Un'ulteriore conferma che i
neorevisionisti e i trotzkisti sono imbroglioni nati e servi dell'imperialismo
ASSURDITA' ED INGANNI DEL
PRC SULLA UNIONE EUROPEA
Un chilometrico documento
teso a convincere gli astensionisti a votare per il parlamento europeo
Neanche di fronte all'evidenza
dei fatti i dirigenti neorevisionisti e trotzkisti del PRC rinunciano ad imbrogliare le
carte e ad arrampicarsi sugli specchi pur di convincere gli astensionisti ad andare a
votare per il parlamento europeo. Allo scopo hanno elaborato e pubblicato su
"Liberazione" del 9 maggio, un chilometrico documento per le elezioni europee
del 13 giugno prossimo in cui tentano caparbiamente di convincere gli astensionisti di
quanto "è decisivo andare a votare, perché il disinteresse e l'astensionismo
favorirebbe le forze della guerra e della negazione di un progetto di un'Europa sociale
che è l'unico capace di contrapporsi al processo di globalizzazione in atto". Lo
stesso concetto viene ripreso quasi a conclusione del documento là dove si afferma che
"il tema di una democratizzazione dell'Europa assume un carattere dirompente e di
estrema attualità, per il quale è quindi decisiva la massima partecipazione al voto del
13 giugno per l'elezione del Parlamento europeo".
Non ci stupisce l'incallito parlamentarismo ed elettoralismo di cui sono storicamente
affetti questi imbroglioni politici. Né il fatto che essi si siano precipitati a tentar
di drenare, per conto dell'Unione imperialista europea, il crescente astensionismo. Ci
lasciano allibiti le teorizzazioni assurde e ingannevoli che sono state sciorinate
sul-l'Unione europea per coprirne la vera natura, fornirgli una copertura a
"sinistra" e una base di massa.
Ci sarebbero tante cose da dire sull'analisi, come sulle proposte contenute in questo
documento. Ci limiteremo solo alle più macroscopiche e fuorvianti assurdità in esso
contenute a cominciare dalle presunte cause della guerra in corso contro la Serbia.
Per Rifondazione infatti la guerra, che insiste a non definire imperialista, è stata
scatenata dagli Usa per tenere subordinata l'Europa al proprio disegno
"neoimperiale". "La guerra scatenata dagli Usa e dalla Nato - si legge nel
documento - muove le sue ragioni più profonde da un disegno di negazione del ruolo
politico autonomo dell'Europa e di cancellazione della diversità e della originalità del
suo modello sociale". Contro ogni evidenza dei fatti, si teorizza cioè che l'Europa
è sostanzialmente una vittima degli Usa e non una sua alleata in quella che è
chiaramente una guerra scatenata solidalmente per imporre con le armi il controllo del
Kosovo e dei Balcani e la capitolazione del governo della Serbia al diktat
dell'imperialismo occidentale. L'unica colpa che si fa all'Europa, e quindi anche al
governo italiano, è quella di aver accettato un ruolo subalterno agli Usa, di aver
rinunciato a svolgere in proprio un ruolo di grande potenza sullo scacchiere
internazionale, in grado di competere e di contendere l'egemonia agli Usa.
è questa una tesi particolarmente fuorviante e pericolosa che finisce non solo col
coprire le dirette e pesanti responsabilità dell'Ue e del governo guerrafondaio del
rinnegato D'Alema nella guerra imperialista in Serbia, ma anche a creare un'opinione
pubblica favorevole all'ulteriore rafforzamento economico e finanziario, ma anche politico
e militare della superpotenza imperialista europea con ciò che ne consegue sia per i
popoli europei sia per i popoli e i paesi più deboli e meno sviluppati che ne sono le
vittime predestinate.
Seguendo il suo assurdo e filoimperialista ragionamento Rifondazione arriva persino a
tessere le lodi dell'"Europa dei banchieri, dei mercati e dei mercanti" che
avrebbe rappresentato "una soluzione possibile" alla possibilità che l'Europa
potesse svolgere un ruolo "autonomo" sulla scena internazionale. Una soluzione
che, si legge ancora nel documento, "si esprimeva nella priorità data ai vincoli
finanziari dettati dal trattato di Maastricht e dal Patto di stabilità. Era legata
all'idea di costruire una potenza commerciale ed economica in grado di competere con le
potenze americana e giapponese. Insomma poteva diventare una nuova dimensione geopolitica
del capitalismo all'interno di una competizione mondiale. L'unificazione monetaria, la
conquista dell'Euro, avrebbero potuto rappresentare un momento importante di questa
affermazione".
Una "possibilità" che il PRC non vede sfumata del tutto dal momento che auspica
che la moneta europea scalzi il dominio del dollaro e diventi strumento di controllo e di
penetrazione sui mercati internazionali: "L'Euro - sostiene il PRC - può e deve
rappresentare uno strumento, in alternativa al dollaro. La moneta unica europea, infatti,
può diventare uno strumento di politiche espansive, anche nel campo della
cooperazione".
Ma non basta. Coerentemente all'esplicito sostegno al processo di integrazione economica e
monetaria gestito dai grandi monopoli europei, i dirigenti neorevisionisti caldeggiano
anche una integrazione politica e militare dell'Europa e la dotazione di propri strumenti
militari capaci di contendere agli Usa e alla Nato il ruolo di gendarme del mondo
arrivando a proporre "un sistema di sicurezza europeo che sappia intervenire per
prevenire i conflitti nelle aree di crisi, collocandovi forze di interposizione tra i
contendenti e di aiuto alle popolazioni, che comprenda l'insieme degli stati europei e sia
integrato all'Onu. Questa scelta può essere concretamente e immediatamente praticata
attraverso una riforma delle funzioni dell'attuale Organizzazione per la Sicurezza e la
Cooperazione in Europa (Osce)".
Questa linea è tutt'altro che in contraddizione o in alternativa a quella perseguita dai
quindici paesi imperialisti che compongono la Ue.
L'Unione europea è già una superpotenza imperialista in ascesa ed è alla ricerca di una
totale autonomia dagli Usa anche sul piano militare. Proprio la guerra imperialista in
atto ha dimostrato come non mai che l'Ue è attualmente alleata con gli Usa e insieme
cercano di imporre il dominio dell'imperialismo occidentale in tutto il mondo e in
particolare nei Balcani, ma già comincia a non tollerare la supremazia Usa e cerca di non
farsi sfuggire le occasioni che le si offrono per acquisire maggior spazio, forza e
influenza rispetto al suo alleato - potenziale avversario e nemico.
Lavorare al rafforzamento della superpotenza imperialista europea, tifare per la sua
emancipazione anche militare dagli Usa come fanno i falsi dirigenti comunisti del PRC, non
significa affatto lavorare per la pace ma per rafforzare i pericoli di guerra imperialista
che risulterà inevitabile allorché si romperanno gli equilibri finanziari, economici,
commerciali, politici e militari fra le superpotenze, quando il mondo sarà divenuto
troppo stretto per la rispettiva fame di mercati, profitti e dominio.
è questo il nocciolo del problema. L'Unione europea, in quanto alleanza imperialista,
nata per favorire gli interessi dei monopoli e delle multinazionali europei, non può
sottrarsi alla legge economica fondamentale del capitalismo, che è quella della ricerca
del massimo profitto, in patria e all'estero. L'Unione europea non rappresenta e non può
rappresentare un "modello sociale" sostanzialmente diverso dall'imperialismo
americano. Questa Europa, questa unione di paesi imperialisti, non potrà mai divenire
un'"Europa sociale", un'"Europa solidale", un'"Europa
democratica". è solo inganno, fumo negli occhi, la pretesa di poter
"riformare" questa Europa, di poter cambiare il suo carattere imperialista, la
sua politica guerrafondaia e affamatrice solo rafforzando elettoralmente la cosiddetta
"sinistra alternativa" rappresentata in Italia dal PRC. Non solo perché il
parlamento europeo è un organo puramente di facciata, senza alcun potere reale; non solo
perché la politica "neokeynesiana" proposta dal vertice PRC non costituisce
affatto un'"alternativa" alla "globalizzazione" e al neoliberismo ma
solo una sua variante liberale di "sinistra", ma soprattutto perché l'Ue è
irriformabile, ed è compito del proletariato e delle masse popolari e di tutti gli
autentici anticapitalisti combatterla dall'esterno e distruggerla nell'interesse della
pace, della indipendenza e della sovranità nazionali e della lotta antimperialista e per
il socialismo.
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