassate molto più duramente di ora; ai neopensionati saranno versate solo a fine mese e non all'inizio come avviene ora. Dal 2004 altresì i pensionati dovranno finanziare da soli il contributo alla cassa per l'assistenza fisica e medica agli anziani disabili, al momento una ritenuta dell'1,7% coperta per metà dalla cassa pensioni statale. Anche le riserve di oscillazione delle casse pensioni saranno drasticamente ridotte, dal 50% al 20% della spesa mensile. Infine ultimo colpo sull'età pensionabile. Non è ancora necessario, ha affermato con tanto di faccia tosta Schroeder, allungare l'età di pensionamento legale dai 65 ai 67 anni. Se ne parlerà dopo il 2010, "al momento si imporrà solo uno slittamento dell'età reale di pensionamento, dai 60 anni in media di oggi ad almeno 63".
Nella conferenza stampa sul tema trasmessa in tv il cancelliere tedesco ha puntualizzato: "è stata una delle decisioni più dure che abbiamo dovuto prendere da quando siamo al governo. Ma il problema era di coniugare la sensibilità sociale con le obiettive necessità. Dobbiamo tutti stringere la cinghia, giovani e vecchi". Dichiarazioni arroganti che hanno scatenato la protesta nel paese, dal sindacato fino all'interno del suo stesso partito.
"è una vergogna, nessun governo aveva trattato così male gli anziani", hanno protestato le associazioni degli anziani e pensionati. Mentre il 15 ottobre a Hannover, al congresso del potente sindacato dei metalmeccanici Ig Metall, Schroeder era stato sonoramente fischiato e più volte interrotto. Durante il suo discorso molti delegati hanno agitato cartelli con le scritte "Gerhard Schroeder: Assassino dello stato sociale e dell'SPD" o "Questa politica non merita applausi". Vistosamente stizzito dalla contestazione dei delegati sindacali il cancelliere tedesco non ha tralasciato nell'occasione la sua ambiguità sul tema controverso della contrattazione collettiva, anch'essa messa all'indice dalla "sinistra" borghese: ha detto infatti di volerne difendere il principio, ma ha spiegato significativamente che è necessario "un nuovo equilibrio tra le ambizioni del sindacato e le richieste di flessibilità degli imprenditori". In questo quadro va vista anche la proposta governativa di permettere alle aziende in crisi di poter licenziare i dipendenti senza i consueti lacci a lacciuoli delle attuali normative ritenute ormai "inadeguate".
E proprio dalle pressanti richieste del padronato che dal 14 marzo scorso, allorché la presentò in parlamento, Schroeder con la sua famigerata "Agenda 2010" sta marciando come un panzer contro le conquiste sociali e economiche delle masse tedesche. Il 17 ottobre il Bundesrat (Camera alta del parlamento) ha dato il via libero definitivo alla controriforma sanitaria (che era passata al Bundestag, la Camera bassa, il 26 settembre). Alcune perle: a partire dal 1° gennaio prossimo ogni mutuato dovrà versare 10 euro a trimestre quando si recherà dal medico di famiglia e altri 10 euro per un massimo di 28 giorni in caso di ricovero ospedaliero. Mentre dal 1° gennaio 2005 verrà abolito il rimborso attualmente in vigore del 50% delle cure dentarie.
Lo stesso 17 ottobre il Bundestag ha approvato il pacchetto Schroeder sulla riduzione dell'indennità di disoccupazione, che finora prevedeva per il primo anno la corresponsione del 60% dell'ultimo stipendio, mentre per gli anni successivi e per una durata illimitata garantiva ai senza lavoro il 53% della busta paga precedentemente percepita. Ora con il nuovo modello della "Hartz-Reform", dal nome del manager della Volkswagen che ha presieduto la commissione chiamata a stilarlo, per il primo anno dopo il licenziamento ogni disoccupato percepirà 505 euro nella parte ovest del paese e 491 euro all'est, che scenderanno nel secondo anno rispettivamente a 425 e a 411 euro, per passare il terzo anno a 345 e 311 euro. Questi contributi saranno d'ora in poi versati solo se il disoccupato non è in grado di trovare una nuova occupazione, ma saranno immediatamente sospesi se egli rifiuterà di accettare un'occupazione proposta dall'Ufficio del lavoro, anche se l'offerta di lavoro è al di sotto dell'effettiva qualificazione professionale del disoccupato.