BERLUSCONI, D'AMATO, PEZZOTTA E ANGELETTI VARANO IL SINDACATO NEOCORPORATIVO DEL REGIME NEOFASCISTA
Con gli "enti bilaterali'' padroni e sindacalisti cogestiranno servizi che spettano allo Stato
RESPINGERE IL PATTO DELLA CAPITOLAZIONE E DEL TRADIMENTO

Nel patto che governo, associazioni padronali, segreterie Cisl e Uil si apprestano a firmare sulla "riforma'' del "mercato del lavoro'' e degli "ammortizzatori sociali'', definito dal vertice della Cgil scellerato, ma noi preferiamo bollarlo come patto della capitolazione e del tradimento, ci sono molte cose negative per i lavoratori: la deroga sull'art. 18 per le aziende che assumendo superano la soglia dei 15 dipendenti anzitutto; la cancellazione dei vincoli, previsti nel codice civile, per la cessione di rami d'azienda; la totale liberalizzazione e privatizzazione del collocamento attraverso i Job center e l'ulteriore espansione del lavoro interinale, l'introduzione di nuovi e ulteriori contratti di lavoro ultraflessibili e supersfruttati come il lavoro a chiamata, per non dire dell'elemosina stanziata per adeguare, si fa per dire, l'indennità di disoccupazione. Tanto da far esclamare al presidente di Confindustria, Antonio D'Amato, che "è la prima riforma che rende il mercato del lavoro più flessibile in 30 anni''.
Oltre a questi aspetti, tutti inaccettabili e da respingere con forza, c'è un altro punto che riguarda l'introduzione di "enti bilaterali'', composti da sindacalisti collaborazionisti e padroni, la cui gravità e le cui conseguenze nefaste potrebbero sfuggire a coloro che sono poco addentro alle questioni sindacali.
Cosicché, mentre da un lato il governo Berlusconi ambirebbe a ridimensionare Inps e Inail, mentre attacca a testa bassa i patronati che offrono assistenza agli iscritti dei sindacati in materia previdenziale e infortunistica, mentre attacca i Caaf, legati alle confederazioni, che danno assistenza fiscale a basso prezzo agli stessi, per ridurne forza e capacità operativa, con la complicità di Pezzotta e Angeletti, vuole moltiplicare sul territorio gli "enti bilaterali'' che sono, è bene sottolinearlo, soggetti privati, con compiti e funzioni pubbliche assolutamente improprie che spettano allo Stato e finirebbero per cambiare natura genetica al sindacato, trasformandolo in uno strumento neocorporativo del regime neofascista imperante.
"Enti bilaterali'' che niente hanno a che fare con quelli operanti nel settore dell'artigianato e in quello edile, di natura mutualistica e solidaristica, come vorrebbero far credere gli scagnozzi del ministro Maroni, l'ex craxiano Maurizio Sacconi, per primo, perché operano su temi circoscritti e in essi viene praticata la rigorosa separazione dei ruoli tra i rappresentanti sindacali e gli amministratori che gestiscono i fondi; "enti bilaterali'' nuovi e diversi quelli proposti dal governo, di dimensioni abnormi, che si dovrebbero occupare di far incontrare domanda e offerta di lavoro, leggi intermediazione di manodopera, gestire gli "ammortizzatori sociali'' ed erogare i relativi sussidi, coordinare le politiche formative, assegnandole ai propri istituti, coordinare le politiche della sicurezza sul lavoro e concorrere alla individuazione delle attività sommerse. Il tutto, usufruendo di cospicui incentivi da parte del governo che, di fatto, diventano anche forme di finanziamento dei soggetti promotori di questi strumenti bilaterali.
Nel proporli, Berlusconi e Maroni hanno trovato terreno fertile: da tempo Cisl e Uil, ma soprattutto il sindacato di Pezzotta, e alcune associazioni padronali vorrebbero moltiplicare i campi d'azione degli "enti bilaterali'', affidando loro molte funzioni di gestione, anche di welfare; l'idea che la previdenza integrativa e la sanità integrativa siano gestite da organismi in cui siedono insieme, dividendosi la torta, sindacalisti e imprese, è una prospettiva che fa gola a molti. Sindacati e imprese si troverebbero a braccetto a gestire funzioni pubbliche e prestazioni universalistiche con rischi molto concreti di malversazioni e il passaggio verso un sindacato di regime, in quanto appendice del governo.
Assumendo un enorme potere ricattatorio, questi "enti bilaterali'' inciderebbero, tra l'altro, grandemente sulle regole della rappresentanza sindacale a libera scelta dei lavoratori (ma anche delle aziende) che si troverebbero ad aderire "forzatamente'' ai sindacati facenti parte degli "enti bilaterali''. Fatte le debite differenze si tornerebbe ai tempi di Mussolini quando per ottenere un posto di lavoro occorreva avere la tessera del fascio. Persino un Tiziano Treu che certamente rivoluzionario non è, parla di trasformazione in sindacato para-statale. Il segretario della Cgil aggiunge che "si vuole snaturare la sua (del sindacato, ndr) funzione contrattuale. Riducendolo ad agenzia corporativa e subalterna di indirizzi dati''.
Ora si comprende meglio l'intero disegno neofascista e neoliberista del governo Berlusconi in materia di relazioni sindacali e politica economica e sociale: via la concertazione, via i contratti nazionali, contrattazione sindacale aziendale ridotta al lumicino, estensione delle flessibilità fino alla libertà di licenziamento, riduzione delle tasse per i ricchi e per le imprese e taglio drastico della spesa pubblica, crescente privatizzazione di previdenza sociale e sanità attraverso lo sviluppo dei fondi integrativi privati, "riforma'' del welfare non più fondata su diritti universalistici ma sui sussidi per i più poveri, istituzionalizzazione neo-corporativa dei sindacati che si prestino ad appoggiare le politiche governative e ad assicurare la pace sociale.
Una prospettiva questa, che tutti, ma proprio tutti i lavoratori, iscritti o non iscritti alle confederazioni sindacali, comprese Cisl e Uil, non possono non contrastare e sconfiggere! L'unità sindacale deve partire da qui.

3 luglio 2002